Il fiume più lungo scorre dentro di noi. Solo risalendo la corrente, possiamo conoscere la verità.
La
tempesta imperversa sul fiume, ma la luna buca la coltre di nubi e
illumina a giorno la figura di un uomo inghiottito dalle onde. È questo
il sogno che tormenta Choko Kogito da quando suo padre è annegato, anni
prima, proprio in quelle acque. Da allora, ha cercato di affidare alle
pagine di un romanzo Choko Kogito che ancora prova, ma non ci
è mai riuscito. Finché sua sorella Asa lo invita a tornare nella valle
natia dello Shikoku: ad attenderlo c’è una valigia rossa che contiene
alcuni documenti del padre che potrebbero aiutarlo a sciogliere i nodi
del suo passato e a mettere fine a una crisi d’ispirazione durata troppo
a lungo. Kogito non esita un istante a lasciare Tokyo per tornare nel
luogo in cui è cresciuto. Qui, giorno dopo giorno, cerca di trovare un
senso a eventi che la sua immaginazione ha ormai trasfigurato e di
mettere ordine dentro sé stesso. Ma si rende conto che da solo non può
riuscirci. Ha bisogno di qualcuno con cui condividere le difficoltà e
che sia in grado di guidare il suo sguardo nella giusta direzione. Ed è
nella giovane Unaiko che trova l’aiuto desiderato. Come lui, l’aspirante
attrice nasconde profonde fragilità e sa cosa significhi passare la
vita alla ricerca di un finale che tarda ad arrivare. Dopo il loro
fortuito incontro, Kogito e Unaiko iniziano a collaborare alla stesura
di una complessa sceneggiatura teatrale. Perché sono convinti che unendo
le forze potranno ritrovare la linfa creativa necessaria a dar voce a
ciò che finora è stato solo silenzio.
Kenzaburo Oe, premio Nobel
per la letteratura nel 1994, ci consegna un romanzo visionario che
rappresenta la summa della sua esperienza autoriale. La foresta d’acqua
non è solo uno splendido e toccante ritratto dell’artista che si
confronta con lo scorrere del tempo, ma anche un’acuta riflessione sulla
forza della narrazione e dei modi in cui può ricomporre fratture
emotive, personali e collettive.
Un libro esemplare.
Un romanzo epico in cui Ōesi confronta con i grandi temi della paternità e dei doveri di famiglia.
Uno dei romanzi di Ōe meglio riusciti: provocatorio, profondo ed elegante.
In «La foresta d’acqua», Ōe, con grande maestria, guida il lettore
in una densa foresta di storie e reminiscenze e riflette sul valore
inestimabile della memoria.
Una grande storia di necessarie introspezioni e oggettivazioni.
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