L'ABISSO PERSONALE.
NELLA STANZA E' STRANA LA VITA.
AI PIEDI DEL LETTO C'E' UN ABISSO DI CATRAME.
IL CANTO DI UN SOGNATORE.
LA COSPIRAZIONE DELLA RAZZA UMANA.
L'UOMO INCASTRATO NELL'ORRORE ASTRATTO.
Caterina Giuseppa Buttitta
LA STANZA DI GIOVANNI
Traduttore: Alessandro Clericuzio
Pubblicato 19/10/2017
Pagine 221- Euro 17,50
Il libro
David, un giovane newyorkese in fuga da se stesso, è approdato a Parigi nel tentativo di affrancarsi dalla propria educazione, e dalla vita da ragazzo perbene che sembra essergli stata cucita addosso.
Mentre la sua fidanzata, Hella, è in Spagna per riflettere sul futuro della loro storia, in un bar David conosce Giovanni, impertinente e luminoso, e ne rimane irrimediabilmente attratto.
E dal loro incontro, dal primo momento in cui entra nella sua stanza, piccola e disordinata, saprà di essere perduto, che né la vergogna né la paura riusciranno a riportarlo a casa.
Diviso tra Hella che incarna il desiderio di normalità, il sogno di una tranquilla vita americana, e Giovanni che invece è forza, cuore e istinto, David attraversa le strade di Parigi, vede i colori e le stagioni passare, sente passioni e bisogni taciuti riemergere e chiedere il conto.
La difesa della propria identità implica sempre una lotta dolorosa, e così è anche per David, solo che la sua debolezza e la sua indecisione faranno soffrire tutti coloro che lo amano e che lui stesso ama.
Come ha dichiarato lo stesso Baldwin in un’intervista del 1984: “La stanza di Giovanni parla di quello che succede se hai paura di amare”.
“La stanza di Giovanni è un romanzo di intensità unica e di una bellezza eccezionale, ipnotico, intimo, straziante.” Jhumpa Lahiri
RECENSIONE
Il romanzo si propone di raccontare "la stanza abitata come luogo della mente", gli indizi e i sospetti, la città stessa e i suo residenti. A dimostrazione che la convivenza tra omosessuali e il tessuto urbano è possibile, ma difficile.
Attraverso la finestra della stanza, nata da un dialogo stretto con i protagonisti del romanzo, loro si riscontrano con lo specchio del mondo in cui viviamo. Il romanzo La stanza di Giovanni, trasmette la restrizione di una società di oltrepassare i confini, di superare i limiti di una stanza. Perchè fuori dalla finestra c'è la vita. Perchè conta chi guarda. E chi guarda deve essere libero di creare, di volta in volta, un proprio immaginario specchio.
In fondo è ciò che succede anche a Giovanni che resta intrappolato che guarda le nuvole (il suo mondo segreto), cercando di trovare qualcosa di riconoscibile.In un città di scoperte, dove non finisce mai, di sorprenderti, quello che fai è sempre nuovo, sempre differente.
Esprime anche il concetto della comune fragilità dell'uomo: chi è troppo violentato dal sistema non regge si rifugia nella stanza, la sua bolla, la sua condizione di realtà, nelò delirio di una rivolta, ma inutile, sterile, poichè essa resta confinata all'interno delle mura della stanza.
Il romanzo trasmette un progetto di ricerca che si muove in molteplici direzioni: sogno, accettazione, felicità, fiducia. In una società nella quale ci sono molte proteste, manifestazioni, isolamento, è difficile avere fiducia. La similitudine è accompagnata da una domanda straziante: è giustificata? Quasi sempre non lo è.
Gli individui vogliono sentirsi parte di qualche cosa e sono affamati da mostri per mettersi in risalto, per attivare gli incontri che dano energia. Nella vita c'è bisogno di incoraggiamento, gratificazione, di rispetto, di amore. La stanza è come la sua mente. Giovanni il protagonista del romanzo vive come un clandestino all'interno della sua immaginazione. Si aggira dentro la sua stanza come il poeta dei sobborghi, la sua stanza racconta torie. Non è un romanzo di orrore, nè di thriller, è piuttosto un romanzo che nasce da un piccolo segreto in un luogo del cuore che è la masc hera non necessariamente americana. Che è poi la psicopatologia dell'esistenza.
Nella stanza è strana la vita. Ai piedi del letto c'è un abisso di catrame. Giovanni ha fame di sapere che lo condanna a rimanere, per sempre incastrato nell'orrore astratto (dell sua mente). Oppure fa già parte, sotto diverse sembianze della nostra monotonia della vita.
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