lunedì 27 febbraio 2017

Nel nome di Bobby Sands di Pierluigi Spagnolo

TITOLO: NEL NOME DI BOBBY SANDS
Il combattente per la libertà
Una storia irlandese
AUTORE: PIERLUIGI SPAGNOLO
CASA EDITRICE: L'ARCO E LA CORTE
Anno edizione: 2016
Pagine: 160 p.
EAN: 9788890954979
Prezzo: euro 15.00
 
SINOSSI
 
   Da dove nasce il desiderio di continuare a parlare di Bobby Sands e della tragedia dell'Irlanda del Nord, a 35 anni dai drammatici giorni dello sciopero della fame dei detenuti di Long Kesh? Perché rinfrescare, aggiornare e ripubblicare questo libro? Perché la vicenda del militante repubblicano di Belfast, che a soli 27 anni, a maggio del 1981, si lasciò morire di fame in un carcere britannico, appare come una storia senza tempo e senza latitudini, un messaggio universale di amore per la propria terra, di lotta per la libertà e di ribellione alle ingiustizie. Questa edizione si arricchisce inoltre con la traduzione integrale di un antico manuale destinato ai volontari dell'Irish Republican Army, datato 1956, che offre uno spaccato crudo ed efficace per comprendere quale fosse il clima di violenza di quegli anni, nella martoriata Irlanda del Nord. 

CONOSCIAMO L'AUTORE PIERLUIGI SPAGNOLO


 
Pierluigi Spagnolo è nato a Bari nel 1977. È laureato in Scienze politiche. Giornalista professionista, dal 2012 vive a Milano ed è un redattore della Gazzetta dello Sport. Ha iniziato nel 2003 al Corriere del Mezzogiorno, poi ha lavorato per City e al Corriere della Sera. Ha scritto “Bobby Sands. Il combattente per la libertà, una storia irlandese” (L’Arco e la Corte, 2002), e ha partecipato agli instant book “Che storia la Bari. 25 racconti popolari” e “La Bari siete voi. 30 figurine dall’album dei ricordi” (entrambi Gelsorosso, 2014).


RECENSIONE

 
Il nome che gli avevamo dato con leggerezza e non senza avversione sembrava essere diventato in una sua tremenda maniera appropriato: Nobody. Quel ragazzo non esisteva. [...] Era diventato un nessuno. Non godeva di alcuna protezione. Né era in grado di proteggere se stesso a causa del suo ideale  era diventato attivista politico dell’Esercito Repubblicano Irlandese. Era abbandonato alla mercé di coloro nelle cui mani capitava.
Non è mai stata, non è (né mai sarà) facile la vita di Bobby Sands preoccupato della verità. Distrutto dallo sfacelo della famiglia, dalla rovina economica o una perenne miseria senza scampo, o la prigione. Anche in una situazione di destino tragico, come nel caso di Bobby Sands, allora era la coscienza a lacerare il petto dal di dentro, e ancor più dolorosamente.
Ormai è stato appurato che negli ultimi suoi anni Sands scrisse cose importanti e le nascose e fatte uscire dalla prigione con prudenza e zelo tali che ancor oggi non ci è dato rinvenirle e conoscerle del tutto. Seguirono tempi assai più difficili. Proprio grazie alla lotta per la libertà nacquero tutti quei giovani che presero in odio il potere, si dedicarono alla rivoluzione e lo fecero. Ma una volta varcata la soglia della rivoluzione: da lei stessa generata, la storia di Sands  s’era ritrovata sotto un soffitto opprimente, fra mura ravvicinate che diventavano sempre più strette. 
Prima dell’arresto Sands, pensava a vivere la sua vita al meglio delle sue possibilità, se solo non fosse stato messo dentro.  Ma dopo l’arresto e un paio d’anni di vita di prigione e lager il famoso H-Blocks, i blocchi H, ormai oberato da valanghe di temi, accettò come si accetta il respiro, capii come si capisce tutto l’irrefutabile che vedono gli occhi: non solo non avrebbero lasciato che svegliasse le coscienze del popolo, ma anche un rigo solo scritto gli sarebbe costata la testa.
 Senza esitazione, senza sdoppiamenti, aveva sposato la sorte del combattente unicamente perché tutto questo non venisse dimenticato, perché un giorno lo sapessero i posteri.  Quanto ad essere pubblicato in vita, a ciò non doveva neppure pensare, neppure accarezzare il progetto in sogno.
Soppresse dunque ogni oziosa fantasia. In cambio aveva soltanto la certezza che la sua ricerca della verità non sarebbe stata sprecata che avrebbe colpito le teste a cui mirava, sarebbe stata recepita col tempo da coloro cui era diretta come una corrente invisibile. Si era rassegnato a tutta una vita in carcere in silenzio come ci si rassegna a subire la forza di attrazione terrestre che ci tiene incatenati per tutta la vita.
 In quel lager così fu definito il braccio nel quale fu rinchiuso a soli 27 anni , si curava unicamente di una cosa: conservarle in segreto, e se stesso insieme ad esse.

