IL VANGELO MALEDETTO - DUE VOLTI PER UN MESSIA
SALVATORE DI GIGLI
CASA EDITRICE KIMERIK
SINOSSI
Il papiro era di ottima qualità, ben teso e intrecciato. Il bastone di
legno sul quale era arrotolato, con un solo manico alla parte inferiore,
era intagliato con delicati motivi floreali. Il contenitore di cuoio
era molto ben fatto, robusto, lucido e uniforme. In generale dava
l'impressione di trovarsi davanti a un oggetto, nel suo genere,
veramente prezioso. Senza indugiare oltre, sciolse di nuovo la fettuccia
e lo riaprì. La scrittura, che la sera prima gli era sembrata minuscola
e confusa, gli parve invece alla luce del sole molto nitida e ben
strutturata, anche se un po' scolastica. Le righe erano ben fatte e
l'inchiostro omogeneo, senza grosse sbavature. Iniziò la lettura del
testo. Man mano che andava avanti, il cuore prese a battergli sempre più
in fretta.
LA MIA RECENSIONE
Rani era una vera leggenda nel suo ambiente, dove da tempo immemore la sua famiglia esercitava il mestiere di cercatore. Era un uomo conosciuto per il suo coraggio, la sua audacia e il suo talento nella ricerca di cose nascoste, dimenticate o perdute. Gielo aveva insegnato suo padre Na'Im, prima di morire. Ed ora lui voleva tramandarlo al figlio Imad.
Quel giorno Rani fece scorrere il fascio di luce dentro la grotta e per un momento non riconobbe la scoperta, poi il cuore gli balzò nel petto. Per un pò, continuò ad andare avanti e indietro all'interno delle pareti, osservando e pronunciando esclamazioni di meraviglia e di gioia. Ora il fascio di luce andava su di lui, l'esperienza che lo travolse scacciò la tristezza dalla sua anima e lo riempì di felicità e di pace. Non sapeva fino a che punto quel posto fosse sacro. Procedeva adagio lungo la galleria nella roccia, usando la torcia che aveva portato per scrutare ogni angolo buio prima di muoversi. La luce spaventò i pipistrelli che svolazzarono e squittirono sopra la sua testa. Raggiunse lo stretto varco all'entrata della grotta; esaminò con attenzione, ogni irregolarità del terreno, alfine di non lasciare tracce visibli agli altri cacciatori di reperti. Saranno nascosti e attendevano con pazienza e la concentrazione dei cacciatori profanatori più abili della terra. Gi dava rimorso escludere Imad, dai segreti della caverna, ma era ancora troppo presto. Voleva averla ancora per un pò tutta per sè quella scoperta, per godersela in tutta la sua pace e la sua bellezza, incontaminata da altri occhi.
Era un codice segreto, un segnale di riconoscimento usato ad alto livello tra gli iniziati ai mestieri. Il vecchio Rani, soffocò un'esclamazione. Ora non poteva ignorare la richiesta di curiosità del figlio Imad, di conoscere la verità sulla scoperta.Quando tornarono a casa, quella sera, erano entrambi esausti fisicamente ed emotivamente, il vecchio fece sogni strani, ma al mattino si svegliò con la mente lucida e con un vago senso di euforia, come se quel giorno dovesse accadere qualcosa di bello. Al mattino dopo che erano stati caricati i bagagli indispensabili sulla macchina, Rani non rivelò i suoi progetti per evitare ogni discussione. Mentre avviava il motore, salutò la moglie Sanaa.
Gli dava rimorso escludere la sua famiglia dai segreti della grotta, ma era ancora presto. Quando partirono, Imad disse a Rani: Mio vecchio e rispettoso padre, ti ho sentito parlare di un grande mistero che vive in questo luogo. Ora ti chiedo come figlio e amico di parlarmi di queste cose. Ci vollero alcuni secondi perchè Rani superasse lo sbalordimento. Ormai non poteva ignorare la richiesta del figlio. Il luogo della scoperta era in una posizione così inaccessibile che con ogni probabilità non era stato disturbato da uomini e bestie per centinaia d'anni. Una rarità, in quel territorio dove i reperti sono tanto preziosi. Rani e Imad si fermarono a guardare. La bellezza della grande caverna che li aveva paralizzati. Dopo un attento esame, notò che la maggior parte dei reperti erano ben conservati. Immaginava che in quel posto meraviglioso ci sarebbe stato lavoro per un paio d'anni, per lui e per Imad. Non sapevano fino a che punto quel posto fosse sacro.
