mercoledì 22 marzo 2017

INCANTESIMO D'AMORE DI VIVIEN WALKER


INCANTESIMO D’AMORE DI V. EALKER
AUTRICE: VIVIEN WALKER
GENERE: URBAN FANTASY
EDITORE: SELF- PUBLISHING
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 marzo 2017

PAGINE: 69



SINOSSI


Cresciuta in un orfanotrofio fino all'età di diciotto anni, Alberta Dixon Ray è una giovane e strana ragazza, che nelle notti buie e silenziose comunica con gli spiriti e con la luna, sua confidente e cara amica.
Non appena Alberta raggiunge la cittadina gallese di Portmeirion, un luogo quasi onirico e unico al mondo, inizia per lei una nuova e incredibile vita.
Dapprima cameriera nel lussuoso Silver Afon Hotel, alle dipendenze della burbera signora Talbot, in seguito riuscirà nel suo sogno di gestire una piccola e deliziosa bottega nel centro del villaggio, dove lavorare manufatti in ceramica e candele alle varie essenze. O almeno questo è quello che la maggior parte degli abitanti del luogo crede. In realtà, Alberta confeziona candele propiziatorie per riti e sortilegi, preparando polveri e misture speciali per incantesimi vari.
Sedici anni dopo.
Alberta vive serena nella sua casa di Pockety street, insieme alla figlia sedicenne Ajsha, concepita in una notte di passione col suo primo amore Eugène Renaud. La vita a Portmeirion scorre tranquilla per lei, almeno fino al solstizio d’estate, quando in paese giunge Roman Crowley, scrittore vedovo, pacato e maturo, alla ricerca dell'ispirazione per il grande romanzo della sua vita.
Per Alberta le cose inizieranno a cambiare.
Tra i due l’attrazione sarà palese fin da subito e, nonostante la donna cercherà di tenerlo fuori dalla sua vita, le coincidenze l’avvicineranno a lui, travolgendola come una vera e propria forza soprannaturale.
Alberta scoprirà, pian piano, che non tutto si può chiedere alla luna, e che non sempre il futuro si può leggere nelle carte; che gli eventi non sono sempre annunciati da un presagio e che i problemi non sempre si possono risolvere attraverso gli incantesimi.
Capirà che il suo vero incantesimo d'amore non ha bisogno di nessuna formula da recitare a memoria, perché l’amore è già magia… Una magia più potente di qualsiasi sortilegio.
RECENSIONE

Fino a quel momento la vita non l’aveva mai posta di fronte a emozioni o cambiamenti. Alberta rimasta orfana in tenera età, era stata accolta e allevata da alcune suore. Nell’istituto era stata allevata ed educata, le suore le avevano riservato forse maggiore affetto, ma anche maggiore fermezza e severità, proprio perché si sentivano più responsabili nei suoi confronti, essendone in un certo qual modo anche tutrici. A diciotto anni, Alberta, si era resa conto della fondamentale differenza fra lei e le altre. Ognuna di loro aveva una casa, una famiglia, degli affetti; lei invece era sola. Le suore, comprendendo i suoi timori, avevano capito che Alberta non si sentiva ancora pronta per affrontare la vita. 


Nel 1948, Alberta si trasferisce a Portmeirion alla ricerca di un lavoro come cameriera presso il lussuoso Silver Afon Hotel. Alberta appena arrivata, aspettava. Avrebbe voluto essere in tutt’altro luogo. Sentiva già la mancanza della sua vita all’istituto. La ragazza rimase sorpresa nel conoscere la signora Catherine Talbot. La signora Talbot aveva gli occhi freddi e tristi, ciò accentuava l’espressione cupa di tutto il volto.


Il silenzio prolungato rivelò ad Alberta che anche la signora Talbot la stava osservando. Vide una fragile creatura, con un bellissimo viso dall’espressione dolce e indifesa. Il fisico della ragazza era snello e l’ossatura molto minuta dava l’impressione di poterla spezzare in due con un colpo non troppo forte. In realtà celava qualcosa di particolare: benchè la sua condizione fosse di povertà e la vita le aveva riservato grandi dolori, conservava un certo orgoglio e un amor proprio. 


Qui fra candele e la sua capacità di comunicare con gli spiriti che Alberta vive la sua prima esperienza d’amore con Eugène Renaud.


Eugène Renaud la guardò dritto negli occhi e gli parve di scorgervi ancora paura. Sapeva che quella ragazza era cresciuta in un istituto di suore e che per la prima volta veniva a contatto con il mondo esterno. Poteva immaginare quali fossero le preoccupazioni di Alberta e si sentì in dovere di rassicurarla. Alla giovane la pacata tranquillità di Eugène aveva dato una nuova sicurezza. Sentiva che quell’uomo sarebbe stato suo amico; doveva essere una persona buona e giusta. Alberta aveva percepito queste sue qualità: doveva essere certamente buono perché aveva compreso il suo terrore e con calma aveva dissipato ogni timore dal suo animo. Ora doveva ammettere che avevano ragione le suore: quello era il mondo esterno. Come chiunque doveva affrontare una vita reale, con problemi e rapporti normali. 


