Alla ricerca del tempo perduto
EINAUDI EDITORE
La strada di Swann.
All'ombra delle fanciulle in fiore. I Guermantes. Sodoma e Gomorra. La
prigioniera. Albertine scomparsa. Il tempo ritrovato
2017
ET Biblioteca
pp. XXX - 2340
€ 55,00
«A confronto con l'opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti».
Erich Auerbach
Erich Auerbach
Il libro
Quasi come in una tragedia classica, nel quinto libro della Recherche tutta
l’azione si concentra attorno a due soli protagonisti, il Narratore e
Albertine, in uno scenario di tempo e luogo – un appartamento borghese
parigino – ben delimitato. Predomina quindi l’introspezione psicologica,
la descrizione dell’amore, un amore quasi patologico, fatto di
sofferenza e gelosia. La Prigioniera (1923) si configura come una
grandiosa indagine sul sentimento erotico che demolisce miti e
stereotipi romantici e ne inaugura una concezione moderna.
«A confronto con l’opera di Proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti. Alla ricerca del tempo perduto
è una cronaca ricavata dal ricordo: nella quale la successione empirica
del tempo è sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi
degli avvenimenti, che il biografo dell’anima, guardando all’indietro e
dentro di sé, sente come l’unica cosa vera. Gli avvenimenti passati non
hanno piú potere su di lui, ed egli non finge mai che quanto da tempo è
accaduto non sia ancora accaduto, e che non sia ancora deciso quanto da
tempo è deciso. Perciò non c’è tensione, non c’è acme drammatico, non
c’è assalto e scontro, né susseguente soluzione e pacificazione. La
cronaca della vita interiore scorre con armonia epica, poiché è soltanto
ricordo e introspezione. È la vera epica dell’anima, la verità stessa,
che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre
molto, ma soffrendo gode anche la libertà e la pace; è il vero pathos
del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai
si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene».
Erich Auerbach
Erich Auerbach
RECENSIONE
Alla ricerca del tempo perduto, il capolavoro di Proust, è composto di sette volumi e abbraccia la storia di tre generazioni. In esso non va ricercata una trama, perchè l'opera consiste in una specie di rivelazione dell'io che riesce a ricreare, attraverso le sensazioni più sottili, oltre che nei particolari più realistici, l'essenza del passato, del tempo perduto.
E attorno alle sue confessioni, l'autore delinea tutta una società in crisi alla vigilia del primo conflitto mondiale. Il racconto è continuamente filtrato dall'io narrante e la realtà ricostruita è quella dei più profondi recessi dell'animo umano.
La prigioniera, di cui fa parte la pagina che presento, narra l'amore tra Albertine e il protagonista, torturato dalla gelosia di non poter possedere completamente l'amata. Essa infatti, come ogni persona, è il risultato del suo passato che a nessun altro è dato di recuperare.
Sono presenti nella pagina i due temi fondamentali della Ricerca: il tempo, di cui Albertine è la personificazione, e il relativismo: è impossibile possedere Albertine perchè tante sono le Albertine la cui esistenza è dovuta all'azione del tempo.
E' il dramma della frantumazione del personaggio che non è più un'entità oggettiva, perchè non solo è in continuo divenire, ma è soggetto alla molteplicità dei punti di vista attraverso cui lo percepiscono gli altri ed egli stesso si percepisce nei diversi momenti.
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