Rani e Imad, sognavano ori e gemme, si buttarono a capofitto sull'opportunità di scavare all'interno della grotta, un'area che gli Antichi dovevano aver tenuto meticolosamente pulita, era quindi molto meno probabile che scoprissero qualcosa di interessante. Tale è la diversità tra l'esperienza e l'inesperienza, tra l'impetuosità della gioventù e il freddo calcolo di chi è più maturo.
Rani era felice e fiero, quel giorno. Ne aveva motivo, Dopo aver scovato un segreto rimasto nascosto per millenni, ora doveva solo accertare la sua provenienza. Ma non aveva le competenze adeguate, decise di affidarsi al professore Shimon Habibi. Quello scatolone arrivatogli inaspettatamente in ufficio solleva così, per spiegare il velo su una storia incredibile.Questo non potranno negarlo, Shimon parlava dei critici, dei politicanti dell'archeologia capaci di distorcere ogni prova secondo le esigenze delle loro convinzioni pur di attaccare me e i miei papiri. Gli pareva di sentirli. Sono osservazioni di seconda mano e suscettibili di interpretazioni diverse.
Quel giorno Rani fece scorrere il fascio di luce dentro la grotta e per un momento non riconobbe la scoperta, poi il cuore gli balzò nel petto. Per un pò, continuò ad andare avanti e indietro all'interno delle pareti, osservando e pronunciando esclamazioni di meraviglia e di gioia. Ora il fascio di luce andava su di lui, l'esperienza che lo travolse scacciò la tristezza dalla sua anima e lo riempì di felicità e di pace. Non sapeva fino a che punto quel posto fosse sacro. Procedeva adagio lungo la galleria nella roccia, usando la torcia che aveva portato per scrutare ogni angolo buio prima di muoversi. La luce spaventò i pipistrelli che svolazzarono e squittirono sopra la sua testa. Raggiunse lo stretto varco all'entrata della grotta; esaminò con attenzione, ogni irregolarità del terreno, alfine di non lasciare tracce visibli agli altri cacciatori di reperti. Saranno nascosti e attendevano con pazienza e la concentrazione dei cacciatori profanatori più abili della terra. Gi dava rimorso escludere Imad, dai segreti della caverna, ma era ancora troppo presto. Voleva averla ancora per un pò tutta per sè quella scoperta, per godersela in tutta la sua pace e la sua bellezza, incontaminata da altri occhi.
Era un codice segreto, un segnale di riconoscimento usato ad alto livello tra gli iniziati ai mestieri. Il vecchio Rani, soffocò un'esclamazione. Ora non poteva ignorare la richiesta di curiosità del figlio Imad, di conoscere la verità sulla scoperta.Quando tornarono a casa, quella sera, erano entrambi esausti fisicamente ed emotivamente, il vecchio fece sogni strani, ma al mattino si svegliò con la mente lucida e con un vago senso di euforia, come se quel giorno dovesse accadere qualcosa di bello. Al mattino dopo che erano stati caricati i bagagli indispensabili sulla macchina, Rani non rivelò i suoi progetti per evitare ogni discussione. Mentre avviava il motore, salutò la moglie Sanaa.
Gli dava rimorso escludere la sua famiglia dai segreti della grotta, ma era ancora presto. Quando partirono, Imad disse a Rani: Mio vecchio e rispettoso padre, ti ho sentito parlare di un grande mistero che vive in questo luogo. Ora ti chiedo come figlio e amico di parlarmi di queste cose. Ci vollero alcuni secondi perchè Rani superasse lo sbalordimento. Ormai non poteva ignorare la richiesta del figlio. Il luogo della scoperta era in una posizione così inaccessibile che con ogni probabilità non era stato disturbato da uomini e bestie per centinaia d'anni. Una rarità, in quel territorio dove i reperti sono tanto preziosi. Rani e Imad si fermarono a guardare. La bellezza della grande caverna che li aveva paralizzati. Dopo un attento esame, notò che la maggior parte dei reperti erano ben conservati. Immaginava che in quel posto meraviglioso ci sarebbe stato lavoro per un paio d'anni, per lui e per Imad. Non sapevano fino a che punto quel posto fosse sacro.
