martedì 28 febbraio 2017

Il dritto e il rovescio del cuore di Virginia Bramati




Titolo: Il dritto e il rovescio del cuore
Autore: Virginia Bramati
Serie: Le ragazze di Verate #0
Casa editrice: Giunti
Data di pubblicazione: 16 febbraio 2017
Prezzo ebook: GRATIS 

Trama: Tutti i romanzi ruotano intorno al piccolo borgo di Verate, in Brianza: un paese immaginario eppure più che mai verosimile, immerso nel verde ma vicino alla grande città, ricco di tradizioni antiche ma capace di sorprendenti aperture verso il futuro. Proprio Verate, con la sua quiete solo apparente, è destinata a diventare un luogo del cuore per ognuna delle protagoniste della Bramati: ragazze di oggi, fiere, intraprendenti, capaci di viaggiare in tutto il mondo per conquistarsi il proprio spazio di felicità ma sempre desiderose, a un certo punto, di tornare nel posto che le fa sentire a casa.
Quando ci ricapita un ebook gratis tutto per noi? Facciamoci questo piccolo regalo!

Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)Virginia Bramati






Titolo: Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)
Autore: Virginia Bramati
Serie: Le ragazze di Verate #1
Casa editrice: Giunti
Data di pubblicazione: 8 marzo 2017
Prezzo ebook: €8.99

Trama: “Sono nata con due mesi di anticipo, sono fisicamente allergica ai tempi morti e adoro il tasto fast forward”: Agnese è così, una ragazza esuberante, autonoma, insofferente verso tutto ciò che frena la sua corsa. Ma improvvisamente, la vita prende una piega terribilmente dolorosa e la scaraventa dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, immersa nei ritmi immutabili della campagna e circondata da curiosi personaggi che solo in provincia si incontrano: il conte proprietario di tutte le terre circostanti, una anziana signora dagli occhi ciechi ma dalla memoria vivissima, un ragazzo bello e strano segnato da un grande dolore… Agnese reagisce come sempre, impulsiva fino all’autolesionismo. Ma mentre l’inverno finisce e tutto comincia a fiorire, ecco nuove sorprese per lei: dalle pagine di un libro riemerge una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa curano le ferite dell’anima, e la solitudine della sua grande casa è spezzata dall’arrivo di un giovane medico, misterioso e affascinante come una domanda sussurrata nella notte…

lunedì 27 febbraio 2017

UN BACIO IN SOSPESO DI LUIGI MANCINI


TITOLO: UN BACIO IN SOSPESO
AUTORE: LUIGI MANCINI
CASA EDITRICE: LES FLAUNERS EDIZIONI

SINOSSI

«Un cantastorie, una leggenda, un giovane eroe e i suoi aiutanti, una principessa imprigionata in una sontuosa dimora, un orco malvagio e la suprema lotta tra il bene e il male. Nonostante la presenza suggestiva di tutti questi classici elementi, non si tratta di una fiaba e sarà il lettore a scoprire perché… La vicenda narrata si svolge in un tempo sospeso, tuttavia è intenzionalmente ancorata a un territorio specifico, l’entroterra napoletano. La scrittura dell’autore è un filo teso tra poli opposti: poesia e trivialità, denuncia sociale e tangibile erotismo. Queste pagine sono intrise di quell’amore viscerale che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita e per cui forse ha lasciato Un bacio in sospeso».

CONOSCIAMO L'AUTORE: LUIGI MANCINI


Luigi Mancini (1980) nasce a Napoli ma vive a Reggio Emilia. Fin da giovanissimo scrive poesie e canzoni; dal 2013 si cimenta con la scrittura di romanzi. Con Les Flâneurs ha già pubblicato La ragazza silenziosa (2016).


