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lunedì 30 settembre 2019

RECENSIONE #105/19 NOTTE A CARACAS by KARINA SAINZ BORGO - EINAUDI STILE LIBERO





NOTTE A CARACAS
KARINA SAINZ BORGO
EINAUDI STILE LIBERO
Traduzione di Federica Niola
Pagine 208 £17,00


SINOSSI

 

In una terra meravigliosa, che prima della crisi era la piú ricca del subcontinente americano e ora è dilaniata dalla corruzione, dalla criminalità e dalla repressione politica, Adelaida cerca solo di sopravvivere. Ma un giorno, tornando a casa, scopre che la chiave nella serratura non gira piú: il suo appartamento è stato sequestrato e devastato da una banda di donne legate al regime. Senza un posto in cui andare, cerca rifugio dalla vicina, la cui porta è stranamente aperta, ma la trova stesa a terra, morta. Ogni speranza sembrerebbe svanita, invece quell’ennesimo evento tragico potrebbe rivelarsi la sua unica occasione di salvezza.
Il libro piú acquistato all’ultima Fiera di Francoforte. Venduto in 22 Paesi. Un successo internazionale.
«Un romanzo potentissimo».
ABC
«Il ritratto di un paese, il Venezuela, in cui manca tutto».
El Mundo
«Questo è un romanzo che viene dal futuro».
La Vanguardia

Biografia

Karina Sainz Borgo

Karina Sainz Borgo (Caracas, 1982) vive in Spagna da dodici anni. È autrice di alcuni saggi politici e scrive su «El Nacional» ed «El Mundo». Questo suo primo romanzo è in corso di traduzione in 22 paesi.


 RECENSIONE

Del malessere profondo ci parla Notte a Caracas, di Karina Sainz Borgo. Le donne, un cadavere, il regime sono il nucleo del mistero. La protagonista del romanzo è Adelaide, una donna <<vedova>> di una vita che l'ha lasciata sola senza neanche sposarla. Scaraventata in una Sudamerica dove la notte si tinge di buio. Il Venezuela del Comandante, dei Figli della Rivoluzione e dei Motorizzati della Patria. In una Caracas abitata da fantasmi e zombie. E donne e uomini che presto lo diventeranno. L'incubo infinito di una stagione virata al nero.

Notte a Caracas è un romanzo in apnea. La discesa senza respiratore nella melma di un'umanità che ha perso il controllo. Adelaide è sola. Il suo uomo Francisco, un giornalista, gliel'hanno ammazzato. Proprio nel momento in cui cominciava ad amarlo. La madre Adelaide anche lei, appena morta. Lei che aveva sacrificato la sua vita a studiare Lettere all'Università. E si era rovinata la vista a dare ripetizioni, per portare a casa qualche soldo in più e far studiare la figlia. Poi mamma Adelaide si era ammalata. E poi era morta. Portandosi dietro il suo segreto. Che la figlia aveva guardato al di qua del confine. 

Senza la figura di un padre. Perso ndella nebbia della meschinità e della vigliaccheria. Loro due insieme erano andate avanti. Come vanno avanti le donne. Con dignità. Oltre la quale c'è sempre una salvezza. Forse l'unica. Loro (le donne) conoscono la strada. Senza recriminazioni. Solo un  sottile dispiacere. Per quell'uomo che non sapeva cosa si è perso. Adelaide vive da sola. In una casa occupata da altre donne. Cattive e marce. Un cadavere che non ha un'identità, nè un conto in banca, un passaporto. Un'identità che Adelaide riesce a riesumare. 

In mezzo c'è l'incontro con Santiago, il fratello intelligentissimo dell'amica Ana, che ormai crede finito in una fossa comune. Come tanti altri, troppi dissidenti di un regime che osteggia chi ha la libreria troppo piena. E crede nel potere delle parole scritte. Santiago che finisce in carcere la Tumba, dove il sistema vive di sorprusi e violenze. C'è anche la decisione dello studente idealista che per salvarsi la vita diventa uno dei bracci violenti del regime del comandante.

Il nome di Chèvez, non comparirà mai nel romanzo, ma è presente più che mai. Caracas che langue decadente e non sa difendersi. Ostaggio di un passato di speranza e di un presente che non riesce a coniugarsi al futuro. Adelaide lotta a modo suo. Come una donna. Soffre e si dispera. Ma ce la fa. Mentre il Venezuela vacilla e scivola verso un fondo di un mare che non ha niente di limpido, di cristallino.

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