Rani e Imad, sognavano ori e gemme, si buttarono a capofitto sull'opportunità di scavare all'interno della grotta, un'area che gli Antichi dovevano aver tenuto meticolosamente pulita, era quindi molto meno probabile che scoprissero qualcosa di interessante. Tale è la diversità tra l'esperienza e l'inesperienza, tra l'impetuosità della gioventù e il freddo calcolo di chi è più maturo.
Rani era felice e fiero, quel giorno. Ne aveva motivo, Dopo aver scovato un segreto rimasto nascosto per millenni, ora doveva solo accertare la sua provenienza. Ma non aveva le competenze adeguate, decise di affidarsi al professore Shimon Habibi. Quello scatolone arrivatogli inaspettatamente in ufficio solleva così, per spiegare il velo su una storia incredibile.Questo non potranno negarlo, Shimon parlava dei critici, dei politicanti dell'archeologia capaci di distorcere ogni prova secondo le esigenze delle loro convinzioni pur di attaccare me e i miei papiri. Gli pareva di sentirli. Sono osservazioni di seconda mano e suscettibili di interpretazioni diverse.
Emblemi di un mondo che sembra lontano, ma che, senza la sua conoscenza,
può trasformarsi in «una pagina bianca deserta di segni significativi,
una pagina illeggibile e triste». Aveva ragione il vecchio, quella era
una occasione da non lasciarsi sfuggire, ma in ogni caso non ammetteva
leggerezze nè superficialità. Dopo l'ispezione, Shimon commentò: mi
piace credere che il loro valore si riveli di una certa importanza dal
punto di vista storico, letterario e religioso. E adesso cominciamo a
parlare di
prezzi. Il professore, ricordò a Rani, che il suo lavoro non poteva
farlo
nessun'altro. Ci sono cose che solo lui può spiegare: come scegliere i
luoghi da esplorare, ma per poter far fruttare quel ritrovamento servono
competenze specifiche, che egli non possedeva. Avrebbe dovuto fidarsi
di terze persone. Ogi sera, si discuteva
ciò che si era fatto in giornata, e le scoperte valutate e inserite in un quadro generale. La prima scoperta a cui giunsero fu che
era un protovangelo. Un documento che poteva contenere aspetti della
vita di Gesù e della comunità cristiana primigenia. Inoltre, erano
concordi anche nel ritenere che l'occupazione della grotta fosse
avvenuta da parte dei primi occupanti dopo la partenza o la scomparsa
degli Antichi dalla città. Associati allo strato di sedimenti c'erano
inquietanti resti umani. Questi resti umani insepolti contribuirono a
far accettare da tutti la sua teoria circa la fine violenta della Città.
Inoltre questa teoria era rafforzata dalla sconcertante possibilità di
un nemico accecato dall'odio e deciso a cancellare ogni traccia degli
Antichi. In dieci minuti Shimon e il rettore pervennero alla conclusione
che, sebbene gli indizi dei papiri fossero molto incoraggianti, non
erano decisivi. E per il momento non avrebbero dato alcun annuncio
ufficiale. Le settimane che seguirono furono per Rani piuttosto
insoddisfacenti. Il lavoro nella rovina scoperta procedeva regolarmente,
ma i risultati erano deludenti. Trovarono altri reperti, ma non avevano
più il potere di esaltarlo. Non c'era nulla che gli permettesse di
aggiungere conoscenze nuove a quelle già accumulate. Si aggirava
irrequieto, indugiava ansioso e pregava, perchè lì, chissà dove c'era la
"chiave" del mistero, ma era ben nascosta. Il professore chiese a Rani
di fargli esplorare il luogo del ritrovamento.Dpo aver perlustrato la
zona e visionato la caverna, Shimon affermava che il valore di quella
scoperta, avrebbe potuto renderlo uno degli uomini più ricchi della
Palestina.
