Una voce chiara per un diario intimo
Caterina Giuseppa Buttitta
Tove Ditlevsen
Gioventù
Fazi Editore
Traduzione di Alessandro Storti
Dopo Infanzia, il secondo capitolo della trilogia di Copenaghen, grande classico della letteratura danese oggi riscoperto e acclamato a livello internazionale.
La piccola Tove è cresciuta in fretta:
costretta ad abbandonare la scuola molto presto, a quattordici anni
compie i primi passi nel mondo del lavoro. Indossato il vestito buono e
infilato il grembiule in cartella, di prima mattina si presenta a casa
della signora Olfertsen, che l’ha assunta come domestica. Durerà
soltanto un giorno, e sarà la prima di una serie di esperienze
mortificanti. Lasciata l’abitazione dei genitori, la ragazza si sistema
in una stanzetta fatiscente; la notte dorme col cappotto addosso e deve
sottostare a una padrona di casa nazista, ma quei pochi metri quadrati
sono solo suoi. Insieme all’emancipazione arrivano nuove amicizie, vita
notturna, e la scoperta degli uomini, con cui vive degli incontri
maldestri e mai veramente desiderati. Lei ha fame d’altro: di poesia, di
amore, di vita vera. Mentre l’Europa scivola nella guerra Tove,
determinata nel perseguire la sua vocazione poetica, va per la sua
strada, lungo il difficile cammino verso l’indipendenza. Uno sguardo
sempre più affilato, una personalità sempre più definita: costantemente
in bilico tra una libertà appena conquistata e lo spaesamento che questa
comporta, comincia a delinearsi il tipo di adulta che diventerà.
Gioventù è il ritratto straordinariamente onesto e coinvolgente
di una fase cruciale della vita, e Tove Ditlevsen, ancora una volta, ha
un grande merito: nel raccontarci di sé ci rivela qualcosa su tutti
noi.
«Prima ancora di Joan Didion e
di Annie Ernaux, la scrittrice danese trasforma la propria esistenza in
opera d’arte: è a partire dalle vicende personali che Ditlevsen
raggiunge l’universale; è raccontando la propria storia che riesce a
narrare la vita di ognuno di noi. E lo fa con una lingua perfetta».
Michela Marzano, «TTL – La Stampa»
«Queste memorie scritte in uno
stato di trance, quasi di autoipnosi, che anticipano di molti anni
l’autofiction, appaiono sorprendentemente fresche».
Livia Manera, «La Lettura – Corriere della Sera»
«Oggi possiamo godere anche noi
della trilogia di Copenaghen, in cui Ditlevsen passa in rassegna la sua
vita – dalle origini proletarie all’affermazione letteraria fino alla
dipendenza dall’alcol – con uno stile asciutto ed evocativo insieme».
Veronica Raimo, «D – la Repubblica»
«Ditlevsen, l’Ernaux danese del Novecento, viene finalmente riscoperta».
Carlotta Vissani, «Il Fatto Quotidiano»
Libri dello stesso autore
Traduzione di Alessandro Storti
Nella sua prima traduzione italiana Infanzia,
il volume che inaugura la trilogia di Copenaghen di Tove Ditlevsen: tre
romanzi autobiografici riscoperti di recente e giustamente celebrati a
livello mondiale come capolavori.
La piccola Tove vive con i genitori e il fratello maggiore in un
quartiere operaio di Copenaghen. Il padre, uomo schivo dalle simpatie
socialiste, si barcamena passando da un impiego saltuario all’altro. La
madre è distante, irascibile e piena di risentimento: non è facile
prevedere i suoi stati d’animo e soddisfare i suoi desideri. A scuola
Tove si tiene in disparte, dentro di sé è convinta di essere incapace di
stabilire veri rapporti con i coetanei; fa però amicizia con la
selvaggia Ruth, una bambina del suo quartiere che la inizia ai segreti
degli adulti. Eppure anche con lei Tove indossa una maschera, non si
svela né all’amica né a nessun altro. La verità è che desidera soltanto
scrivere poesie: le custodisce in un album gelosamente nascosto,
soprattutto da quando il padre le ha detto che le donne non possono
essere scrittrici. Sempre più chiara, in Tove, è la sensazione di
trovarsi fuori posto: la sua capacità di osservazione, lucida,
inesorabile, ma al tempo stesso sensibilissima, le fa apparire estranea
l’infanzia che sta vivendo, come se fosse stata pensata per un’altra
bambina. Le sta stretta, quest’infanzia, eppure comincerà a rimpiangerla
nell’attimo stesso in cui se la lascerà alle spalle.
Tove Ditlevsen, impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata
di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze
da lei abitate negli anni, lasciandoci delle pagine indimenticabili,
destinate a restare.
«I tre volumi della trilogia di
Copenaghen formano un tipo particolare di capolavoro, il tipo che arriva
a riempire un vuoto. È un po’ come scoprire che Lila e Lenù, le eroine
di Elena Ferrante, sono reali… La strada di Istedgade è pungente (e
pericolosa) quanto lo stradone della Ferrante».
«The New York Times Book Review»
«Come si annuncia la grande
letteratura – quella di serie A, quella con la L maiuscola? Annuncio la
trilogia di memorie di Tove Ditlevsen con l’emozione tipica di quando ho
davanti un capolavoro».
Parul Sehgal, «The New York Times»
«La trilogia è un vero tour de
force. Questi libri sono sfavillanti, come mi aspettavo.
Straordinariamente intensi ed eleganti».
Lucy Scholes, «The Paris Review»
«La trilogia di Copenaghen di Tove Ditlevsen, poco ma sicuro, è uno dei più importanti eventi letterari dell’anno».
Sophie Wennerscheid, «Süddeutsche Zeitung»
«La sua evocazione della
battaglia di una donna della classe operaia con padroni, guinzagli e i
suoi stessi demoni ne fa un vero capolavoro».
Liz Jensen, «The Guardian»
«Ciò che autrici come Annie
Ernaux stanno facendo oggi, Tove Ditlevsen l’ha fatto più di
cinquant’anni fa. Scrittura autobiografica a cui inchinarsi. Finalmente,
finalmente!».
Emilia Von Senger, «She Said»
«Vado dritto al punto: questi sono i migliori libri che ho letto quest’anno. Infanzia ha le frasi chiare e semplici di Natalia Ginzburg ma anche l’orrore pervasivo di una bella favola».
John Self, «New Statesman»
Tove Ditlevsen
È stata una celebrata poetessa e romanziera danese. I suoi libri autobiografici, Infanzia, Gioventù e Dipendenza, compongono la trilogia di Copenaghen. In queste pagine, con una chiarezza e una sincerità cristalline, l’autrice racconta la sua vita tormentata: eterna outsider del mondo letterario, quattro matrimoni e quattro divorzi alle spalle, per tutta la sua vita adulta ha avuto problemi di dipendenza da alcol e droghe ed è morta suicida nel 1976. Fazi Editore ha pubblicato Infanzia nel 2022.
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