venerdì 31 gennaio 2020

POST #13/2020 GLI INCENDIARI by R. O. KWON - EINAUDI

Con l'aggiunta di uno sguardo spietato sulla psicologia di tutti i personaggi (compreso il protagonista), ambiguità e bugie, la patina convenzionale e borghese dei rapporti, l'alto tasso di mediocrità che diventa standard necessario per sopravvivere. Il racconto di K. O. Kwon "Gli incendiari", in cui sotto la lucida superficie navigano follia, immoralità e diseguaglianza.

R. O. Kwon «Gli incendiari»

«La prosa di R. O. Kwon è tutta ritmo e zero fronzoli, tesa come il cavo d’acciaio su cui cammina il funambolo».
Martino Gozzi, «Tuttolibri – La Stampa»

Gli incendiari è il primo romanzo di R. O. Kwon, autrice coreana che vive negli Stati Uniti, i cui precedenti scritti sono stati pubblicati, fra gli altri, su «The New York Times», «New York Magazine», «The Guardian», «The Paris Review».

Il libro, annoverato fra i migliori dell'anno da oltre quaranta testate, racconta l’incontro fra Phoebe Lin, nata a Seul e cresciuta a Los Angeles, e Will Kendall, introverso ragazzo americano con un importante trascorso nelle comunità evangeliche.

I due intraprendono una relazione complice e sensuale che sembra poter colmare i loro vuoti. Will è un ragazzo serio che evita ogni distrazione, ma la perdita della fede ha lasciato in lui «un buco a forma di Dio». Phoebe al contrario è affascinante e disinvolta, e passa da una festa all'altra per nascondere il senso di colpa per la morte della madre.


La prosa di Kwon definisce un mondo e poi si fa da parte per lasciare che sia il mistero ad abitarlo. «The New Yorker»
Nelle crepe del loro passato s'insinua John Leal, un predicatore scalzo che avvicina «discepoli» da convertire. Si dice che da giovane abbia aiutato alcuni dissidenti coreani a raggiungere clandestinamente Seul dalla Corea del Nord, fino al giorno in cui è stato rapito, gettato in un gulag e torturato.
Scampato alla morte, ma non al ricordo degli orrori, è ritornato in America, ha fondando il gruppo Jejah, setta di cui entra a far parte anche Phoebe. Ma Will non ci casca. La retorica della fede, i «giochi di magia», l’«abracadabra», come li definisce, gli sono ben noti, e per questo ne diffida. Lui stesso li ha praticati nella sua vita precedente.
La prosa di Kwon è «tutta ritmo e zero fronzoli, tesa come il cavo d’acciaio su cui cammina il funambolo. I suoi studenti si muovono in un ecosistema chiuso, asfittico, dove i riferimenti culturali – canzoni, film, materie d’esame – si contano sulle dita di una mano». Ognuno dei protagonisti è «dominato esclusivamente da una ricerca radicale di senso, che prima o poi conduce alla fede, tema centrale del romanzo in tutte le sue forme: l’estasi dell’abbandono, il lavorio incessante del dubbio, la fragilità di ogni conquista interiore, la voragine dello smarrimento. Una linea d’ombra poco raccontata, di questi tempi, che Kwon invece traccia con mano sicura, offrendo al lettore la possibilità di affacciarsi sull’abisso» (Martino Gozzi, «Tuttolibri – La Stampa»).

Il libro 

 R. O. KWON

Gli incendiari


2020
Cosí si dice: da giovane attivista John Leal aveva aiutato i dissidenti coreani a raggiungere clandestinamente Seul dalla Corea del Nord, fino al giorno in cui era stato rapito, gettato in un gulag e torturato. Scampato alla morte, ma non al ricordo degli orrori, era...


 Supercolli

giovedì 30 gennaio 2020

POST #12/2020 EL REY QUE FUE Y SERA' by T.H.WHITE - VENDUTO DA AMAZON

El rey que fue y será: (Spagnolo) Copertina rigida – 26 feb 2020

di T. H. White (Autore), Fernando Corripio Pérez (Traduttore), Enrique Hegenwicz (Traduttore)  
 Editore: Atico de los Libros; 1 edizione (26 febbraio 2020) 
Collana: Ático de los Libros 
Lingua: SpagnoloCopertina rigida: 832 pagine
34,90 €



Il libro

La mejor novela de fantasía jamás escrita Érase una vez un mago que se llamaba Merlín que preparó a un joven apodado Verruga para un futuro inimaginable en el que se aliaría con los caballeros más célebres del mundo, conocería a una mítica reina y sería coronado como Arturo, rey de Camelot. Esta es una fascinante historia de aventuras, amor, traición y magia que ha cautivado a lectores de todas las edades. Con una pluma magistral y combinando humor, pasión y originalidad a partes iguales, T. H. White se basa en el mito artúrico de Le morte d’Arthur, de sir Thomas Malory, para escribir la que está considerada, por su gran calidad literaria, como la mejor novela de fantasía de todos los tiempos. En este volumen, en el que se publican por primera vez juntos los cinco libros de White sobre la vida del legendario rey Arturo, el autor nos transporta a la época del refulgente castillo de Camelot, de la Mesa Redonda, de Merlín y Ginebra, un tiempo de bestias parlantes y hombres voladores, de caballeros en armadura, magia y guerra. En suma, este es un clásico indispensable para los amantes de la novela de aventuras y la fantasía, pero, sobre todo, es un libro necesario en la biblioteca de todos los amantes de la buena literatura.

