Il male fiorisce anche nel giardino perfetto.
La memoria del lago
SONZOGNO
pp. 144
pp. 144
2020
Euro 14,00
Un nuovo caso per la fioraia del Giambellino e il suo eccentrico pool di apprendiste investigatrici
«I suoi successi da detective dilettante avevano rimesso tutto in discussione. Ora Libera non poteva più accettare che un segreto rimanesse tale. Perché i segreti uccidono, come diceva nonno Spartaco, e quando non uccidono fanno comunque male»
«I suoi successi da detective dilettante avevano rimesso tutto in discussione. Ora Libera non poteva più accettare che un segreto rimanesse tale. Perché i segreti uccidono, come diceva nonno Spartaco, e quando non uccidono fanno comunque male»
In una tiepida sera di fine estate, un vecchio dossier di polizia,
ingiallito dal tempo, arriva sul tavolo del laboratorio di Libera, la
fioraia del Giambellino. Contiene i documenti di un dimenticato caso di
cronaca – erano gli anni del dopoguerra, una giovane donna trovata morta
sulla riva del lago di Como – rapidamente archiviato dalle autorità.
Libera ne resta sgomenta: quella morte riguarda da vicino sua madre Iole
e la sua misteriosa famiglia. Le carte contengono anche la
testimonianza e i dubbi, trascurati dalla polizia, di un vecchio prete
di montagna: la figlia di quella povera ragazza era davvero dell’uomo
che l’aveva appena sposata? E perché Tarcisio Planetta, il
contrabbandiere, l’aveva minacciata ad alta voce nell’osteria? E chi
erano quegli “autorevoli” personaggi che hanno garantito per lui? Ce n’è
abbastanza perché la fioraia milanese abbandoni i suoi bouquet
matrimoniali e si improvvisi di nuovo detective. Insieme all’eccentrica
Iole, cultrice dello yoga e del libero amore, e alla giovane cronista
Irene, dotata di un fiuto infallibile, Libera si mette in cerca della
verità, provando a scardinare i silenzi dei testimoni sopravvissuti.
Alle Miss Marple del Giambellino, come le chiamano i giornali, non
mancheranno certo la tenacia e l’arguzia, in un’indagine serrata tra
Como, Lecco e le vie esclusive di Milano, per far affiorare il segreto
che si nasconde sotto le acque del lago.
Autore
Rosa Teruzzi
(1965) vive e lavora a Milano. Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado (Retequattro). Oltre ai libri che compongono la serie I delitti del casello edita da Sonzogno (La sposa scomparsa, La fioraia del Giambellino, Non si uccide per amore, Ultimo tango all'ortica e La memoria del lago, quest'ultimo in uscita nei prossimi mesi), ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi.
RECENSIONE
Una storia dai contorni misteriosi, sconvolge la vita di Libera fioraia del Giambellino. Un delitto amletico porta al culmine una tragedia di odi e amori, in una famiglia dedita alla vendita di fiori, specializzata in bouquet da sposa.
La memoria del lago non è una storia autobiografica, ma le donne che ha creato Rosa Teruzzi, i loro pensieri, e le loro idee, fluiscono da lei e dalla sua esperienza del mondo. Nel libro c'è, beninteso, la voce di Teruzzi. Una voce sempre molto riconoscibile, libro dopo libro, e fin dal primo dei suoi.
Sono pochi gli scrittori italiani che oggi posseggono una voce altrettanto riconoscibile. Ma allo stesso tempo La memoria del lago, rappresenta un'evasione dalla confortevole gabbia alla quale noi lettori siamo ormai abituati. La memoria del lago è l'esatto contrario di quei libri più o meno seriali che si sfornano solitamente.
La maniera in cui il libro di Rosa Teruzzi è stato accolto dai lettori e dalla critica potrebbe essere oggetto di ulteriore filazione letteraria, e così via. La memoria del lago non è un libro di quelli che dopo aver concluso la lettura scompaiono dalla memoria, che si confondono e sovrappongono ad altri. Questo è un libro inconfondibile e indimenticabile.
"Qual'è il momento giusto per fare i conti con il passato?"
Per Libera quel momento arriva insieme ad una cartelletta di colore verde, con dentro i documenti di un lontano caso. Ed è come aprire un vaso di Pandora. Il dossier, riguarda il caso di cronaca avvenuto negli anni del dopoguerra, riguarda la storia di una giovane donna: Ribella Sgheiz, misteriosamente scomparsa.
Libera desidera scoprire la verità. Libera cerca la verità ma, in realtà cerca sè stessa. Da tempo si trascina in una relazione senza più entusiasmo e si accontenta del lavoro in negozio. Il rapporto con la scrittrice, le infondono tuttavia un nuovo coraggio.
La storia di Libera non sarà quella di sua madre. Iole era notorialmente allergica a qualunque forma di legame istituzionale. Invadente. Con il suo maledetto intuito, Iole aveva subodorato l'esistenza di un mistero. Una condizione esistenziale, psicologica, quella esplorata dalla Teruzzi. Riflette anche su Vittoria. Il sentirsi irrisolta non riguarda solo lei. Teruzzi la ritrae, in divisa efficiente, sopraffatta dai tic dell'era digitale. Ma anche, con un'immagine riuscita e forte, il desiderio di essere amata.
