mercoledì 30 novembre 2022

RECENSIONE "FLASHBACK" DI CRISTINA COMENCINI - FELTRINELLI

 

Cristina Comencini e il Flashback


Flashback

Cristina Comencini
pubblicato da Feltrinelli

Collana: I narratori							 
pagine 271 - EURO 18,00
						 
								
								
								
					
						

 

 

 

 Il libro

Un paio di scarpette rosse, una carrozzina, una molletta che trattiene capelli ondulati, grandi occhi blu dalle ciglia cariche di mascara. Dettagli vividi che emergono da brevi amnesie. In un periodo della sua vita particolarmente difficile, la narratrice - nella quale il lettore può riconoscere l'autrice stessa - inizia a soffrire di fulminee perdite di conoscenza, flashback che la immergono in storie diversissime dalla sua, storie di donne lontane, eppure connesse al suo presente da una segreta corrispondenza. Accade con Eloisa, splendida cocotte il cui destino viene rovesciato dalla Comune parigina del 1871: il desiderio di seguire la sua vicenda coincide con la fine del matrimonio della narratrice; e con Sofia, una ragazza russa che vorrebbe diventare attrice ma non ha fatto i conti con l'amore e con la Rivoluzione d'ottobre, offrendo a chi racconta una misura delle sue stesse scelte; poi con Elda, giovane operaia friulana, realmente esistita nello spietato inverno fra il 1944 e il '45, e infine con una diciassettenne della Swinging London libera e malintesa dei primi anni sessanta. Legate tra loro da una trama che supera le epoche in cui hanno vissuto, tutte arrivano a deviare e ad ampliare il corso dell'esistenza della donna che le racconta. Perché, suggerisce Comencini, la scrittura è atto che modifica, che travolge. "La letteratura è un'esistenza nascosta e pericolosa." La Comune di Parigi, la Rivoluzione bolscevica, la Resistenza, la rivoluzione sessuale: quattro epoche di ribellione narrate attraverso quattro donne come tante, per questo straordinarie. Eroine che incarnano una metà della Storia a lungo nascosta, negletta, ritenuta meno degna: vite, sentimenti, corpi, piccoli gesti di cura quotidiana. Cristina Comencini, con mirabile vividezza e potenza scenica, in un romanzo pubblico e insieme personale, storico e attuale, li chiama finalmente a vivere per quello che sono: la forza indomabile che muove il mondo.

RECENSIONE

A volte perdere la memoria può servire per ritrovarla con prospettive mai esplorate prima.

Così è in fondo, o dovrebbe essere veramente, la rilettura di una Storia (con la maiuscola) che non contempla le figure femminili se non in casi rarissimi e in ruoli maschili. Ma possibile che le donne non siano mai esistite? Le donne sono esistite eccome. Perde a tratti la memoria per ritrovarla in forme che danno senso diverso alla densità del tempo, Cristina Comencini, in questo suo ultimo bel libro che dimostra l'utilità del flashback nella memoria personale e collettiva. 


    Romanzo, saggio, biografia, che si intersecano in modo "significante", oltreché significativo, perché dimostrano come la Storia sia densa di umanità, quindi di donne, ma anche come il presente - anche nel nostro privatissimo personale - sia un continuo dibattere con il passato che nell'oggi trova forme diverse ma sempre da comprendere e in qualche modo confrontare. 


    Questa lunga premessa perché Flashback fa senz'altro molto riflettere, ma il suo valore saggistico è solo un dettaglio. Il libro è il bel racconto delle vite intense di alcune donne, molto molto diverse tra loro, che si sono ritrovate più o meno volontariamente ad essere protagoniste di momenti storici. 


    Così Eloisa che profuma di cipria, bellissima cocotte, la cui vita di prostituta di lusso in un appartamento tra i tetti di Parigi che nasconde un segreto, viene travolta dalla Comune parigina del 1871. Oppure Sofia, giovane donna che sogna di diventare attrice, ma che rimane incinta ad ogni rapporto sessuale col marito che vede raramente perché sempre sul fronte e sarà quindi soprattutto madre e moglie nei giorni e nel furore della Rivoluzione d'Ottobre ma anche musa del vero grande amore Sergej. Oppure Elda, personaggio realmente esistito, piccola operaia friulana schiacciata dalla povertà, dalla madre indurita dalla fame, che finisce in giochi politici così grandi da travolgerla inesorabilmente nello spietato inverno fra il 1944 e il '45 in una zona terra di troppi e di nessuno. Per chiudere con la groupie ante litteram nella Swinging London dei primi anni Sessanta, sessualmente libera solo a parole e soprattutto non per le donne. 


    Insomma quattro momenti nodali - la Comune di Parigi, la Rivoluzione bolscevica, la Resistenza, la rivoluzione sessuale - in cui la rivolta mette in discussione la vita di tutti e si cavalca un cambiamento che troppo spesso viene desertificato dall'illusione. La battaglia è quella di lasciare una traccia che profumi di abiti lussuosi e d'amore, di visi fotografati in strada, di tragedie teatrali sopra le righe, di piccola vita quotidiana alla ricerca di una felicità semplice che si possa coniugare con un mondo grande senza venirne distrutte. Un orizzonte in cui l'autrice mette continuamente in gioco se stessa cercando di capire la donna che era e quella che è diventata oggi e che sarà in un luminoso gioco di specchi.

 

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