La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #18/2020 ONORI by RACHEL CUSK - EINAUDI...

La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #18/2020 ONORI by RACHEL CUSK - EINAUDI...: Dopo Resoconto e Transiti , l'ultimo stupefacente atto della trilogia che ha cambiato le regole del romanzo contemporaneo. ...

RECENSIONE #18/2020 ONORI by RACHEL CUSK - EINAUDI Stlile Libero Big


Dopo Resoconto e Transiti, l'ultimo stupefacente atto della trilogia che ha cambiato le regole del romanzo contemporaneo.

Onori
EINAUDI
Stile Libero Big
Traduzione di Anna Nadotti

pp. 192

€ 16,50

Il libro

«Onori raggiunge la perfezione formale. Cusk ha concluso la sua magistrale trilogia in modo trionfale».
Sally Rooney

Una donna in viaggio ascolta un estraneo seduto di fianco a lei mentre parla del suo lavoro, della famiglia e dell’angosciosa notte precedente, trascorsa a seppellire il cane. Faye, scrittrice e io narrante, sta raggiungendo il continente europeo per partecipare a un convegno. Nel caldo afoso, tra pause caffè ed eterne attese di navette che fanno la spola dal ristorante alla sede dei meeting, incontrerà colleghi, giornalisti, organizzatori culturali. Da quelle sue conversazioni emergerà un quadro meraviglioso e terribile di un’umanità confusa, scissa tra ciò che teme di essere e ciò che sceglie di mostrare.
Tra i migliori libri dell’anno per «The New York Times», «The New Yorker», «Financial Times», «The Guardian», «The Times», «The Times Literary Supplement».

«Cusk ha prodotto qualcosa di radicale e bellissimo… Onori è un libro sul fallimento che in sé non è un fallimento. In effetti, è un successo che lascia senza fiato».
The New Yorker

«Preciso e inquietante. Indimenticabile».
The New York Times

«Resoconto, Transiti e Onori si stagliano come capisaldi della letteratura inglese del XXI secolo».
The Guardian

«Tre romanzi che saranno considerati uno dei capolavori letterari della nostra epoca».
The Washington Post



Rachel Cusk




Rachel Cusk, nata in Canada nel 1967, vive e lavora nel Regno Unito. Ha pubblicato vari libri di narrativa e saggistica. Nel 2015 ha iniziato un'opera in tre parti che l'ha confermata come una delle voci piú innovative e importanti del panorama letterario internazionale. Resoconto, primo romanzo del ciclo pubblicato da Stile Libero nel 2018, è stato inserito da «La Lettura» tra i migliori 10 libri dell'anno. Nel 2019 è uscito il secondo volume, Transiti e nel 2020 il terzo volume, Onori.
RECENSIONE 

Con il romanzo Onori, si conclude la trilogia scritta da Rachel Cusk, iniziata con Resoconto e Transiti. In maniera del tutto casuale Onori, riprende la storia del primo, Resoconto. Siamo nuovamente su un aereo e Faye, la protagonista viaggia da sola verso l'Europa, dove come scrittrice viene chiamata a rivestire diversi ruoli: festival e incontri letterari. Sull'aereo e seduta accanto ad un uomo che le racconta la propria vita, soprattutto la morte sofferta del cane, soprresso perchè molto ammalato. Nel raccontare il rapporto che l'animale aveva con i diversi familiari, l'uomo attraversa diversi temi, già incontrati negli altri due romanzi: la difficoltà dei rapporti tra genitori e figli, la famiglia e il suo rapporto travagliato e fallimentare con la società, la disparità tra uomini e donne, l'incomunicabilità, il racconto.

Nel resto del romanzo non ci sarà più a figura dell'uomo che ha perso il cane ma, piuttosto una folta schiera di personaggi vari legati all'editoria: giornalisti, scrittori, agenti. Tuttavia appare chiaro l'intendimento del suo autore, ossia che le storie abbiano comunque valore e debbono essere ascoltate.

Il personaggio che ho amato di più nel romanzo è Betsy, la figlia dell'uomo che ha seppellito il cane. Sebbene faccia la sua comparsa all'interno del romanzo per poco tempo, attraverso le parole del padre,  con la sua sensibilità sa intuire le sfumature di menzogna nei discorsi di famiglia. In seguito la sua linea identificata nei racconti che facciamo della nostra vita, molti non veri, sono manipolatori, bruciano e consumano la nostra essenza. Questo concetto verrà assunto da moltri altri personaggi della storia.

