Vincitore del premio Pulitzer 2022 per la narrativa
«La storia di ogni popolo è anche la storia della sua pazzia, e più
la scienza diventa una religione, più la religione deve fare finta di
essere una scienza, alla disperata ricerca di spiegazioni logiche.»
«Avvincente, delizioso, spassoso, straordinario. Erano anni che non
leggevo un romanzo così stimolante.» Taffy Brodesser-Akner, “The New
York Times”
Joshua Cohen
I Netanyahu
Narrativa
Pubblicazione: 7 settembre 2022
Euro: 20,00 - Pagine: 272
Traduzione di C. Durastanti
Il libro
Corbin College, Stato di New York, inverno del 1959. Ruben Blum,
professore di storia, viene incaricato di guidare e accompagnare per un
weekend uno studioso israeliano che l’università sta valutando di
assumere: Ben-Zion Netanyahu, padre di quel Benjamin che alcuni decenni
dopo diventerà primo ministro di Israele. L’incontro con la famiglia
Netanyahu sconvolgerà la tranquilla esistenza di Ruben, costringendolo a
tornare in contatto con le sue radici ebraiche più profonde, da cui per
tutta la vita ha cercato di affrancarsi. Liberamente ispirato a una
storia vera raccontata a Cohen dal famoso critico letterario Harold
Bloom, I Netanyahu è un campus novel, una commedia dissacrante,
una lezione di storia, una conferenza accademica, una polemica sul
sionismo, una riflessione sui conflitti culturali e religiosi degli
ebrei americani e sulle vulnerabilità dei discorsi identitari.
Soprattutto, è il libro che conferma Cohen come il più talentuoso
romanziere nordamericano contemporaneo.
RECENSIONE
Lo scrittore americano che quest'anno ha vinto il Pulitzer racconta un dettaglio della vita del futuro premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’incontro con la famiglia
Netanyahu sconvolgerà la tranquilla esistenza di Ruben, costringendolo a
tornare in contatto con le sue radici ebraiche più profonde, da cui per
tutta la vita ha cercato di affrancarsi.
Il romanzo si apre nell'inverno del 1959. Blum, unico docente ebreo in un college dello stato di New York, deve incontrare un professore israeliano che l'ateneo vuole assumere. Quando Benjamin Netanyahu si presenta con la moglie dall'inglese un pò rozzo e i tre figli chiassosi (il secondo genito, Bibi, 10 anni, sarà il futuro premier di Israele), Blum li accoglie in casa con riluttanza. La situazione non può che finire fuori controllo. Con I Netanyahu. Dove si narra un episodio minore e in fin dei conti trascurabile della storia di una famiglia illustre, Joshua Cohen ha vinto quest'anno il Pulitzer per la narrativa. E' un romanzo storico ambientato in un campus ed è un romanzo sull'immigrazione, spiega Cohen.
<<Chi è il tuo popolo? I tuoi vicini in una democrazia multiculturale e lo Stato etno-nazionale delle tue allucinazioni da cui sei emigrato?>> E' un romanzo sull'appartenenza costringendo Ruben, a
tornare in contatto con le sue radici ebraiche. E poi c'è la politica dell'identità. Siamo circondati da una cultura di vittimizzazione, tutti parlano di micro agressioni, tutti sono traumatizzati, ed anche Bibi nel romanzo lo è. Siamo circondati da diverse teorie sul razzismo strutturale, sul suprematismo bianco, sui traumi generazionali ereditati. Le uniche teorie che interessano Cohen sono solo quelle letterarie.
In questo libro Cohen usa le teorie di Bloom, afferma che ogni generazione di scrittori si rifà a una storia della letteratura che con ogni generazione si fa sempre più lunga e pesante; perchè uno scrittore possa avere un'identità deve problematizzare il passato, trovarci dei difetti, attraverso un fraintendimento conscio o inconscio, e convincersi d'essere l'unica soluzione. Questa teoria può essere applicata nei confronti degli immigrati negli Stati Uniti? Quanto si sentono controllati dal loro passato? Il passato impedisce che si aprano a nuovi modi di essere?
Una figura reinventata come padre delle relazioni israelo-americane è quella di Benzion. Nel romanzo c'è una scena significativa. Benzion fa visita alla sua vecchia nemesi. "Posso essere la tua spia in America", dice. Ben Gurion annota: "E' pazzo". Genera empatia nel lettore quest'uomo che voleva essere utile ma non poteva, che sosteneva la causa di uno Stato che non lo voleva.
Il fulcro della storia dei fondatori fu quello di sacrificare le vite di milioni di ebrei per avere uno Stato. Benzion non poteva celebrare la nascita di Israele perchè credeva di avere fallito nel salvare gli ebrei d'Europa, venduti dai loro stessi co-religiosi. E ciò ha condizionato la sua personalità e quella dei suoi figli. E ha continuato a vedere ogni successiva guerra di Israele attraverso le lenti dello Shoah.
Il libro non è stato accolto benevolmente in Israele. Ha subito processo per diffamazione. Cohen è stato inseguito e minacciato in treno. Racconta che <<Gridavano: boged, traditore. In quel momento ha pensato a Salman Rushdie. Confida che ha avuto paura, ma per la prima volta si è sentito scrittore. Ho avuto paura, ma c'era una posta in gioco.
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