martedì 21 marzo 2023

REVIEWS DI: LUCIDA FOLLIA DI SIBILLA ALERAMO - CASTELVECCHI EDITORE

Sibilla Aleramo e il suo amore per Lina

l'epistolario della scrittrice e il perchè del femminile

Sibilla Aleramo

Lucida follia. Lettere d’amore a Lina

A cura di Alessandra Cenni

CASTELVECCHI 

pag. 147 - Euro 18,50


Il libro

 Già raggiunto il successo con la pubblicazione del suo primo romanzo Una donna (1906), in cui raccontava l’abbandono della casa coniugale per conquistare la propria indipendenza, Sibilla Aleramo conobbe a Roma, al primo Congresso nazionale delle donne italiane (1908), la giovane intellettuale ravennate Cordula (Lina Poletti), con la quale iniziò una travolgente storia d’amore. Sono qui raccolte le lettere che Aleramo le scrisse, scoperte e curate da Alessandra Cenni, quale importante documento di storia letteraria e testimonianza dei pionieristici tentativi di cambiare e aprire le relazioni d’amore mettendo al centro l’esperienza dell’amore omosessuale, appassionatamente vissuto e lucidamente analizzato in tutte le sue rivoluzionarie componenti. 

SIBILLA ALERAMO (Alessandria, 1876 – Roma, 1960)  È stata una pioniera del movimento di liberazione delle donne, sia con l’esempio della propria vita, sia attraverso le sue opere. Celebre la sua tempestosa relazione con Dino Campana, testimoniata dal carteggio Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918 (Feltrinelli, 2002) che ha anche ispirato il film omonimo. Della sua vasta produzione ricordiamo Una donna (1906); Il passaggio (1919); Momenti (1920); Amo, dunque sono (1927); Il frustino (1932); Gioie d’occasione (1930); Orsa minore (1938); Gioie d’occasione e altre ancora (1954); Aiutatemi a dire (1951); Luci della mia sera (1956).

RECENSIONE

    Sibilla Aleramo dopo una lunga relazione con Giovanni Cena incontra improvvisamente nel 1908 al primo Congresso nazionale delle donne italiane Lina Poletti, la giovane ravennate Cordula tanto fiera quanto presuntuosa come appare dalle poche testimonianze rimaste. Nasce un grande amore e un epistolario ora pubblicato per la prima volta da Castelvecchi con l'appassionata cura di Alessandra Cenni, studiosa tra i primi a portare alla ribalta l'opera di questa grande autrice. In queste pagine Sibilla rivela tutto il suo improvviso amore per questa giovane donna ed è per lei la prima volta di un sentimento omosessuale, un momento quindi di scoperta ma anche di profonda riflessione. Sono lettere quindi d'amore ma non soltanto perché Sibilla è già una grande scrittrice ed anche una donna impegnata che fa della sua vita un esempio della lotta femminista per l'indipendenza e la libertà. Ha già pubblicato Una donna, che Lina si permette di criticare in una lettera del 7 maggio 1908 appena poco dopo il loro incontro quando scrive: ''tra le membrature un po' slegate e neglette dello stile ho visto profilarsi soavemente altero il tipo della novissima ribelle''. Ma abbiamo troppo poco di lei per capire. Sibilla piuttosto in queste pagine riflette, con straordinaria lucidità e modernità, anche su questo suo amore omosessuale sul senso stesso di essere uomini e donne, sul senso della scrittura femminile e maschile. Lei è per non cedere alle classificazioni, ''fluida'' si direbbe oggi, per non farsi imprigionare dalle gabbie, vorrebbe mantenere una relazione sia col Cena che con Lina cosa però che rifiuteranno entrambi e non sarà possibile per la volontà esclusiva di possesso dell'uomo e della donna. 


    ''Non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci - scrive Sibilla - che, se in fondo a tutto questo c'era per noi una ragione prepotente di vita e di bellezza appunto, dovevamo noi crearci la nostra legge e seguirla risolutamente, senza guardarci nè dietro le spalle nè intorno, e neppure in quel che dentro di noi è vecchio, incerto, oscuro''. E in queste pagine Sibilla racconterà tutta questa sua disperazione che è disperazione amorosa ma è anche disperazione intellettuale. Di Lina sappiamo ben poco, sono rimaste due lettere le altre sono andate perdute, sappiamo pochissimo della sua vita intellettuale sappiamo di più della sua biografia: si sposò obbligata dalla famiglia ma trovò un uomo illuminato che voleva condividere con lei una vita comune non condividendo gli orientamenti sessuali e la lasciò libera di esprimersi, facendo lui altrettanto. Ebbe molte molte amanti anche illustri, come Eleonora Duse e per lei scrisse anche una commedia tentando il suo rilancio che è andata perduta, ed ebbe poi una lunga storia con Eugenia Rasponi, che aveva presieduto proprio il Congresso del 1908.

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