Si voltò a guardare la pianura inargentata dalla luna. La Palestina ha molti volti e molte atmosfere e lui li amava tutti. In quel momento gli offriva una delle sue manifestazioni più incantevoli. Restarono assorti a lungo, in silenzio. Erano così euforici e avevano tante cose da discutere e commentare che si addormentarono molto tardi. Il professore riesaminò dettagliatamente i reperti, e affermò che era arrivato molto vicino alla verità e che non avrebbe cestinato con disinvoltura una testimonianza scientifica importante. Ravelli, gli confermò che ogni leggenda, ogni tradizione popolare si basa su un fatto reale, per quanto il legame possa essere confuso. Ogni tanto la discussione più seria degenerava in un esclamazione, tipo: Abbiamo un intero gruppo di rotoli, tutti per noi? Oppure: Per tutta la vita ho sognato qualcosa di simile?Con quella forza di carattere che a volte riesce a trovare in se stesso, scacciò la tentazione di mettere su carta anche parte del suo sapere.
I rischi ai quali andavano incontro erano decisamente affrontabili e i vantaggi enormi, ma i costi erano oltre le loro possibilità. Così il rettore decise di trattare con il governo. In modo da poter esercitare qualche pressione. Stipulando un accordo formale e molto probabilmente dividendo i reperti a metà e metà; in cambio dovranno garantirgli l'accesso e i diritti esclusivi. Con molta dignità rifiutò quando la sua assistente Bianca, si offrì di aiutarlo. Era felice e fiero di se stesso, quella sera. Ne aveva motivo, dopo aver divulgato un segreto rimasto nascosto per millenni; la sua conoscenza al mondo avrebbe portato prestigio all'università. La mia attenzione fu attratta da Bianca. Era di umore scintillante, completamente diversa dalle settimane precedenti, durante le quali s'era mostrata chiusa e incupita. Con uno sforzo, concentrai di nuovo i miei pensieri sui reperti. La dimostrazione che la contrattazione è un'arte, ed era questa la cosa che eccitava di più Ravelli. Senza esitazione in pochi minuti pervenne alla conclusione che, sebbene gli indizi circostanziali della scoprta fossero molto incoraggianti, non erano decisivi. E per il momento, non avrebbero dato alcun annuncio ufficiale; il rettore si lasciò carta bianca per procedere con le trattative con una certa fretta, anche perchè non escludeva eventuali concorrenti. Aveva previsto di affidare l'incarico ad Jaward Al Khemal. L'antiquario, incalzato dalle richieste di Ravelli, accettò, e gli fece promettere che lo avrebbe avvertito immediatamente se ci fosse stato qualche sviluppo. Per la prima volta dopo diverse settimane si sentii soddisfatto, e i giorni che seguirono furono gratificanti e piacevoli, i fondi per acquistare i reperti per conto di un suo cliente - mandante erano illimitati e le prospettive favorevoli. Di solito rispettava le leggi, ma ora che ci pensava, gli sembrava che non c'era nulla di male in ciò che proponeva a Rani. La possibilità che lo guidasse al luogo del ritrovamento, valeva ogni rischio. Si accordarono in fretta, mi chiesi quali erano le pene previste per chi favoriva uscire e ingressi illegali dal paese di reperti storici. Poi non ci pensai più. La ricerca di quei reperti si stava rivelando più difficile, troppo materiale storico, troppi soldi e troppi attori: Rani, il rettore, il compratore misterioso, Bianca, e lui stesso. Rimase deluso, perchè era sicuro di non essere in grado di gestirla. Di sicuro erano reperti che rappresentavano la più grande occasione della sua vita.
Quei rotoli sono fatti di pergamena, tranne uno, di papiro appunto, che potrebbe contenere, un testo molto significativo riguardante quello che i cristiani chiamano il Nuovo Testamento.
