giovedì 10 maggio 2018

LE STANZE DELL'ADDIO by YARI SELVETELLA - BOMPIANI






 LE STANZE DELL'ADDIO
YARI SELVETELLA
Editore:Bompiani
Copertina: Brossura con sovraccoperta 
Dimensione: 15x21cm 
Lingua: Italiano 
ISBN - EAN: 9788845295553 
Data di pubblicazione: 2018 
Prima edizione: gennaio 2018



SINOSSI

"Io ho ricominciato a lavorare. In altri luoghi scrivo, succhio gamberi, respiro foglie balsamiche, faccio l'amore, ma una parte di me è qui, sempre qui, impigliata a un fil di ferro o a una paura mai vinta, inchiodata per sempre: il puzzo di brodaglia del carrello del vitto, quello pungente dei disinfettanti, il bip del segnalatore del fine-flebo, la porta che si chiude alle mie spalle quando termina l'ora della visita." Così si sente chi di noi vive l'esperienza di una perdita incolmabile: impigliato, inchiodato. Dalle pagine di questo libro affiora il volto vivissimo di una giovane donna, Giovanna De Angelis, madre di tre figli e di molti libri, editor di professione, che si ammala e muore. Il suo compagno la cerca, con la speranza irragionevole degli innamorati, attraverso le stanze - dell'ospedale, della casa, dei ricordi - fino a perdersi. Solo un ragazzo non si sottrae alla fratellanza profonda cui ogni dolore ci chiama e come un Caronte buono gli tende una mano verso la vita che continua a scorrere, che ci chiama in avanti, pronta a rinascere sul ciglio dell'assenza. Yari Selvetella dà voce a un addio che sembra continuamente sfuggire al tentativo di essere pronunciato, come Moby Dick nel fondo del mare, e scrive un kaddish laicissimo eppure pervaso del mistero che ci unisce a coloro che abbiamo amato. Attraverso il labirinto al neon degli ospedali, le stanze chiuse del lutto, il filo tracciato da una penna sul foglio bianco è ancora di salvezza, celebrazione commossa della forza vitale delle parole.

 


RECENSIONE


Un viaggio a ritroso verso l’unico posto che consideriamo casa. Vediamo la dipartita di una giovane donna Giovanna De Angelis,  giornalista.

A raccontarci la sua storia e quella della sua malattia è la voce narrante di questo poetico romanzo evidenziando la delusione dell’attesa di una risposta carica di entusiasmo che non arriva. 

//E’ la parte mancante di un interno puro./ Arriva il giorno dell’addio./ E’ sarò solo un ricordo./ La polvere sulla memoria, farà di me un semplice ricordo.//

La storia, raccontata così, sembrerebbe fragile, ma in mano a Yari Selvetella diventa poesia, contemplazione estetica dei rapporti umani fatti d’amore, incomprensioni, cadute e riscatti, tenerezza, implacabile sentimento del tempo che scivola via, attrazione e ricordi. Ricordi di quei rari attimi di felicità perfetta, uniche certezze nel continuo movimento della vita.

“Non si tratta però di un monologo, ogni tanto irrompono altre voci, componendo una sorta di coro, diversi personaggi, che raccontano pezzetti della loro storia”. 

La protagonista viaggia e i suoi pensieri, come in un flusso di coscienza, girano a quell’unica ossessione: riuscire a venire a patti in modo elegante con l’idea che la vita abbia “ una destinazione, una fine, un ultimo motto”. 

Quello della di partita da questa vita è un piccolo mondo chiuso, con una lingua distinta, un universo a sé in cui il tempo sembra quasi essersi fermato, uno spazio dove la malattia si fonde con l’anima e il corpo.

 

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