RECENSIONE 

 
A raccontare tutto questo è l’autore Luigi Mancini, non troppo tempo fa: un uomo che tenta di ricucire lo strappo del passato e illuminare il buio nella mente dei suoi protagonisti, immaginando cosa sia accaduto davvero quella notte, e cosa significhi perdere se stessi. Ma soprattutto tenta di rispondere a una domanda: com'è possibile, dopo una ferita cosí profonda, sperare di essere felici? Tra La ragazza silenziosa e Un bacio in sospeso, Luigi Mancini ha scritto una storia di formazione diversa da tutte le altre, che cattura il lettore con una lingua cesellata, dura e trasparente.
Facendone la storia di due amanti maledetti che sfidano il disprezzo del mondo in nome di una passione.
Un romanzo che affronta temi come l’amore, il sesso, la morte, il distacco, la paura, il morboso legame tra queste parole e soprattutto il confine sottile che da un momento all’altro può portare il nostro cervello in zone che non sospettavamo neanche esistessero in noi.
Una caratteristica nel modo di parlare di Elisa era la fretta con cui cercava di concludere certe frasi prima di lasciarsi sopraffare dall’ilarità, anche se qualche volta, come adesso, un breve scoppio di risa faceva esplodere all’improvviso le sue parole e lei doveva afferrarle al volo e finire la frase ancora più precipitosamente, tenendo a bada la sua allegria e facendo seguire l’ultima parola da un triplo rimbalzo di risa sonore, di gola, erotiche e soffici”.
Ciò detto, “Un Bacio in Sospeso” è un grande romanzo, e lo è perché Luigi Mancini riesce a descrivere le avventure di Stefano ed Elisa con un linguaggio avvolgente, seducente, poetico ma sempre attraversato da un’ironia talvolta feroce. Mancini  ci mostra la nascita graduale di una passione che è destinata a incontrare la condanna del mondo, a restare nascosta di fronte a tutti. Stefano ed Elisa sono costretti, infatti, a scambiarsi i loro primi baci, e poi in un crescendo le loro effusioni sempre più ardenti, nei luoghi più impensabili, anche perché tra i piedi hanno spesso non solo il marito di lei ma anche tutto questa provincia ammalata. Il tempo della separazione che li attendono non faranno che rinsaldare questa loro passione, e nel frattempo anche la loro storia di due amanti maledetti che sfidano il disprezzo del mondo in nome di una passione sarà divenuta più grande, e la sfida  crescerà sempre più all’interno del romanzo.
Mancini rivela tutta la vulnerabilità dei nostri primi affanni d'amore. Quei ragazzini (Stefano ed Elisa), siamo stati anche noi, noi che siamo stati feriti e ci siamo rintanati in noi stessi, pensandoci al sicuro da ogni emozione. Noi, che abbiamo giurato di non amare niente e nessuno per il resto della vita.
Ma la gente di Casandrino, specialmente quelli con la mente più chiusa, prendono a parlar male di questo bel rapporto tra Stefano ed Elisa; parlano talmente tanto che le voci arrivano sino alle orecchie del marito di lei, che con prepotenza chiede ai rispettivi amanti di non vedersi più.
Lì in quel paese trascorsero ore, giorni di comune respiro, di comune pulsare del cuore, in cui entrambi i due giovani avevano costantemente la sensazione di smarrirsi o di essersi tanto inoltrati in un luogo estraneo quanto ancora non si era inoltrato nessuno prima di loro, un luogo estraneo, nel quale persino l’aria non aveva alcun elemento in comune con l’aria di casa, nella quale si era condannati a soffocare per l’estraneità ma tra le cui assurde seduzioni non si poteva far altro che proseguire ancora, smarrirsi ancora.
“Quando invece era solo con Elisa, Stefano sentiva costantemente una languida pressione alla sommità della spina dorsale, gli si stringeva il petto, gli si indebolivano le gambe e le sue dita conservavano a lungo la fresca forza della stretta di mano della donna.
Riusciva a calcolare con approssimazione di un centimetro la misura esatta in cui lei mostrava le gambe passeggiando per la stanza o sedendosi con le gambe accavallate e percepiva, quasi senza guardare, la tesa lucentezza delle sue calze, il rigonfiamento del suo polpaccio sinistro sopra il ginocchio destro; e la piega della gonna, declive, morbida, leggera, nella quale sarebbe stato bello affondare il viso. A volte, quando si alzava e gli passava davanti per avvicinarsi alla sua persona, la luce la colpiva con un’angolazione tale da lasciar intravedere la linea delle sue cosce attraverso il leggero tessuto della gonna; e una volta si era leccata un dito per accarezzare rapidamente la seta.
Ogni tanto, quella languida sensazione di peso diventava troppo opprimente e allora, approfittando magari di un momento in cui i suoi occhi erano rivolti altrove, perlustrava la sua bellezza cercandovi qualche piccolo difetto sui cui potesse far leva per calmare la sua fantasia, e per lenire quindi l’implacabile tumulto dei sensi.
Ho riscoperto la semplicità del sentimento attraverso le parole di Mancini, ricordando che siamo noi, coi nostri veti mentali, le nostre risoluzioni adulte, a complicare quello che complicato non è.
Straordinario romanzo della piena maturità di Luigi Mancini, Un bacio in sospeso  è la cronaca esemplare della vita di due grandi anime solitarie, troppo forti per andare davvero incontro a se stesse e alla vita.