Le aspettative tra gli studiosi erano altissime, qualcuno era addirittura convinto che si possa trattare della famigerata "fonte Q". La fonte "Q" è un testo, o un insieme di testi, che la comunità scientifica dedita allo studio dei vangeli ritiene sia stato il documento primigenio al quale hanno attinto gli evangelisti sinottici, per la stesura dei propri Vangeli. Tutti comunque, sono sicuri dell'importanza del ritrovamento, perchè potrebbe contenere aspetti della vita di Gesù e della comunità cristiana primigenia che i due evangelisti potrebbero aver evitato di includere nei loro testi perchè ritenuti "scomodi", non rientranti nel disegno della figura di Cristo che la corrente di pensiero voleva presentare ai fedeli, e aver inserito invece ciò che era stato ritenuto "ortodosso" per la neonata fede cristiana.
Qualcuno cospirava, ogni volta che si otteneva un successo nelle trattative, e dava per scontato che avrebbe avuto il controllo esclusivo di uno dei più grandi tesori di scritti antichi mai scoperti.
Emergono in questo libro, in cui l'autore ripercorre l’appassionante storia di un uomo che oscilla tra verità e leggenda, creando un magnifico romanzo d’avventura e, insieme, una magistrale epopea sulla fede, il desiderio, l’ambizione, l’amore e il tradimento. Salvatore Di Gigli presenta una riflessione sulla conoscenza di culture diverse, che porta ad una rivelazione incredibile che cambierà per sempre la storia. Il mistero della pagina sacra, ieri come oggi, non smette di interessare, soprattutto in questo periodo di cambiamento.Salvatore Di Gigli è uno scrittore che sa inventare precisi colpi a effetto, ma il suo reale segreto nel romanzo e l'umanità che riesce a infondere a ognuno dei suoi personaggi.
Si voltò a guardare la pianura inargentata dalla luna. La Palestina ha molti volti e molte atmosfere e lui li amava tutti. In quel momento gli offriva una delle sue manifestazioni più incantevoli. Restarono assorti a lungo, in silenzio. Erano così euforici e avevano tante cose da discutere e commentare che si addormentarono molto tardi. Il professore riesaminò dettagliatamente i reperti, e affermò che era arrivato molto vicino alla verità e che non avrebbe cestinato con disinvoltura una testimonianza scientifica importante. Ravelli, gli confermò che ogni leggenda, ogni tradizione popolare si basa su un fatto reale, per quanto il legame possa essere confuso. Ogni tanto la discussione più seria degenerava in un esclamazione, tipo: Abbiamo un intero gruppo di rotoli, tutti per noi? Oppure: Per tutta la vita ho sognato qualcosa di simile?Con quella forza di carattere che a volte riesce a trovare in se stesso, scacciò la tentazione di mettere su carta anche parte del suo sapere.
I rischi ai quali andavano incontro erano decisamente affrontabili e i vantaggi enormi, ma i costi erano oltre le loro possibilità. Così il rettore decise di trattare con il governo. In modo da poter esercitare qualche pressione. Stipulando un accordo formale e molto probabilmente dividendo i reperti a metà e metà; in cambio dovranno garantirgli l'accesso e i diritti esclusivi. Con molta dignità rifiutò quando la sua assistente Bianca, si offrì di aiutarlo. Era felice e fiero di se stesso, quella sera. Ne aveva motivo, dopo aver divulgato un segreto rimasto nascosto per millenni; la sua conoscenza al mondo avrebbe portato prestigio all'università. La mia attenzione fu attratta da Bianca. Era di umore scintillante, completamente diversa dalle settimane precedenti, durante le quali s'era mostrata chiusa e incupita. Con uno sforzo, concentrai di nuovo i miei pensieri sui reperti. La dimostrazione che la contrattazione è un'arte, ed era questa la cosa che eccitava di più Ravelli. Senza esitazione in pochi minuti pervenne alla conclusione che, sebbene gli indizi circostanziali della scoprta fossero molto incoraggianti, non erano decisivi. E per il momento, non avrebbero dato alcun annuncio ufficiale; il rettore si lasciò carta bianca per procedere con le trattative con una certa fretta, anche perchè non escludeva eventuali concorrenti. Aveva previsto di affidare l'incarico ad Jaward Al Khemal. L'antiquario, incalzato dalle richieste di Ravelli, accettò, e gli fece promettere che lo avrebbe avvertito immediatamente se ci fosse stato qualche sviluppo. Per la prima volta dopo diverse settimane si sentii soddisfatto, e i giorni che seguirono furono gratificanti e piacevoli, i fondi per acquistare i reperti per conto di un suo cliente - mandante erano illimitati e le prospettive favorevoli. Di solito rispettava le leggi, ma ora che ci pensava, gli sembrava che non c'era nulla di male in ciò che proponeva a Rani. La possibilità che lo guidasse al luogo del ritrovamento, valeva ogni rischio. Si accordarono in fretta, mi chiesi quali erano le pene previste per chi favoriva uscire e ingressi illegali dal paese di reperti storici. Poi non ci pensai più. La ricerca di quei reperti si stava rivelando più difficile, troppo materiale storico, troppi soldi e troppi attori: Rani, il rettore, il compratore misterioso, Bianca, e lui stesso. Rimase deluso, perchè era sicuro di non essere in grado di gestirla. Di sicuro erano reperti che rappresentavano la più grande occasione della sua vita.
