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lunedì 26 settembre 2022

RECENSIONE "MASEN'K" DI VLADIMIR NABOKOV - ADELPHI

Dall'autore di <<Lolita>>, Adelphi pubblica <<Masen'ka>>, scritto quasi cent'anni fa. L'autore immagina con struggente nostalgia per una Russia adolescenziale che non esiste più la storia di due innamorati attraverso le lettere che sorvolano le trincee incuranti del sordo rombo della storia. Nabokov racconta la sua nostalgia, ed è raro imbattersi in un Nabokov tanto sincero e accorato. Ma se i ricordi sono il solo patrimonio di un esule, è giusto gestirli con discrezione. Si sa, la nostalgia è uno strumento da maneggiare con cautela. <<Una spirale colorata in una biglia di vetro>> è così che vedo la mia vita, dirà l'autore.Occorre tenerlo presente se si vuole entrare in sintonia con Masen'ka, il romanzo di esordio che in questi giorni Adelphi ripropone nella bellissima traduzione di Franca Pece. Benchè il romanzo sia stato scritto tra il 1925 e il 1926, l'edizione di riferimento è quella tradotta in inglese quarantacinque anni dopo, sotto  la supervisione del suo autore. Anche per questo occorre considerare l'omaggio che, nell'introduzione, un Nabokov, ormai sulla soglia della tomba, gli rivolge senza troppi perifrasi. In Masen'ka ci sono degli affini all'opera Lolita. <<Vista l'eccezinale distanza dalla Russia e il fatto che la nostalgia rimane compagna della vita , non provo alcun imbarazzo ad ammettere l'acuta fitta sentimentale di attaccamento al primo libro>>. In un certo senso si tratta della stessa nostalgia che affligge i personaggi di quel primo romanzo. La sola differenza è che essa ha per oggetto il mondo perduto di una Russia avita che non potrà mai più accoglierli. Non deve sorprendere allora che, proprio come in altri romanzi che lo seguiranno, anche qui, Nabokov stabilisce una relazione lirica tra la patria perduta e la donna amta. L'intero romanzo si articola nell'attesa di una fiamma dei tempi dell'adolescenza la cui improvvisa , insperata ricomparsa, in una squallida pensione berlinese, incombe sul protagonista come una promessa di felicità e di rivalsa. La Storia li ha divisi interrompendo un idillio adolescenziale tanto più romantico perchè spezzato dall'intervento di eventi imprevisti e sfavorevoli. E tuttavia il sentimento che anima il giovane Garin è così straziante da gettare un'ombra ventura sull'intera opera nabokoviana. Niente somiglia all'esilio come un amore adolescenziale non pienamente vissuto. Masen'ka è un romanzo perfetto. La luce invernale invernale promanata da ogni suo scintillante capoverso è una promessa di gioie future. Non fai in tempo a pensarlo, che già la prosa cambia, sembra il Dna a cui attingeranno a piene mani i capolavori a venire. Nabokov nel libro scrive:<<C'era qualcosa di commovente e di meraviglioso nel modo in cui le loro lettere riuscivano ad attraversare la terribile Russia  di allora, come bianche farfalle cavolaie in volo sopra le trincee>>. Rispose alla seconda lettera con molto ritardo, e lei non riusciva a capire cosa fosse successo, convinta com'era che, per quanto riguardava la loro corrispondenza, i comuni ostacoli di quei giorni, per chissà quale motivo, non esistessero>>. L'immagine di una bella farfalla che svolazza regale e felice, incurante del disastro circostante e del sordo rombo della Storia esprime al meglio il senso dell'opera nabokoviana.

Il testo

Masen'ka è il romanzo d'esordio di vladimir Nabokov: scritto nel 1925, fu pubblicato l'anno successivo a Berlino da una casa editrice dell'emigrazione russa. di nabokov Adelphi ha in catalogo venticinque titoli, l'ultimo dei quali, apparso nel 2021, è Lezioni di lettereatura russa.

La trama 

Negli ultimi quattro giorni in cui condivide i pasti con i personaggi che affollano la sordida pension della vedova Don (un vecchio poeta, due ballerini classici <<leziosi e incipriati>>, una polposa ragazza), il protagonista Ganin aspetta con ansia crescente l'arrivo di Masen'ka, il primo amore, oggi moglie di un altro. Ganin rivive così, con intensità lancinante, la stagione trascorsa con lei, da dolescente, nella amta casa di campagna, sullo sfondo della natura fiabesca della Russia, terra natale perdta per sempre.

Lo scrittore 

Romanziere, saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta, vladimir Vladimirovic nabokov (San Pietroburgo, Russia, 22 aprile 1899-Montreux, Svizzera, 2 luglio 1977) lasciò la Russia con la famiglia d'origine dopo la rivoluzione del 1917 per recarsi in Crimea. Dopo la disfatta dell'Armata Bianca, i Nabokov si trasferirono in Gran Bretagna. Completati gli studi di slavo e lingue romanze al trinity College di Cambridge, Vladimir - che parlava inglese e francese oltre il russo - si trasferì a Berlino dove il adre venne ucciso il 28 marzo 1922 e poi a Parigi, acquistando notorietà nell'ambiente dell'emigrazione russa. Arrivò negli usa nel 1940 e divenne cittadino americano nel 1945. Qui venne pubblicato nel 1955 il suo romanzo più famoso, Lolita. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in Svizzera.

Vladimir Nabokov

Mašen’ka

ADELPHI

Traduzione di Franca Pece
Biblioteca Adelphi, 738
2022, pp. 150 - euro 18,00
Temi: Letterature slave
 
Il libro
 
«La nota propensione dei principianti a violare la propria vita privata inserendo sé stessi, o un sostituto, nel loro primo romanzo è dettata, più che dall’attrattiva di un tema già pronto, dal sollievo di sbarazzarsi di sé prima di passare a cose migliori» scrive Nabokov introducendo la traduzione inglese di Mašen’ka con l’abituale, «scintillante alterigia» (la formula è di Citati). Ma di che cosa, in realtà, deve «sbarazzarsi» l’autore attraverso Ganin, l’émigré russo che nei primi anni Venti trascina la sua «insulsa indolenza» per le strade di Berlino? Il Nabokov appena ventiseienne che dedica il libro alla giovane moglie ha ormai capito che occorre lasciarsi alle spalle «i flirt di anni passati». Così, negli ultimi quattro giorni in cui condividerà i pasti con i tragicomici personaggi che popolano la sordida pension della vedova Dorn (un vecchio poeta, due ballerini classici «leziosi e incipriati», una polposa ragazza), mentre aspetta in un’ansia crescente l’arrivo di Mašen’ka, la donna che è stata il suo primo amore e che oggi è la moglie di un altro, Ganin rivivrà, con intensità lancinante, la stagione trascorsa con lei, da adolescente, nella diletta casa di campagna, sullo sfondo della natura fiabesca della Russia, la terra natìa per sempre perduta. Intuendo, in qualche modo, che quei quattro giorni, in cui non c’è alcuna «discrepanza fra il corso della vita passata e quello della vita presente», rimarranno forse «i più belli della sua vita».  

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