                                                                                CITAZIONI DEL LIBRO 

Ci sono anime, amori, indissolubili passioni che strappando mappe e frantumando lancette, accadono in luoghi inaspettati e in tempi del tutto inattesi. Fu così per gli amanti di cui vi racconto.

Ci sono sguardi che paiono avere mani che sfiorano, sguardi che sembrano quasi avere voce, costringono a sentire, a guardare... fu così che lui la vide. Guardarsi, estirparsi l’anima, entrarsi dentro, dipingersi addosso 


Ma poteva mai essere così facile, si chiedeva Stefano, innamorarsi di qualcuno? Parlarsi appena, sfiorarsi soltanto, per lasciarsi penetrare l’anima da una persona del tutto estranea?

I due giovani amanti erano un segreto, qualcosa accaduto davanti agli occhi di tutti, di quella gente che non aspettava altro che poter parlare e sparlare di qualcosa o di qualcuno. 
Non è finita, Elisa, ci sarà sempre un bacio in sospeso tra noi

Stefano pensava alla sua Elisa, il profumo di quella musa gli stava ancora nella testa, non se ne andava. Sentiva ancora sul viso la carezza soffice dei suoi scuri capelli lisci.

Quanta frustrazione, quanto desiderio, quanta voglia di sentire il peso del suo seno nelle mani, di stringerla e tormentarla, di leccarle ogni segreto, ogni respiro. La pelle invocava la pelle di lei. Il cuore bramava il battito del suo cuore. La bocca mordeva l’aria in cerca delle sue labbra, della sua saliva che sola lo avrebbe dissetato.

“Un bacio in sospeso”, sì, ma solo questo? Il loro amore sarebbe dovuto essere solo e per sempre un bacio in sospeso? Ahi, di quanto mai sono chiamati a soffrire gli amanti.

«Abbiamo fatto l’amore, non farmi dire come, ma è stato l’eccesso più sublime che abbia mai vissuto! Lei è il completamento della mia esistenza… è la mia parte mancante, la metà unica della mia metà…

Lo stesso si chiedeva Stefano mentre rivelava a Pietro i trascorsi con Elisa: dal primo sguardo alla festa del paese, alle prime parole sull’autobus, al primo bacio rubato in quel carnevale assurdo e poi sguardi, sguardi e ancora sguardi e desideri scritti in aria, in quella stessa aria cattiva che i due amanti respiravano.
 
Quel fare l’amore per Elisa aveva significato una ribellione alla prigionia. Aveva dato a un altro quello che il marito le aveva sempre chiesto: la passione!

Ti amo da sere lontanissime, da prima ancora che la mia stessa esistenza avesse luogo. Ti amo di un amore che strazia la logica e fracassa tutte le buone ragioni che mi sussurrano di non amarti. Io vorrei ascoltarle, ma la tua voce è più forte, perché la tua voce è la mia!