Nel caso che vada a fuoco il concetto stesso di letteratura, come dice, la scrittrice Linda, incontrata al primo festival cui partecipa Faye:

<<I sentimenti nessuno li può vedere>>, e quindi di conseguenza sono difficilmente trascrivibili, ma anche perchè, come puntualizza il direttore editoriale della protagonista:

<<Si ptrebbe vedere l'intera storia del capitalismo come una storia di combustione, un bruciare non solo di materie sepolte nelle viscere della terra per milioni di anni, ma anche di conoscenza, idee, cultura.>>

Si comprende così anche la familiarità di Cusk non solo con le figure di armatori, parrucchieri, carpentieri, gente incontrata letteralmente per strada che raccontandosi poneva domande universali sull'esistere, e che qui invece tale diritto di parola, viene affidato agli addetti del mestiere, si tramuti in finzione, intesa come fuga dalla realtà, inganno e malafede. 

Non si tratta solo di un discorso sul tempo ridotto a lavoro e denaro, sulla mercificazione della vita, sulla perversione e falsità dei rapporti umani, che pure sono tutti in causa. Il fatto è che i <<rapporti tra uomini e donne>>, ancora troppo sbilanciati, come apprendiamo da un'altra intervistatrice della protagonista:

<<Ben presto mi sono accorta, ha detto, che in realtà non c'era nulla di peggio che essere un mediocre maschio bianco di mediocre talento e intelligenza: anche la più derelitta casalinga, ha detto, è più vicina al dramma e alla poesia di quanto lo sia lui, perchè se non altro, come ci mostra Louise Bourgeois, è capace di avere più di una prospettiva.>>

Diversi sono  temi che prevalgono in Onori: dalla questione femminile a quella ecologica ed economica-politica. Il fatto è che il <<sentimento del mondo>>, il rapporto <<poetico>> con le cose, per Cusk non è qualcosa di eccezionale, di snobistico, di elettivo. bensì <<qualcosa di molto comune e ordinario>>, come scrive in Onori. E allora, <<Che cosa sono gli onori, tributati a chi scrive, se non pericolosi specchi per le allodole? Ma cos'è in generale la gloria umana, se non la miseria del giorno dopo?>>

lunedì 27 gennaio 2020

FAZI EDITORE 23 gennaio alle ore 16:20 COMMENTO AL LIBRO EUGENIA by LIONEL DUROY

Esce oggi in libreria «Eugenia» di Lionel Duroy, tradotto dal francese da Silvia Turato.

Eugenia è cresciuta a Iaşi, centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere malvisti. Lo stesso accade nella famiglia di questa giovane studentessa di Lettere: sia i genitori che il fratello maggiore di Eugenia si lasciano contagiare dai pregiudizi razziali. Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian, invitato per una conferenza all’università, viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, soltanto la ragazza si schiera in sua difesa; colpita da un’improvvisa presa di coscienza, che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, si trasferisce a Bucarest, dove ritrova Mihail e finisce per innamorarsene. Mentre il malinconico scrittore, impegnato a confrontarsi con il suo ruolo di intellettuale nel contesto dell’antisemitismo crescente, è esposto a rischi sempre maggiori, Eugenia è determinata a opporsi alla barbarie e a difendere i suoi ideali di libertà: cercando di sopravvivere in un paese sconvolto dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per combattere il male è ricercarne l’origine.
Sullo sfondo di una nazione contraddittoria e affascinante, questo romanzo vede intrecciarsi magistralmente la grande storia del secondo conflitto mondiale e le vicende intime dei suoi personaggi. Traendo ispirazione dalle voci degli intellettuali che animarono la scena culturale dell’epoca, in particolare quella del brillante scrittore romeno Mihail Sebastian, Lionel Duroy firma un libro appassionante e profondo: accuratissimo nella ricostruzione storica, al tempo stesso «Eugenia» invita il lettore a porsi gli stessi interrogativi che qui animano la riflessione sull’origine del male portata avanti dalla protagonista, riflessione oggi più che mai necessaria.

«Il romanzo di Duroy è al tempo stesso storico, filosofico, tragico, rigoglioso, straziante, affascinante. Totale».
«L’Express»
«Il lettore di Lionel Duroy non dimenticherà facilmente Eugenia».
«Livres Hebdo»
«Lionel Duroy esplora la storia dimenticata della Romania durante la seconda guerra mondiale. Un romanzo vibrante di realtà».
«Elle»



Il mio commento:
 