Quei rotoli sono fatti di pergamena, tranne uno, di papiro appunto, che potrebbe contenere, un testo molto significativo riguardante quello che i cristiani chiamano il Nuovo Testamento.
Le aspettative tra gli studiosi erano altissime, qualcuno era addirittura convinto che si possa trattare della famigerata "fonte Q". La fonte "Q" è un testo, o un insieme di testi, che la comunità scientifica dedita allo studio dei vangeli ritiene sia stato il documento primigenio al quale hanno attinto gli evangelisti sinottici, per la stesura dei propri Vangeli. Tutti comunque, sono sicuri dell'importanza del ritrovamento, perchè potrebbe contenere aspetti della vita di Gesù e della comunità cristiana primigenia che i due evangelisti potrebbero aver evitato di includere nei loro testi perchè ritenuti "scomodi", non rientranti nel disegno della figura di Cristo che la corrente di pensiero voleva presentare ai fedeli, e aver inserito invece ciò che era stato ritenuto "ortodosso" per la neonata fede cristiana.
Qualcuno cospirava, ogni volta che si otteneva un successo nelle trattative, e dava per scontato che avrebbe avuto il controllo esclusivo di uno dei più grandi tesori di scritti antichi mai scoperti.
Emergono in questo libro, in cui l'autore ripercorre l’appassionante storia di un uomo che oscilla tra verità e leggenda, creando un magnifico romanzo d’avventura e, insieme, una magistrale epopea sulla fede, il desiderio, l’ambizione, l’amore e il tradimento. Salvatore Di Gigli presenta una riflessione sulla conoscenza di culture diverse, che porta ad una rivelazione incredibile che cambierà per sempre la storia. Il mistero della pagina sacra, ieri come oggi, non smette di interessare, soprattutto in questo periodo di cambiamento.Salvatore Di Gigli è uno scrittore che sa inventare precisi colpi a effetto, ma il suo reale segreto nel romanzo e l'umanità che riesce a infondere a ognuno dei suoi personaggi.
CITAZIONI DEL LIBRO
- Un commento, un pesher, invece, ci fa capire moltissimo su chi lo ha scritto, su dove viveva, su come fosse orientato il modo di interpretare i testi biblici nella comunità in cui viveva.
- Dalla deduzione che possiamo trarre dai testi di questo genere noi arricchiamo sensibilmente il bagaglio culturale universale sulla società coeva alla redazione del testo.
- La fonte "Q" è un testo, o un insieme di testi, che la comunità
scientifica dedita allo studio dei vangeli ritiene sia stato il
documento primigenio al quale hanno attinto gli evangelisti sinottici,
per la stesura dei propri Vangeli.
- La fonte "Q" è importante perchè potrebbe contenere aspetti della vita di Gesù e della
comunità cristiana primigenia che i due evangelisti potrebbero aver
evitato di includere nei loro testi perchè ritenuti "scomodi", non
rientranti nel disegno della figura di Cristo che la corrente di
pensiero voleva presentare ai fedeli, e aver inserito invece ciò che era
stato ritenuto "ortodosso" per la neonata fede cristiana.
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