SONO LE PESTILENZE I KILLER DELLA STORIA
1901. La peste dilaga sull'isola di Mingher e l'uomo chiamato a fermarla viene ucciso in circostanze misteriose. Nel destino di quella piccola isola e dei suoi abitanti Orhan Pamuk ha ricreato un mondo, parlando al nostro presente con una forza e un'intensità che sono quelle della grande letteratura.
Le notti della pesteEinaudi2022
Supercoralli
pp. 720 - € 25,00
Il libro
Nell’aprile
del 1901 un piroscafo si avvicina silenzioso all’isola di Mingher,
«perla del Mediterraneo orientale». Dall’imbarcazione scendono due
persone: il dottor Bonkowski – il maggior specialista di malattie
infettive dell’Impero ottomano – e il suo assistente. Bonkowski è lí per
conto del sultano: deve indagare su un nemico invisibile ma mortale,
che rischia di mettere in ginocchio un Impero già da molti definito il
«grande malato d’Europa» e innescare cosí una reazione a catena nei
delicatissimi equilibri continentali. Sull’isola di Mingher, si dice,
c’è la peste. Il morbo viene rapidamente confermato, ma imporre le
corrette misure sanitarie rappresenta la vera sfida, soprattutto quando
le esigenze della scienza e della medicina piú nuova si scontrano con le
credenze religiose. In quest’isola multiculturale dove musulmani e
cristiani ortodossi cercano di convivere pacificamente, la malattia
funge da acceleratore delle tensioni sociali e non solo: poco dopo aver
parlato con il governatore e chiesto che venga imposta la quarantena, il
corpo del dottor Bonkowski viene trovato senza vita in un vicolo.
In un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorità a
rafforzare le misure di contenimento: queste però aumentano le frizioni
tra le varie identità dell’isola (e dell’Impero), tra chi le asseconda e
chi nega l’esistenza stessa della malattia, o l’efficacia della
quarantena, gettando la comunità nelle tenebre di una notte non soltanto
sanitaria.
Le notti della peste è un’opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di Tolstoj, di Manzoni, del Conrad di Nostromo,
di Camus. Romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva
di ogni nazionalismo verso l’autocrazia dell’uomo forte), brulicante di
personaggi e di storie, di guerre, amori e immortali tensioni etiche.
In cui il particolare – le esistenze dei singoli individui travolti
dalla Storia – si apre all’universale – il rapporto tra paura e potere,
tra vita e destini generali, tra fede e ragione, tra modernità e
tradizione.
Il libro
In un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorità a
rafforzare le misure di contenimento: queste però aumentano le frizioni
tra le varie identità dell’isola (e dell’Impero), tra chi le asseconda e
chi nega l’esistenza stessa della malattia, o l’efficacia della
quarantena, gettando la comunità nelle tenebre di una notte non soltanto
sanitaria.
Le notti della peste è un’opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di Tolstoj, di Manzoni, del Conrad di Nostromo,
di Camus. Romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva
di ogni nazionalismo verso l’autocrazia dell’uomo forte), brulicante di
personaggi e di storie, di guerre, amori e immortali tensioni etiche.
In cui il particolare – le esistenze dei singoli individui travolti
dalla Storia – si apre all’universale – il rapporto tra paura e potere,
tra vita e destini generali, tra fede e ragione, tra modernità e
tradizione.
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