Elisa era sempre più prigioniera dell’uomo che aveva sposato, che le impediva addirittura di vedere la madre. La ragazza ripensò alla sua infanzia difficile: suo padre, nonostante avesse sempre lavorato duramente, non era riuscito garantirle un futuro migliore. Ma lei aveva molto amato quell’uomo onesto che ora sentiva ripeterle quelle parole che sognava ogni notte: “Ricorda, bimba mia, ognuno è responsabile di se stesso. Studia, Elisa, e scappa via da questo posto!

Starle lontano, non potersi avvicinare a quell’incantevole presenza creava in Stefano un martirio silenzioso e invisibile. Annusava l’aria umida e percepiva l’odore salmastro della sua intimità, della sua anima inerme, da salvare, da portare via a ogni costo.

il mio petto è regno suo.






Nel nome di Bobby Sands di Pierluigi Spagnolo

TITOLO: NEL NOME DI BOBBY SANDS
Il combattente per la libertà
Una storia irlandese
AUTORE: PIERLUIGI SPAGNOLO
CASA EDITRICE: L'ARCO E LA CORTE
Anno edizione: 2016
Pagine: 160 p.
EAN: 9788890954979
Prezzo: euro 15.00
 
SINOSSI
 
   Da dove nasce il desiderio di continuare a parlare di Bobby Sands e della tragedia dell'Irlanda del Nord, a 35 anni dai drammatici giorni dello sciopero della fame dei detenuti di Long Kesh? Perché rinfrescare, aggiornare e ripubblicare questo libro? Perché la vicenda del militante repubblicano di Belfast, che a soli 27 anni, a maggio del 1981, si lasciò morire di fame in un carcere britannico, appare come una storia senza tempo e senza latitudini, un messaggio universale di amore per la propria terra, di lotta per la libertà e di ribellione alle ingiustizie. Questa edizione si arricchisce inoltre con la traduzione integrale di un antico manuale destinato ai volontari dell'Irish Republican Army, datato 1956, che offre uno spaccato crudo ed efficace per comprendere quale fosse il clima di violenza di quegli anni, nella martoriata Irlanda del Nord. 

CONOSCIAMO L'AUTORE PIERLUIGI SPAGNOLO


 
Pierluigi Spagnolo è nato a Bari nel 1977. È laureato in Scienze politiche. Giornalista professionista, dal 2012 vive a Milano ed è un redattore della Gazzetta dello Sport. Ha iniziato nel 2003 al Corriere del Mezzogiorno, poi ha lavorato per City e al Corriere della Sera. Ha scritto “Bobby Sands. Il combattente per la libertà, una storia irlandese” (L’Arco e la Corte, 2002), e ha partecipato agli instant book “Che storia la Bari. 25 racconti popolari” e “La Bari siete voi. 30 figurine dall’album dei ricordi” (entrambi Gelsorosso, 2014).