Eugenia è cresciuta a Iaşi,centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, 
così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere
malvisti.Iaşi era la mia culla, il paese ha scosso la mia infanzia tanto quanto i 
pregiudizi razziali hanno contagiato la storia. Vengo comunque da un paese di cultura.
Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian,invitato per una conferenza all’università,
viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, Eugenia,lo difende. 
Se non ho le sue parole, ho ancora lo stesso gusto per la letteratura.
Comunque non è stata la scuola a contaminarmi, Col passare del tempo, tuttavia, una 
serie di domande sempre piú inquietanti si affacciano nella mente della giovane 
Eugenia: chi sono i prigionieri con le divise di fustagno a strisce che, rasati a zero e 
smagriti, lavorano sul ciglio della strada sorvegliati da guardie 
armate? Quali terribili colpe hanno commesso? Che cosa accadrà a lei e 
alle donne della sua famiglia quando i nemici invaderanno la sua Patria, 
come si vocifera sempre piú spesso in paese? Che cosa ne sarà di Mihail Sebastian?
Sono pagine che narrano di un’avventura clandestina, traendo ispirazione dalle voci
degli intellettuali che animarono la scena culturale dell’epoca, «drammatica e ricca 
d’umanità»,e che costituiscono,una «meditazione filosofica e religiosa che indaga 
le modalità dell’eroismo e i parametri di una vita morale in tempi di guerra».
A distanza di tanti anni dagli eventi narrati, sorprende l’attualità del
conflitto morale che le alimenta: il conflitto di una donna che si scopre
pacifista in tempo di guerra e cerca incessantemente la via giusta per 
opporsi al male e alla barbarie.
A distanza di tanti anni dagli eventi narrati, sorprende l’attualità del
conflitto morale che le alimenta: il conflitto di una donna che si scopre
pacifista in tempo di guerra e cerca incessantemente la via giusta per 
opporsi al male e alla barbarie. Colpita da un'improvvisa presa di coscienza, 
che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, 
si trasferisce a Bucarest,sono stata a lungo prigioniera di questa logica contorta 
che voleva destinarmi a diventare sua complice perché il sistema di relazioni in 
cui i protagonisti sono inseriti diventa rete di supporto e veicolo di salvezza
come nel mondo reale. Nel romanzo la vita scorre inesorabile, complessa, articolata. 
Persa nel mezzo della lotta per i suoi ideali di libertà: cercando di sopravvivere 
in un paese sconvolta dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per 
combattere il male è ricercarne l’origine. Budapest, tanto quanto nel mezzo della 
mia vita, ho sognato l'amore più di quanto lo vivessi. Tuttavia, l'ho toccato dal 
cuore senza riuscire a domarlo. E poi è arrivato questo grande desiderio di 
ricostruire ciò che è stato costruito male nella mia casa, con una dose eccessiva 
di fede e questa certezza di avere al mio fianco questo Dio dell'eternità che sembra
sempre sfuggirci. Quindi, ho preso a cuore le parole e ho raccontato tutte le mie 
emozioni o quasi. Volevo ripetere ancora, prima che tutto morisse, le dolci parole 
che non vengono più dette. Ho questo profondo romanticismo dalla mia Budapest che 
mi ha insegnato che amare molto ma, non è abbastanza, devi amare a lungo per essere 
quasi sicuro di amare davvero.

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Partecipo!

<<Mi accorgo che stai facendo il solito numero, vero Evita? Sei esausta? O soltanto sul punto di crollare. >>

<<Mamma ha fallito nella vita, ed è morta. Io invece voglio avere successo, e un modo per riuscirci deve essere per forza non fare le cose che faceva lei. Imparare dai suoi errori e fare il contrario.>>

<<Papà mi ripeté più volte di non angosciarmi, di non aver paura. Crescere, mi disse, è perdere opportunità, scegliere una sola esistenza tra le infinite possibili. Lo conosceva bene, lui, lo strazio di dover decidere, di non sentirsi all'altezza di niente. Lo trovava naturale, qualche volta salutare; diffidava delle certezze.>>

<<Le mie sorelle e le mie amiche non si sono piegate ad alcuno stereotipo, non si sono conformate a nessun cliché, non hanno compiaciuto nessuna aspettativa. Sono state per lo più impazienti. Sono state radicali e poco accomodanti. Sono state tremendamente oneste. A dirla tutta, sono state piuttosto antipatiche. Ognuna di loro ha condotto con onestà e determinazione la propria ricerca, spesso nella solitudine, aprendo un varco nel tempo. Da lì, come una fiamma, ha illuminato il presente in cui viveva, ma anche il futuro.>>

<<Alcuni mi giudicano radicale e inflessibile, ma, quando Dio non si occupa di te, come puoi essere morbida con gli altri, o anche solo meno severa? Dev'esserci stato un momento in cui ero nella Sua grazia, ma poi è venuta meno e Lui ha smesso di parlarmi. E io, che mi sono sempre sentita speciale, all’inizio non potevo capacitarmene. “Sarà solo una prova” mi dicevo, “cambierà”. Tuttavia non è accaduto e ancora adesso non la distinguo, la Sua voce. Eppure avrei così bisogno di un Suo consiglio.>>

<<Evita, sentì che per tutta la vita avrebbe oscillato tra una percezione di pericolo e una di sicurezza, senza sapere mai come stavano davvero le cose.>>