Si intuiva che Alberta si era innamorata di lui. Era giovane ed inesperta, non sapeva nascondere ancora i propri sentimenti. Forse non sapeva neppure di doverlo fare. Anche Eugène subiva il fascino di quello sguardo limpido più di quanto egli non credesse. Alberta si affidava completamente a lui, ne percepiva il tremito interiore. La bacio a lungo e con passione. Alberta ricambiò quel lungo bacio con tutta se stessa. Era certa di amarlo. L’amore dimentica ogni regola, ogni insegnamento. Sarebbe stata sua. Il frutto di quella passione sarà la figlia Ajsha. Alberta era sconvolta. Più delle parole l’aveva colpita il tono di Eugène, distaccato e indifferente. L’aveva allontanata da sé. La respingeva e così Alberta cresce da sola la bambina.


Ma perché l’aveva amata, se ora l’allontanava? Perché continuava in quel gioco crudele? Non capiva che la faceva soffrire? Cosa poteva dire di lui alla piccola Ajsha. L’impotenza della sua situazione le serrava la gola. Non poteva restare lì a mostrare la sua sofferenza, doveva lottare per assicurare un futuro a se stessa e a Ajsha. Eugène ha rovinato la mia vita e quella di sua figlia. Non gli porto alcun rancore; ma non riesco a perdonargli il male che ci ha fatto. Voglio assolutamente dimenticarlo.


Sedici anni dopo, Alberta aveva intuito che il suo destino stava cambiando. Attorno a sé si respirava un’altra atmosfera. Era come se l’ambiente contaminato della vita avesse subito una forte ventata di aria fresca e pulita.  A scompigliare le sue carte e scuotere i suoi spiriti arriva Roman Crowley, aspirante scrittore e uomo di cultura. Tra i due nasce l’amore. Alberta all’improvviso comprese che al cuore non si comanda e si sentì paralizzare.  Possibile che lei, proprio lei, si trovasse in una situazione simile? D’altro canto la sua posizione era davvero particolare.


Le loro labbra si toccarono ancora e ancora. Alberta si era innamorata di lui, della sua dolcezza e tenerezza. Amava il suo volto splendido e maschio e le sue labbra che si erano posate sulle sue. Ricordava ancora quella stupenda sensazione. Si era sentita come travolta in un turbine vorticoso quando le braccia di lui erano attorno alla sua vita. Aveva sentito la loro forza e dolcezza. Vide accanto a sé un uomo del tutto diverso da quello che ricordava del suo rapporto ormai chiuso con Eugène Renaud. 


Stava forse sognando? Avrebbe voluto piangere per il senso di liberazione che stava provando. Lo amava tanto. Era dunque possibile tanta felicità? E questa l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nella sua vita. L'autrice intraprende un'analisi dei personaggi, mettendone in luce ansie e delusioni.


In questo romanzo Vivien Walker è abile nell'imbastire storie che si sfiorano e si intrecciano, alternando le voci narranti come in una danza, creando raffronti, sottolineando somiglianze e divergenze; la voce della protagonista  suona sincera, diretta, modellata su schemi sociali di estrema attualità.


La protagonista è una donna parte di un mondo che propone modelli e impone ruoli, è una donna in fuga dalle catene del quotidiano, è una donna cui la propria vita è divenuta un vestito troppo stretto.


Racconto ben dosato che sotto sembianze di semplicità, cela profondità di contenuto e spunti di riflessione, si avverte la sensazione ricorrente che  esso faccia l’occhiolino ad un proseguo.

CITAZIONI DEL LIBRO 

-          Eugène Renaud era uno spirito libero, il connubbio tra l’umana eterna ricerca del senso della vita e il piacere per le passioni terrene e repentine. Era proprio per la sua natura così libera che Alberta aveva deciso di abbandonarsi a lui, ben sapendo di non poterlo trattenere a sé, di non poterlo avere che per un paio di giri di luna.



-          A volte una donna teme che un uomo possa solo portarle dolore, prendendo da lei tutto ciò che può per il proprio piacere per poi umiliarla e lasciarla con il cuore sanguinante. Eugène, al contrario, sarebbe rimasto per sempre scolpito nella mente e nell’animo di Alberta: lui era stato il suo primo vero amore, il primo bacio dato con autentica passione, la sua prima volta, consumata in una gelida sera di luna piena con la paura di essere visti e l’eccitazione che solo un amore proibito può regalare.



-          Le loro labbra si toccarono ancora.


-          Si baciarono senza sapere nulla l’uno dell’altro, dimenticando tutto e tutti, e ignorando gli sguardi curiosi dei passanti.

-          Si baciarono perché era l’unica cosa che desideravano più di ogni altra, in quell’istante infinito in cui spazio e tempo si erano del tutto annichiliti.

-          Roman Crowley era tutto fuorché un tipo ordinario. Dietro quell’aspetto così sobrio e pacato, nascondeva un animo brillante e originale. Era la prima persona dopo Eugène Renaud che riusciva a destare in lei un profondo interesse e una fervente curiosità.

-          Stava vivendo il suo primo incantesimo d’amore e non c’era stato bisogno di recitare nessuna formula imparata a memoria, perché l’amore tra lei e Roman era la vera magia, più potente di qualsiasi sortilegio.

 

1 commento:

  1. Grazie di cuore per la tua recensione, così vivida e realistica. Leggendola mi è sembrato di camminare a piedi nudi per le stradine di Portmeirion, un luogo magico, che mi ha ispirato fin dal primo momento... Ricordo che durante la stesura mi succedeva la medesima cosa: immaginavo di essere in quei posti lontani, di incontrare fugacemente i protagonisti della mia storia, di intravederli tra le siepi e nelle stradine che si snodano sulla collina. Ti ringrazio quindi per questo piacevole salto nei miei "ricordi di scrittura"! In bocca al lupo e complimenti per il tuo delizioso blog!

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