RECENSIONE

 
Il nome che gli avevamo dato con leggerezza e non senza avversione sembrava essere diventato in una sua tremenda maniera appropriato: Nobody. Quel ragazzo non esisteva. [...] Era diventato un nessuno. Non godeva di alcuna protezione. Né era in grado di proteggere se stesso a causa del suo ideale  era diventato attivista politico dell’Esercito Repubblicano Irlandese. Era abbandonato alla mercé di coloro nelle cui mani capitava.
Non è mai stata, non è (né mai sarà) facile la vita di Bobby Sands preoccupato della verità. Distrutto dallo sfacelo della famiglia, dalla rovina economica o una perenne miseria senza scampo, o la prigione. Anche in una situazione di destino tragico, come nel caso di Bobby Sands, allora era la coscienza a lacerare il petto dal di dentro, e ancor più dolorosamente.
Ormai è stato appurato che negli ultimi suoi anni Sands scrisse cose importanti e le nascose e fatte uscire dalla prigione con prudenza e zelo tali che ancor oggi non ci è dato rinvenirle e conoscerle del tutto. Seguirono tempi assai più difficili. Proprio grazie alla lotta per la libertà nacquero tutti quei giovani che presero in odio il potere, si dedicarono alla rivoluzione e lo fecero. Ma una volta varcata la soglia della rivoluzione: da lei stessa generata, la storia di Sands  s’era ritrovata sotto un soffitto opprimente, fra mura ravvicinate che diventavano sempre più strette. 
Prima dell’arresto Sands, pensava a vivere la sua vita al meglio delle sue possibilità, se solo non fosse stato messo dentro.  Ma dopo l’arresto e un paio d’anni di vita di prigione e lager il famoso H-Blocks, i blocchi H, ormai oberato da valanghe di temi, accettò come si accetta il respiro, capii come si capisce tutto l’irrefutabile che vedono gli occhi: non solo non avrebbero lasciato che svegliasse le coscienze del popolo, ma anche un rigo solo scritto gli sarebbe costata la testa.
 Senza esitazione, senza sdoppiamenti, aveva sposato la sorte del combattente unicamente perché tutto questo non venisse dimenticato, perché un giorno lo sapessero i posteri.  Quanto ad essere pubblicato in vita, a ciò non doveva neppure pensare, neppure accarezzare il progetto in sogno.
Soppresse dunque ogni oziosa fantasia. In cambio aveva soltanto la certezza che la sua ricerca della verità non sarebbe stata sprecata che avrebbe colpito le teste a cui mirava, sarebbe stata recepita col tempo da coloro cui era diretta come una corrente invisibile. Si era rassegnato a tutta una vita in carcere in silenzio come ci si rassegna a subire la forza di attrazione terrestre che ci tiene incatenati per tutta la vita.
 In quel lager così fu definito il braccio nel quale fu rinchiuso a soli 27 anni , si curava unicamente di una cosa: conservarle in segreto, e se stesso insieme ad esse.

Comincio dopo un numero considerevole di giorni di digiuno la sua fine.   Il primo emergere dall’abisso di Sands dalle scure acque comincio molto tempo prima, mentre era ancora vivo. Gli fu dato di vivere abbastanza da godere questa felicità: sporgere la testa e scagliare i primi sassolini contro la fronte ottusa di Golia. La fronte resta intatta, i sassolini rimbalzano via, ma una volta caduti per terra esplodevano in subitanee fioriture, ed erano accolte con giubilo o odio. Poi le cose rallentarono, fu come il protrarsi di una fredda primavera. Non gli rimase che radunare le ultime forze per scagliare gli ultimi sassolini contro l’infrangibile fronte.
Quante volte, in forme vergognose, l a sua estenuante prigionia gli aveva privato della libertà di azione,  di espressione, della libertà di raddrizzare la schiena. Tutte le ossa, indolenzite, chiedevano di potersi raddrizzare.  
Ci fu un momento in cui sperò di aver trovato in carcere un amico.  Ma Sands non s’illudeva. La sua radice contadina e quella particolare dignità che egli manifestava di fronte ai nemici, il suo passato e le lezioni che ne aveva tratte, non si sarebbero potuti adattare l’uno all’altro, perchè non esiste amicizia tra uomini senza una somiglianza di vedute, senza una perspicace attenzione reciproca.

 
Citazioni del Libro 



Bobby Sands, militante repubblicano irlandese, a soli 27 anni si lasciò morire di fame in un carcere britannico, appare come una storia senza tempo e senza latitudini, un messaggio universale di amore per la propria terra, di lotta per la libertà e di ribellione per le ingiustizie. 

Bobby Sands conserva il suo straordinario fascino ideale e iconografico, e il suo sacrificio resta un patrimonio trasversale, un simbolo immortale per tutti quelli che sognano un mondo giusto e libero.

“The whole world exploded and my own little world crumbled around me”. Traduzione: Tutto il mondo esplose e il mio piccolo mondo si sgretolò intorno a me.