<<Il giorno in cui aveva lasciato l’ospedale con Emi fra le braccia, le era parso di trovarsi su un pianeta diverso da quello in cui viveva prima. La gente la guardava giusto il tempo di togliersi di mezzo. Se qualcuno si fermava a parlare con lei, le dava attenzione, si trattava sempre di un’altra donna, una donna con tanti consigli su come fare la madre, una donna che voleva sapere il nome della bambina e quanto aveva. Era entrata in un mondo composto esclusivamente da donne che, pur rivolgendosi a lei in tono amichevole, la trattavano come una nuova collega la cui incompetenza era risaputa.>>

<<Non c’è all’angoscia, alla solitudine, che pervade l’ultimo, intenso ricordo “Tu, che scompari”. Questa apocalisse di tanto in tanto ruba qualcosa, e ingoia anche ricordi interi. Non volevo esserci quando mi avresti dimenticato. Non volevo vedermi scivolare via dalla tua mente. Speravo di dimenticarti per prima. A volte però questa convinzione vacillava. Ti telefonavo e mi arrabbiavo come se fossi tu quello che aveva così tanta paura di essere dimenticato da sentirsi costretto a lasciare l’appartamento, la città, e stabilirsi altrove, dove nulla era familiare, o tanto familiare da temere di perderlo. >>

Risposta a
Anna Perillo Ho paura di non riuscire a lasciare un segno nella vita delle persone che amo e quindi di essere poi dimenticata. I ricordi, rendono le persone immortali.

"La passione non conosce le buone maniere. Le dita di lei colpivano nel segno. Mi avrebbe voluto legare a sé con delle corde, stringere a sé senza che ci potessimo muovere, se non corpo su corpo, e non sentendo altro che il reciproco sentirsi. Ci avrebbe privato di ogni senso, tranne che del tatto e dell'olfatto. In un mondo cieco, sordo e muto avremmo potuto soddisfare la nostra passione all'infinito. La fine sarebbe stata un nuovo inizio. Solo lei, solo io. Era gelosa, ma lo ero anch'io. Era animalesca nell'amore, ma lo ero anch'io. Eravamo tanto pazienti da contarci i capelli in testa, troppo impazienti di spogliarci. Non c'era un vincitore, le nostre ferite si equivalevano."

#Anna Perillo - Dicesti: "Me ne vado via da lui perché il mio amore per te fa di ogni altra vita una menzogna".Ho nascosto queste parole nella fodera del cappotto. Le tiro fuori come fa un ladro di gioielli quando nessuno lo vede. Non sono sbiadite. Niente di te è sbiadito. Sei ancora del colore del mio sangue. Sei il mio sangue. Quando mi guardo allo specchio, non è la mia faccia quella che vedo. Il tuo corpo è raddoppiato. Una volta sei tu e una volta io. Chi è chi? 

  "A volte, credo di dimenticarlo il tuo nome. Non lo ricordo, ecco. Credo di ricordarlo e poi non lo ricordo più. Il tuo nome diventa tutti gli altri nomi, distillati tutti insieme in un unico suono bianco." 

"L'assenza muove la mia vita. Sono un corpo dimezzato, un'anima senza contorni. Non ci sono pareti da toccare, dentro di me."
  
"Ho riso anch'io, per un istante la vita si è messa in mezzo e ha dato movimento. Ma guardavo te, volevo le tue parole e le parole dietro le parole.""Il tuo nome spicca in mezzo agli altri come un fiore giallo, una chiazza di sangue. L'oggetto della mail dice: non ti ho dimenticata.Sposto il cursore del mouse su vecchi messaggi di altre persone. Li evidenzio, li rileggo.Prendo tempo.So che stai tornando. Lo so prima di sapere. "

Mi fanno sempre impressione gli addii, quando il nulla, un grigio scorcio di città, anonimi binari di ferro, s'inghiottono la famigliarità d'un volto, il profumo d'una persona cara.Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste. Sapevo il motivo di quella tristezza. Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio. Era ormai il tramonto. Gli umani che camminavano sul mio stesso marciapiede andavano tutti di prescia. Molto di loro, forse, correvano verso un amore, verso braccia protese nella notte. Due innamorati, stretti l'uno all'altro, mi sono passati accanto senza vedermi. Avrei voluto seguirli come facevo da bambina con i clienti (i genitori avevano un albergo sgangerato, n.d.r.) , e chiedergli di tenermi un po' con loro, sotto il cappotto. Ma nel loro mondo non c'era posto per me. Ho stretto i pugni nelle tasche per farmi un po' di coraggio.

"Ma è una specie di arco, no? Può essere tondo o lungo o basso o stretto e alto come una porta, e magari prima ancora che tu incontri qualcuno hai già dentro di te l'inizio di una curva e lo senti e non capisci cosa sia. Poi ci sei sopra e fino a un certo punto ti sembra di salire soltanto, e ti fermi e sei in alto e ti sembra che possa durare così per sempre e non ti rendi conto che stai già cominciando a scendere verso terra di nuovo."

