Alla ricerca del tempo perduto
EINAUDI
EINAUDI
La strada di Swann.
All'ombra delle fanciulle in fiore. I Guermantes. Sodoma e Gomorra. La
prigioniera. Albertine scomparsa. Il tempo ritrovato
«A confronto con l'opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti».
Erich Auerbach
2017
pp. XXX - 2340
€ 55,00
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Il libro
«A confronto con l’opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti. Alla ricerca del tempo perduto
è una cronaca ricavata dal ricordo: nella quale la successione empirica
del tempo è sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi
degli avvenimenti, che il biografo dell’anima, guardando all’indietro e
dentro di sé, sente come l’unica cosa vera. Gli avvenimenti passati non
hanno piú potere su di lui, ed egli non finge mai che quanto da tempo è
accaduto non sia ancora accaduto, e che non sia ancora deciso quanto da
tempo è deciso. Perciò non c’è tensione, non c’è acme drammatico, non
c’è assalto e scontro, né susseguente soluzione e pacificazione. La
cronaca della vita interiore scorre con armonia epica, poiché è soltanto
ricordo e introspezione. È la vera epica dell’anima, la verità stessa,
che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre
molto, ma soffrendo gode anche la libertà e la pace; è il vero pathos
del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai
si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene».
Erich Auerbach
RECENSIONE
Marcel Proust classe (1871-1922) è il narratore della vita del gran mondo parigino tra la fine dell'Ottocento ed il primo decennio del nuovo secolo. Egli stesso fu un raffinato frequentatore dei salotti mondani; gli ambienti ed i personaggi che descrive quindi sono gli stessi che egli conobbe ed amò, un mondo di aristocratiche convenzioni che lo scoppio della prima guerra mondiale avrebbe inesorabilmente disperso, con le sue abitudini raffinate ed intelligenti, i riti mondani (balli, riunioni salottiere, amori, discussioni d'arte e di letteratura) che ne costituivano l'essenziale ragione di vita.
Proust, con la sua sottile e raffinata sensibilità di esteta, è il tipico interprete di questo mondo che egli ama e di cui recupera nella memoria i personaggi e le atmosfere. Dopo il 1905 egli si isola dalla realtà esterna, si rinchiude in un appartamento nel centro di Parigi, di cui fa tappezzare le pareti di sughero per eliminare ogni rumore esterno e concentrarsi completamente sui temi dei suoi ricordi: compone così, in anni di lavoro, Alla ricerca del tempo perduto, il vastissimo romanzo in sette libri in cui fa rivivere i personaggi e gli ambienti delle sue esperienze mondane filtrati attraverso il ricordo ed il commento di un protagonista, Marcel, in cui chiaramente si identifica lo stesso autore.
Alla ricerca del tempo perduto è quindi anzitutto un grande documento di un'epoca: ma la sua novità fondamentale consiste nella nuova tecnica narrativa con cui viene affrontato il recupero del passato.
Esso potrà di nuovo appartenerci nella pienezza dei suoi significati se sapremo recuperare non solo l'aspetto esteriore dei fatti e dei personaggi, ma l'essenza delle emozioni e delle sensazioni di un tempo; solo così il passato torna ad essere presente nella memoria.
Il celebre brano agli inizi dell'opera ci presenta intuizione di questa operazione affidata non alla memoria volontaria ma alla pura sensibilità; il gesto quotidiano di intingere un piccolo dolce in una tazza di thè suscita, in un particolare momento, una serie di analogie e di emozioni che di colpo risvegliano un'atmosfera di mattinate d'infanzia, che si era perduta nel ricordo e che la memoria cosciente invano si era sforzata di recuperare.
Nella prima parte della sua vastissima narrazione Proust dà ampio spazio all'analisi dei sentimenti e delle emozioni dell'infanzia e dell'adolescenza, sentite come età ricche di quella spontanea sensibilità che il sopraggiungere della maturità, con l'adozione di comportamenti vincolati dagli obblighi mondani, attenua e spegne negli adulti.
Tra questi sentimenti vi è la prima rivelazione dell'amore, collegata alla sublimazione della figura femminile. E' un amore nato in mezzo ai giochi dell'infanzia ed ancora legato ad atteggiamenti infantili, ma che si carica di ansie e di attese che la memoria, a distanza di anni, riscopre in tutta la loro serietà, ritrovandovi ingenuamente anticipati tutti i travagli spirituali degli adulti.
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