#2 - Ti presento un libro. Con lo scrittore haitiano Dany Laferrière, nato Windsor Klébert Laferrière (Port-au-Prince, 13 aprile 1953). E' uno scrittore e accademico haitiano naturalizzato canadese. sulle tracce di artisti che affascinarono Malraux, Capote e Breton. Paese senza cappello, trad. Cinzia Poli, Roma: Nottetempo, 2015. (Entrambe le foto ritraggono: La Torre di Babele). Buongiorno.
Viatico per il paese senza cappello
Abitava in rue Desvignes, la strada che scende verso il fiume che porta lo stesso nome. Avevo forse sette o otto anni all'epoca ed ero amico di suo figlio. Fabien dormiva tutto il giorno, si alzava nel tardo pomeriggio, si dava una lavata veloce subito tirava fuori la chitarra dall'armadio. Poi andava a sedersi sotto il mango e si metteva a canticchiare canzoni cubane. Sua moglie preparava la cena ballando, mentre io e suo figlio facevamo i compiti. Poco dopo si presentavano gli amici, che entravano saltando il piccolo sreccato verde. Mangiavano carne alla griglia e bevevano tafia, un'acquavite di qualità scadente, ascoltando in sottofondo tristi ballate di Javer Solis.
In seguito ho saputo che Fabien veniva da una famiglia importante della città e che abitava in quella casetta di rue Desvignes solo perchè aveva sposato una contadina contro il volere del padre. Questa contadina, una donna di grande sensibilità, era la madre del mio amichetto. Fabien passava il tempo a conversare con i suoi amici, a suonare e soprattutto a dipingere. Dipingeva di notte alla luce di una lampada a petrolio. Fu lui a decorare con ghirlande variopinte la volta della chiesa.
Tutti gli adulti che conoscevo passavano il tempo in ufficio o nei campi, e invece per quell'uomo e per i suoi amici la vita era una festa perenne. Davano l'impressione di essere costantemente in ferie. Senza staccare gli occhi dalla ragazza vestita di giallo che se ne stava affacciata alla finestra della casa di fronte, presi a sognare anche per me un'esistenza così spensierata. Come Fabien volevo la musica, la pittura e l'amore. Bastava l'odore troppo forte del tafia a darmi alla testa.
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