"Lui chiede ancora com'era quell'amore, com'era vissuto. Lei dice: - Come un amore che ha un inizio e una fine, indimenticabile anche quando lo si è dimenticato, non ricordo più".

La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #17/2020 BOHE'MIEN MINORI by EIMEAR McB...

La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #17/2020 BOHE'MIEN MINORI by EIMEAR McB...: Bohémien minori Eimear McBride LA NAVE DI TESEO Traduzione di Tiziana Lo Porto Pagine 400 Euro 22 In libreria dal 10 di Ot...

RECENSIONE #17/2020 BOHE'MIEN MINORI by EIMEAR McBRIDE - LA NAVE DI TESEO


Bohémien minori

Eimear McBride

LA NAVE DI TESEO

Traduzione di Tiziana Lo Porto

Pagine 400

Euro 22

In libreria dal 10 di Ottobre 2019 

#La Nave di Teseo #Relazione #Teatro #Studentessa #Londra #Passato #Baratro #Corpi #Sesso #Amore #Pornografia #Sferragliare notturno #Film #Narrativa Irlandese #Sally Rooney (1991) #Lisa McInervey (1981) #La ragazza lasciata a metà #Safarà #Women Prize for Fiction #Donna Tartt #Goldsmiths Prize #Nuove possibilità alla forma del romanzo #Abusi #Legame #James Tait Black Memorial Prize #Storia d'amore #Redime #Tiziana Lo Porto #Ignobile errore #Coscienza #Donna #Prima volta #Scuola di recitazione #Autobiografico #Romanzo #Libro #Capitolo

Il libro

Eily ha diciotto anni, si è appena trasferita a Londra dall’Irlanda: vuole studiare recitazione, cominciare a lavorare, diventare famosa, un po’ come tutte la aspiranti attrici che arrivano dalla provincia. Se all’inizio la città la stordisce – è dopotutto una ragazza semplice e un po’ ingenua – piano piano inizia a trovare il suo posto nel mondo e a farsi delle amicizie. Non sa ancora però quanto tutto è in procinto di cambiarla di nuovo e per sempre, fino a quando non incontra Stephen, un attore di vent’anni più grande di lei, e non se ne innamora follemente.
I due iniziano una relazione che li appassiona e li consuma, sfociando spesso in una violenta inquietudine: se Eily è elettrizzata dal loro amore e dalle luci della grande città, Stephen è perseguitato dai demoni del suo passato e dalla paura dei rovinosi rischi del loro rapporto.
Sullo sfondo della Londra vibrante degli anni ’90, Bohémien minori è il racconto della scoperta del desiderio e della più estrema vulnerabilità cui
ci consegna: la storia di Eily e Stephen, serrata, conturbante, epica e innocente, si accende tra le pagine con l’immediatezza della vita, celebrando i luoghi oscuri dell’amore e le vette della sua grandezza, in eterno bilico tra perfezione e catastrofe, attraverso un’epifania letteraria indimenticabile e totalizzante.

Eimear McBride

Eimear McBride è nata in Irlanda nel 1976 e ha studiato recitazione presso il Drama Centre di Londra. Il suo romanzo di debutto, Una ragazza lasciata a metà, è stato un caso letterario internazionale, insignito di numerosi premi, tra cui il Goldsmiths Prize, il Baileys Women’s Prize for Fiction e l’Irish Novel of the Year. Scrive su “The Guardian”, “TLS “e “New Statesman”. Bohémien minori ha vinto il James Tait Black Prize for Fiction 2017.

RECENSIONE

Bohémien minori è il secondo romanzo di Eimear McBride, narra la difficile costruzione di una relazione tra una diciottenne, studentessa di teatro a Londra, e un attore do vent'anni più grande.

Il romanzo narra un'iniziazione difficile. Il passato, il baratro. E poi i corpi, il sesso, l'amore. Ma nessuna pornografia.

"Nello sferragliare notturno parlando di film camminiamo (...)"

"Così indugia, quel baratro che ho visto. Vicino alla mia lingua rimanendo in silenzio come quelle acque chete del suo passato che, quando oso chiedere, lui presenta come fosse vetro."

"In questo momento lo amo così tanto (...) Ma, Presto. E' di nuovo passato. Abbiate compassione per chi è finito. Ne abbiamo e restiamo sdraiati tranquilli ricordando quale corpo è suo, quale mio."

Un romanzo che conferma McBride classe (1976) come  voce originale e importante della nuova narrativa irlandese, insieme ad autrici come Sally Rooney (1991) e Lisa McInervey (1981). Con il suo primo romanzo "Una ragazza lasciata a metà" tradotto in Italia da Safarà, divenuto pièce teatrale con Elena Arvigo, valse a McBride, in Gran Bretagna, il Women Prize for Fiction, battendo Donna Tartt; poi il Goldsmiths Prize, riservato a coloro che abbiano inseguito e descritto nuove forme <<nuove possibilità alla forma del romanzo>>. 

