I passi nel bosco
2020
Supercoralli
pp. 248
€ 19,50
Sandro Campani sa raccontare la giostra delle relazioni, la grazia che riconosciamo ai vincenti e la miseria che sembra precipitare sui perdenti. Tanti sono i personaggi di questo romanzo, ma uno solo conosce il destino di tutti: il bosco. E chi ha imparato le sue regole sa bene che, se si decide di abbattere una singola pianta, bisogna tenere conto di tutte le altre.
Il libro
Alcuni
uomini custodiscono segreti, altri invece sono fatti della stessa
sostanza dei segreti. Sembrano non avere un passato, o averne troppo.
Luchino è uno di questi: imprendibile, amato e odiato da chiunque,
invidiato e disprezzato, lontano da ogni cosa eppure sempre cosí
presente.
Sono i giorni del taglio del bosco, un’occasione che riunisce gli
abitanti di una piccola comunità dell’Appennino tosco-emiliano. Ognuno
viene a dare una mano, curiosando o bevendo qualche bicchiere in
compagnia. Ma non ci sono soltanto i boscaioli e le loro famiglie: le
facce note e meno note sono tante. C’è la Betti, proprietaria
dell’albergo diffuso, per cui quel taglio è simile a un dolore: il bosco
apparteneva al suo Fausto, e da quando lui non c’è piú l’edera e i rovi
hanno preso il sopravvento. C’è Francesco, il notaio, che sta cercando
quel delinquente di suo figlio. Ricomparirà forse anche Luchino;
qualcuno in pae-se sussurra che è tornato, sebbene ancora nessuno
l’abbia visto. Del resto Luchino è fatto cosí: tempo fa se n’è andato là
fuori, chissà per quali avventure, e adesso si fa vivo quando piú gli
aggrada. Ciascuno dei personaggi pretende qualcosa da lui, ciascuno ha
un rancore, un rimorso, una ferita, un conto da saldare, un affetto
bisognoso di conferme. Tutti resteranno delusi. Perché da Luchino ognuno
di loro ha provato a rubare – uno sguardo, una parola, un modo di stare
al mondo -, ma nessuno è mai riuscito a diventare come lui. Anzi, chi
lo imitava è finito in rovina. Sandro Campani ha un talento unico: dà
voce al bosco, al vento che frusta gli alberi, al profumo della terra
dopo la pioggia. E lo fa con una scrittura precisa e implacabile, come
un colpo d’accetta.
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