Trovare sè stesse sembra più difficile per le donne. Lo sviluppo del loro io è condizionato da molte più interferenze esterne. Ne La memoria del lago, Teruzzi ripropone dunque alcuni temi dei libri precedenti. Ma l'impressione è di un'autrice che controlla pienamente una narrazione. Teruzzi inoltre descrive con chirurgica precisione lo stato d'animo dei personaggi. E' qui soprattutto la sua forza.
Sconvolta e divorata dai dubbi, aggravati dalla misteriosa condotta del gruppo (protagonisti), deciso a coprire il caso. Libera comincerà a indagare. Perchè mai persone rispettabili dovrebbero correre il rischio di complicità in una scomparsa? Per pura amicizia? In un crescendo di tensioni, verità non dette e ricostruite, dilemmi etici e ambiguità morali, sarà il segreto stesso a reclamare una risposta, dalle profondità torbide e oscure in cui è stato gettato. E tuttavia qualcosa sfuggirà alla giustizia e la stessa Libera, dovrà piegarsi a un compromesso fatale, senza alcuna via di scampo, se non il silenzio.
Attraverso una funzionante e affilata linea narrativa, accompagnata da una lingua netta e asciutta, si dipanano le metodiche indagini di Libera, setacciando il lago, le vite, i ricordi, i familiari, gli amori segreti e intimi dei protagonisti.
Una linea temporale che si compie nel presente narrativo con la scoperta della (cartelletta verde, squisito particolare), da capitoli in cui regna il passato nella (ricostruzione dell'indagine). Sono le voci delle donne, le quali prima o poco prima della segnata fine, svelano realmente a noi, come se fossero fantasmi irrisolti, la soluzione delle cose.
Non c'è come un segreto di famiglia e, forse, non c'è famiglia senza un segreto per accendere la curiosità di una scrittrice come Rosa Teruzzi, che scopre di dover riempire gli spazi vuoti, del suo albero genealogico, perchè Ribella Sgheiz, li aveva portati con sè nella tomba.
Con La memoria del lago (Sonzogno), la scrittrice Rosa Teruzzi, risale per tre generazioni, in linea femminile, il solco di memoria semisepolta, in data 08 agosto 1946. Ricompone l'album dei fatti vissuti, negati, nascosti, rimossi. Ogni tappa del viaggio, un ricordo. Ogni fermata una sorpresa.
Una cartelletta verde che due giorni prima aveva chiuso a chiave dentro il cassetto della scrivania del suo laboratorio, e che non era più riuscita a consultare proprio a causa dell'invadenza della madre. Il fischio del treno le ricordava bene, Spartaco, suo nonno. Era stato lui a insegnarle i segreti dei fiori e delle piante, di cui oggi Libera ne ha fatto una propria attività.
Eppure Libera non trova pace. Da un lato nella sua vita c'è il misterioso ammiratore che le dedica dei mazzi di fiori, dall'altro il mistero della cartelletta verde. Libera non ce la faceva più ad aspettare. Doveva assolutamente leggerne il contenuto. Conteneva "Notizie sulla morte di Ribella Sgheiz, avvenuta in Colico, l'8 agosto 1946".
In quel momento Vittoria, rientrò dalla questura. Era nervosa. La bella discussione casalinga con Libera e Iole, era il degno coronamento di una giornata di frustazioni. Per non parlare di quella loro mania di immischiarsi nelle indagini dei carabinieri di Colico. Il contenuto dei documenti lasciò inquieta Libera. La scomparsa di Ribella era stato il grande tabù della sua infanzia.
"E allora perchè lei aveva istintivamente nascosto a Iole quella cartelletta?".
"Si trattava di malignità volta a screditare la nonna o era davvero possibile che Spartaco non fosse il padre naturale di Iole?".
Ho avuto la fortuna di poter leggere dal catalogo della Sonzogno, autori straordinari capaci di continuare
un dialogo con i lettori, ovunque essi siano, in qualunque situazioni
essi siano.
Cercavo un nome che indicasse qualcosa di totalizzante pur in una dimensione breve. Ho scoperto La memoria del lago by Rosa Teruzzi (Sonzogno). Se questo romanzo breve, in senso lato noir, riuscisse a rubare tutti i nostri pensieri e le nostre azioni per il tempo della lettura, e a lasciare un’impronta nella nostra memoria, come avverrebbe se ci trovassimo davanti ad un abisso, l’iniziativa potrebbe dirsi riuscita.” Ma che fare se il desiderio, perdendo il suo tratto trasgressivo e avventuroso, per uno dei protagonisti, si trasforma in amore?
Cercavo un nome che indicasse qualcosa di totalizzante pur in una dimensione breve. Ho scoperto La memoria del lago by Rosa Teruzzi (Sonzogno). Se questo romanzo breve, in senso lato noir, riuscisse a rubare tutti i nostri pensieri e le nostre azioni per il tempo della lettura, e a lasciare un’impronta nella nostra memoria, come avverrebbe se ci trovassimo davanti ad un abisso, l’iniziativa potrebbe dirsi riuscita.” Ma che fare se il desiderio, perdendo il suo tratto trasgressivo e avventuroso, per uno dei protagonisti, si trasforma in amore?
Situazioni estreme esigono risposte estreme, ed è quella, potentissima, che ci offre Rosa Teruzzi, in un racconto unico, capace di far coincidere il presente con la letteratura.
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