La storia raccontata nel romanzo è quella di una giovane vittima di abusi e del legame con il fratello, consumato da un tumore al cervello (particolare questo che davvero ha toccato personalmente l'autrice). Ed ora l'autrice pubblica questo secondo romanzo, vincitore del prestigioso James Tait Black Memorial Prize, in uscita in Italia per la Nave di Teseo.

Nella trama di Bohémien minori, entrambi i protagonisti hanno subito abusi, per quanto forte e a tratti disturbante, la vicenda si rifà ai canoni della storia d'amore che salva e redime.

La scrittura usata da Tiziana Lo Porto è incurante delle virgole, ricercata, poetica e insieme popolare.

"Appannata dall'acqua della vasca da bagno passo dalle sette alle otto. I momenti gocciolano ripercorrendo l'ingnobile errore di ieri notte. Sogno di essere diventata sottile e alta come un arco. Parlando e scherzando, riservata e in gamba e dalle sopracciglia distanti, non qui a mollo, sotto la schiuma."

La lettura del romanzo è un flusso di coscienza di una giovane donna con i suoi pensieri e sensazioni sulle prime volte: a volte: a letto, a Londra, sul palco. La ragazza diciottenne si è trasferita dalla provincia irlandese per frequentare la scuola di recitazione, come fece alla sua stessa età l'autrice, anche se il romanzo non è autobiografico.

Nel primo libro narra di un abuso nel momento in cui avviene. Nel secondo il dopo, scegliendo due personaggi di età diversi. Lui, trentottenne, rovinato da quanto ha subito ma aggrappato alla vita grazie a una figlia adorata, seppur lontana; lei che, a 18 anni, può ancora decidere chi essere. Per oltre metà del libro non sappiamo i loro nomi. Poi ciascuno pronuncia quello dell'altro, nel momento più difficile. Lei, Elly, quando pensa che non lo rivedrà più. Lui, Stephen, la prima volta in cui le dice di amarla.

 

 

 

domenica 26 gennaio 2020

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La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #16/2020 STOIA DELLA NOSTRA SCOMPARSA b...

La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #16/2020 STORIA DELLA NOSTRA SCOMPARSA b...: Jing-Jing Lee Storia della nostra scomparsa FAZI EDITORE Traduzione di Stefano Tummolini Pagine: 400  Prezzo in libreria:...

RECENSIONE #16/2020 STORIA DELLA NOSTRA SCOMPARSA by JING JING LEE - FAZI EDITORE


Jing-Jing Lee

Storia della nostra scomparsa

FAZI EDITORE

Traduzione di Stefano Tummolini

Pagine: 400 
Prezzo in libreria: € 17

#Fazi Editore #Romanzo #Libro #Jing Jing Lee # Donne # Singapore # Esercito Imperiale
 # Comfort Women #Capitoli
 
Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza?
Sessant’anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.
Con una scrittura poetica e potente, in questo romanzo d’esordio Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all’oblio.

«Una storia straziante, ma colma di speranza, sulla memoria, il trauma e l’amore».
«The New York Times»

«Un libro autentico, un’autrice che dimostra una grazia ammirevole nella scrittura».
«The Sunday Times»

«Una storia avvincente sulle generazioni tormentate dalla guerra e dal silenzio che circonda le loro sofferenze».
«Kirkus Reviews» 


Jing-Jing Lee

È nata e cresciuta a Singapore. Nel 2011 ha conseguito il master in Scrittura creativa a Oxford. Alcuni suoi racconti e poesie sono apparsi in diversi giornali e antologie. Nel 2013 è stato pubblicato il suo racconto lungo If I Could Tell You (Marshall Cavendish) e nel 2015 è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie intitolata And Other Rivers (Math Paper Press). Attualmente vive ad Amsterdam. Storia della nostra scomparsa è il suo primo romanzo.
RECENSIONE

Storia della nostra scomparsa è un racconto di dolorosa memoria di donne che vollero dimenticare se stesse. Esordio romanzesco di Jing-Jing Lee, ispirato alle vicende di guerra della sua famiglia, che narra la vita di Wang Di, una delle tante donne ridotta in schiavitù sessuale.
Le chiamano <<donna di conforto>>, schiavizzate sessualmente in un bordello di militari giapponesi, durante l'occupazione di Singapore (1942-1945), quando la città era colonia britannica. Un dramma che coinvolge i territori occupati dall'esercito imperiale di Hirohito: molte donne: cinesi, coreane, filippine e di altri Paesi del Sud-Est asiatico, venivano rapite e costrette a prostituirsi nelle prigioni-bordello (le comfort station), dove la maggior parte morì per le condizioni sanitarie, le conseguenze degli aborti, le sevizie, i suicidi.