La mia vita cominciò a cambiare. Poco a poco il contenuto dei telegiornali mutò e io notai con maggiore frequenza gli agenti speciali che caricavano la folla per le strade. Il mio piccolo mondo personale si frantumò. Arrivarono gli “speciali”, invadevano le nostre strade, sparavano, incendiavano, saccheggiavano, uccidevano. Non c’era nessuno a difenderci, allora….

Un’Europa  colpevolmente distratta ha ignorato per anni la realtà dell’Irlanda del Nord, dell’ultima colonia ancora presente sul territorio del “Vecchio continente”, lasciando così che si perpetuasse un regime di vera apartheid.

L’esercito di Sua maestà, in Irlanda del Nord per fermare le aggressioni, rivelò ben presto i motivi tutt’altro che pacifici. E, così la violenza ha finito per rappresentare una componente costante nella storia dell’Irlanda.

Il popolo ci comprendeva e non ci apriva solamente la sua porta di casa per aiutarci, ci apriva anche il suo cuore. 

Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio Paese, fino a che l’Irlanda non diventerà una sovrana, indipendente, repubblica socialista. 

Le nostre armi possono ammazzare i nemici, ma se non sono guidate dalla politica di un popolo rivoluzionario, finiranno con l’uccidere noi stessi. Le armi non vincono le guerre; pistole e bombe possono uccidere un uomo, ma non indicargli la strada.

Il suo destino si concluse in carcere, qui cominciò la fase più drammatica della sua vita. Dentro un cella britannica nella quale trascorse gli ultimi anni della sua esistenza. E dove decise di lasciarsi morire, per tentare di svegliare le coscienze di un’Europa colpevolmente indifferente e sonnolenta.

Io sento di avere qualcosa in comune con l’allodola, con la sua tortura, la sua prigione e la morte a cui alla fine andò incontro. Possedeva uno spirito che non si trova facilmente neppure tra noi, i cosiddetti esseri superiori, gli uomini. Prendete un comune prigioniero. Il suo obiettivo principale è quello di rendere il suo periodo di detenzione più facile e confortevole possibile. Alcuni arriveranno persino a umiliarsi, a umiliarsi, a strisciare e a tradire altri detenuti, pur di salvaguardare se stessi. Diversamente dall’allodola, canteranno ogni volta che gli verrà chiesto loro di farlo e salteranno ogni volta che sarà ordinato loro di muoversi. 

 Sebbene abbia perduto la sua libertà, un prigioniero comune non è disposto a giungere alle estreme conseguenze per riacquistarla, e neppure per difendere la propria dignità di uomo. 

Ora mi trovo nel Blocco H, dove mi rifiuto di cambiare per adeguarmi  a coloro che mi opprimono, mi torturano, mi tengono prigioniero e vogliono disumanizzarmi. Hanno distrutto il mio corpo e attentano alla mia dignità. Ma, possiedo lo spirito di libertà, che non può essere soppresso neppure con il più orrendo dei maltrattamenti.

La raccolta dei pensieri  della prigionia, che costituiscono il suo Diario dal carcere, venne scritto di nascosto con una refil di penna biro sulla carta igienica, un mucchio di testimonianze e riflessioni  fatte uscire clandestinamente dalla prigione.

Che trovino un nome a questo tipo di tortura, pensai.

Che trovino un nome a questo terribile incubo.

Le drammatiche riflessioni intasavano spesso la testa di Bobby Sands, non furono rari i momenti nei quali pensò che sarebbe stato meglio morire, anziché morire in quel modo: Quando tutto si faceva così insopportabile che non t’importava nulla di essere vivo o morto, pur di scappare via da quell’incubo infernale. Non stiamo morendo lo stesso, pensai?

Eravamo destinati alla sconfitta, ma gli ideali della nostra lotta sono stati in gran parte traditi dal modo in cui è arrivata questa sconfitta, e ricorda la fine dei maiali nella Fattoria degli animali di Orwell.