Comincio dopo un numero considerevole di giorni di digiuno la sua fine.   Il primo emergere dall’abisso di Sands dalle scure acque comincio molto tempo prima, mentre era ancora vivo. Gli fu dato di vivere abbastanza da godere questa felicità: sporgere la testa e scagliare i primi sassolini contro la fronte ottusa di Golia. La fronte resta intatta, i sassolini rimbalzano via, ma una volta caduti per terra esplodevano in subitanee fioriture, ed erano accolte con giubilo o odio. Poi le cose rallentarono, fu come il protrarsi di una fredda primavera. Non gli rimase che radunare le ultime forze per scagliare gli ultimi sassolini contro l’infrangibile fronte.
Quante volte, in forme vergognose, l a sua estenuante prigionia gli aveva privato della libertà di azione,  di espressione, della libertà di raddrizzare la schiena. Tutte le ossa, indolenzite, chiedevano di potersi raddrizzare.  
Ci fu un momento in cui sperò di aver trovato in carcere un amico.  Ma Sands non s’illudeva. La sua radice contadina e quella particolare dignità che egli manifestava di fronte ai nemici, il suo passato e le lezioni che ne aveva tratte, non si sarebbero potuti adattare l’uno all’altro, perchè non esiste amicizia tra uomini senza una somiglianza di vedute, senza una perspicace attenzione reciproca.

 
Citazioni del Libro 



Bobby Sands, militante repubblicano irlandese, a soli 27 anni si lasciò morire di fame in un carcere britannico, appare come una storia senza tempo e senza latitudini, un messaggio universale di amore per la propria terra, di lotta per la libertà e di ribellione per le ingiustizie. 

Bobby Sands conserva il suo straordinario fascino ideale e iconografico, e il suo sacrificio resta un patrimonio trasversale, un simbolo immortale per tutti quelli che sognano un mondo giusto e libero.

“The whole world exploded and my own little world crumbled around me”. Traduzione: Tutto il mondo esplose e il mio piccolo mondo si sgretolò intorno a me.

La mia vita cominciò a cambiare. Poco a poco il contenuto dei telegiornali mutò e io notai con maggiore frequenza gli agenti speciali che caricavano la folla per le strade. Il mio piccolo mondo personale si frantumò. Arrivarono gli “speciali”, invadevano le nostre strade, sparavano, incendiavano, saccheggiavano, uccidevano. Non c’era nessuno a difenderci, allora….

Un’Europa  colpevolmente distratta ha ignorato per anni la realtà dell’Irlanda del Nord, dell’ultima colonia ancora presente sul territorio del “Vecchio continente”, lasciando così che si perpetuasse un regime di vera apartheid.

L’esercito di Sua maestà, in Irlanda del Nord per fermare le aggressioni, rivelò ben presto i motivi tutt’altro che pacifici. E, così la violenza ha finito per rappresentare una componente costante nella storia dell’Irlanda.

Il popolo ci comprendeva e non ci apriva solamente la sua porta di casa per aiutarci, ci apriva anche il suo cuore. 

Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio Paese, fino a che l’Irlanda non diventerà una sovrana, indipendente, repubblica socialista. 

Le nostre armi possono ammazzare i nemici, ma se non sono guidate dalla politica di un popolo rivoluzionario, finiranno con l’uccidere noi stessi. Le armi non vincono le guerre; pistole e bombe possono uccidere un uomo, ma non indicargli la strada.

Il suo destino si concluse in carcere, qui cominciò la fase più drammatica della sua vita. Dentro un cella britannica nella quale trascorse gli ultimi anni della sua esistenza. E dove decise di lasciarsi morire, per tentare di svegliare le coscienze di un’Europa colpevolmente indifferente e sonnolenta.

Io sento di avere qualcosa in comune con l’allodola, con la sua tortura, la sua prigione e la morte a cui alla fine andò incontro. Possedeva uno spirito che non si trova facilmente neppure tra noi, i cosiddetti esseri superiori, gli uomini. Prendete un comune prigioniero. Il suo obiettivo principale è quello di rendere il suo periodo di detenzione più facile e confortevole possibile. Alcuni arriveranno persino a umiliarsi, a umiliarsi, a strisciare e a tradire altri detenuti, pur di salvaguardare se stessi. Diversamente dall’allodola, canteranno ogni volta che gli verrà chiesto loro di farlo e salteranno ogni volta che sarà ordinato loro di muoversi. 

 Sebbene abbia perduto la sua libertà, un prigioniero comune non è disposto a giungere alle estreme conseguenze per riacquistarla, e neppure per difendere la propria dignità di uomo. 

Ora mi trovo nel Blocco H, dove mi rifiuto di cambiare per adeguarmi  a coloro che mi opprimono, mi torturano, mi tengono prigioniero e vogliono disumanizzarmi. Hanno distrutto il mio corpo e attentano alla mia dignità. Ma, possiedo lo spirito di libertà, che non può essere soppresso neppure con il più orrendo dei maltrattamenti.

La raccolta dei pensieri  della prigionia, che costituiscono il suo Diario dal carcere, venne scritto di nascosto con una refil di penna biro sulla carta igienica, un mucchio di testimonianze e riflessioni  fatte uscire clandestinamente dalla prigione.

Che trovino un nome a questo tipo di tortura, pensai.

Che trovino un nome a questo terribile incubo.

Le drammatiche riflessioni intasavano spesso la testa di Bobby Sands, non furono rari i momenti nei quali pensò che sarebbe stato meglio morire, anziché morire in quel modo: Quando tutto si faceva così insopportabile che non t’importava nulla di essere vivo o morto, pur di scappare via da quell’incubo infernale. Non stiamo morendo lo stesso, pensai?

Eravamo destinati alla sconfitta, ma gli ideali della nostra lotta sono stati in gran parte traditi dal modo in cui è arrivata questa sconfitta, e ricorda la fine dei maiali nella Fattoria degli animali di Orwell.

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