La parola <<scomparsa>> è importante nel titolo del libro per focalizzare un dolore lontano, per come le ex comfort women sono scomparse. Nel romanzo, prosegue Lee, descrive gli effetti duraturi del trauma della guerra, quando Wang Di, il cui nome significa <<speranza di un fratello>>, perchè la nascita di una femmina non avrebbe portato niente di buono.

Dopo la morte del marito il Vecchio, Chia Soon Wei, rimasta sola e povera, all'età di 75 anni Wang Di vive nel suo appartamento. Non ha mai raccontato la sua storia e di come la ammonì la madre:

"Non dirlo a nessuno. Nè a me, nè a tuo padre, nè ai vicini. E soprattutto non dirlo all'uomo che sposerai (...) Nessuno deve saperlo."

Ora Wang Di rimasta vedova si rende conto, ormai tardi, che avrebbe dovuto essere sincera sul suo passato, che si arricchisce delle parole del Vecchio:

"Non c'è niente di cui vergognarsi (...). Non hai fatto niente. Niente di male>>.

Attraverso le parole dell'autrice che descrivno la vergogna rimasta addosso alle sopravvisute, specialmente quelle segnate da ferite fisiche, malate croniche o infertili. Alcune hanno raccontato la sua esperienza solo da anziana.

Qualcuna non è mai tornata a casa per paura di non essere accettata, altre sono rimaste sole tutta la vita. E ancora oggi, molte donne singaporiane non hanno ammesso di essere un'ex comfort woman. La trama racconta di una ragazza di 16 anni che vive con i genitori e i fratelli più piccoli nel Kumpong, il villaggio, dove aiuta in casa e lavora al mercato.

Quando è scoppiata la guerra, le cose cambiano. E cominciano le razzie nelle case, non solo di cibo: molte donne e ragazziene vengono aggredite nelle loro case dai soldati. Non serve che il padre la travesta da maschio, nel 1942 Wang Di viene strappata alla famiglia.

Nella <<stazione di comforto>> dove viene portata, la sua agonia dura tre anni. Prima è il nome a scomparire (ora si chiamerà Fujiko), poi il corpo (non le appartiene più, è diventato di proprietà degli sconosciuti). Scompare la sua dignità (non riuscirà più a guardare la sua famiglia negli occhi). Le resta la vergogna. E il disonore. 

"Certi dicevano che l'aveva fatto per soldi. Che voleva trovarsi un marito. Che aveva fatto la vita facile. Perfino dopo il matrimonio la vergogna le era rimasta addosso."

La storia di Wang Di, subisce un salto temporale. Sarà Kevin, un tredicenne, ad aprire un varco nel passato di Soon Wei, dopo la confessione di sua nonna sul letto di morte. Ed è questa vicenda a ispirarsi ai fatti della famiglia Lee.
Durante l'invasione, il Giappone fu respinto per un periodo dalla Resistenza. Per vendicarsi, l'esercito assal' il villaggio dove viveva il bisnonno. Fu un massacro. Anni dopo, quando il padre incontra una donna identica alla madre, pensa che potrebbe essere sua zia, la bimba svanita. Ma non si accerterà mai, per non risvegliare quel dolore che non si è mai assopito. 

Non c'è stato nesun riconoscimento per il genocidio commesso.

Questa è la storia della scomparsa di una donna, e della memoria che l'ha riportata in vita. Sul libro, c'è una dedica:<<Alle nonne che hanno raccontato le loro storie>>. Perchè non scompaiono ancora.

POST #11/2020 STORIA DELLA NOSTRA SCOMPRSA by JING-JING LEE - FAZI EDITORE

"Le donne trattate come schiave sessuali" dall'esercito giapponese durante la Seconda guerra mondiale. Voci finora soffocate raccontano una versione dei fatti opposta a quella dei dominatori".
"Il grido delle donne capovolge il passato".


Jing-Jing Lee

Storia della nostra scomparsa

FAZI EDITORE

Pagine: 400 
Prezzo in libreria: € 17  

 

Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza?
Sessant’anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.
Con una scrittura poetica e potente, in questo romanzo d’esordio Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all’oblio.
«Una storia straziante, ma colma di speranza, sulla memoria, il trauma e l’amore».
«The New York Times»

«Un libro autentico, un’autrice che dimostra una grazia ammirevole nella scrittura».
«The Sunday Times»

«Una storia avvincente sulle generazioni tormentate dalla guerra e dal silenzio che circonda le loro sofferenze».
«Kirkus Reviews»

Jing-Jing Lee


È nata e cresciuta a Singapore. Nel 2011 ha conseguito il master in Scrittura creativa a Oxford. Alcuni suoi racconti e poesie sono apparsi in diversi giornali e antologie. Nel 2013 è stato pubblicato il suo racconto lungo If I Could Tell You (Marshall Cavendish) e nel 2015 è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie intitolata And Other Rivers (Math Paper Press). Attualmente vive ad Amsterdam. Storia della nostra scomparsa è il suo primo romanzo.

 

 

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