lunedì 15 ottobre 2018

DOVE MI TROVO by JHUMPA LAHIRI - GUANDA

 

Dove mi trovo

 Casa Editrice GUANDA
Aree tematiche
Dettagli
180 pagine, Brossura
Prezzo di questa edizione cartacea
ISBN
9788823521360
 

 SINOSSI


Sgomento ed esuberanza, radicamento ed estraneità: i temi di Jhumpa Lahiri in questo libro raggiungono un vertice. La donna al centro della storia oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto, allo stesso tempo, di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo vivo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre. E poi ci sono i colleghi di lavoro in mezzo ai quali non riesce ad ambientarsi, le amiche, gli amici, e «lui», un’ombra che la conforta e la turba. Fino al momento del passaggio. Nell’arco di un anno e nel susseguirsi delle stagioni, la donna arriverà a un «risveglio», in un giorno di mare e di sole pieno che le farà sentire con forza il calore della vita, del sangue. Questo è il primo romanzo di Jhumpa Lahiri scritto in italiano, con il desiderio di oltrepassare un confine e di innestarsi in una nuova lingua letteraria, andando sempre più al largo.

BIOGRAFIA:

JHUMPA LAHIRI
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(Londra, 11 luglio 1967) è una scrittrice statunitense di origine indiana.
Nasce in Inghilterra da genitori provenienti dallo stato indiano del Bengala Occidentale, trascorrendo poi l'infanzia e la giovinezza negli Stati Uniti d'America. La sua prima raccolta di racconti brevi, L'interprete dei malanni (Interpreter of Maladies), uscita nel 1999, ha subito colpito l'attenzione di molti lettori e della critica ottenendo il Premio Pulitzer per la narrativa l'anno successivo. Dal romanzo L'omonimo, del 2003, la regista Mira Nair ha tratto il film Il destino nel nome - The Namesake. Con il romanzo Una nuova terra, uscito nel 2008, vince la III edizione del Premio Gregor von Rezzori per la miglior opera di narrativa straniera nel 2009.
Appassionata della lingua italiana, nella prima metà degli anni 2010 ha vissuto a Roma con i suoi due figli e il marito, Alberto Vourvoulias-Bush, giornalista guatemalteco, per meglio studiarla e comprenderla. Nel 2014 è chiamata a far parte della giuria alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. L'anno dopo pubblica il suo primo libro scritto direttamente in italiano, l'autobiografico In altre parole,vincitore nello stesso anno del Premio Internazionale Viareggio-Versilia. (da Wikipedia)





RECENSIONE

L'alba del giorno l'ha trovata impaurita, sconvolta, vuota. Cosa può esserle successo di tanto grave per ridurla così? Un tempo di cui non ricorda il giorno, segna una linea di demarcazione netta e irremovibile tra prima e dopo. Il vuoto si è impadronito di lei. Poi ha lasciato che il tempo passasse, certo perchè il tempo è un grande alleato. Poi la distanza del tempo, liberarsi di tutto quel peso che oltretutto le lasciava scoperta la vita. Una cosa enorme. La scelta di una vita.

Eppure basterebbe un passo. Un passo soltanto, e la verità verrebbe a galla. Una verità buia, tormentata, come l'epoca da cui è dolorosamente riemersa. E' la protagonista senza nome, ma forse, per questo più vicina a noi, è costretta ad agire drasticamente e disperatamente, nel costante e vano tentativo di trovare la felicità. Vive distaccata dal resto del mondo e dagli affetti.

Incontri che spezzano la monotonia delle sue giornate, sempre uguali, sempre grigie. Lei che non condivide la sua vita con nessuno. Cammina per le strade della sua città, e incontra delle ombre che le passano accanto senza impressionarla. 

Il suo nemico-amico è il silenzio, come un vestito che le veste il corpo, come una seconda pelle, come un pensiero che le arreda le stanze della mente. Attraversa persone, è visi, storie, ma non si impegna più a intavolare una relazione, si arrende.

E' una donna che viveva con la sensazione amara di non esistere per alcuna delle creature che gli affollavano la mente e facevano turbinare i suoi desideri. Ella aveva tanto dentro di sè, nascosto ma ribollente, che le diceva come ella possedesse una personalità, una personalità davvero interessante, sebbene gli altri, fuori di lei, non si degnassero di accorgersene.

O li ammirava questi individui o li invidiava perchè avevano osato sfidare le convenzioni e ribellarsi contro i costumi della società, perchè non avevano conosciuto freni e si erano innalzati al di sopra e al di là delle leggi dell'uomo comune.

Questo accadeva, però, soltanto quando li osservava da lontano, per cui essi, come persone reali, divenivano indistinti e non rimanevano che i simboli di un comportamento cui anelare in segreto. Questi simboli infatti, erano tali da renderla spazientita della sua stessa esistenza, così limitata, così assediata dalle ansie, così repressa, così spaventosamente tediosa, e guardava allora, a quelle donne e a quegli uomini e si rendeva conto che stava perdendo troppo cose facenti parte della vita, e che avrebbe continuato a vivere e sarebbe morta senza mai osare, una sola volta, tenersi in contatto con il mondo esterno.

Il passato le tornava sempre in quel modo, qualche imbeccata, qualche frammento di un ricordo bruciante, e un pò di lotta per respingere quei frammenti, perchè la lasciassero in pace, ma poi, erano troppi i frammenti che l'assediavano e i suoi pugni diventavano impotenti, e invece di continuare a combattere ella, si abbandonava e si arrendeva a tutto, a tutte le esperienze del passato e lasciava che la malinconia esistenziale, raggomitolata in preda all'autocompatimento e a una dolorosa impotenza.

Poi, l'incontro con un uomo. A partire da quel giorno si sentiva attratta da lui, irresistibilmente, interessata da ciò che egli le dava, incapace di resistere allo stupefacente dell'eccitazione che espandeva la mente.



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