Insegnami la tempesta
2020
Stile Libero Big
pp. 248
€ 17,50
Hanno detto de L'animale femmina:
«Un sofisticato romanzo d'esordio».
la Repubblica
«Sinistro e innocente al tempo stesso».
la Lettura - Corriere della Sera
«Avvincente e disturbante».
Il Foglio
Il libro
C’è
una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura.
Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che
si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima
lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha
abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.
RECENSIONE
Nel romanzo Insegnami la tempesta, Emanuela Canepa parla di relazioni familiari non attraverso una, ma tre protagoniste, unite - divise fra loro da legami complicati, spesso irrisolti. La voce narrante è quella di Emma, a 22 anni, incinta, ha dovuto abbandonare gli studi di storia dell'arte, di cui conserva solo <<il piacere della fuga occasionale sulle orme dell'amato Caravaggio>>.
Poi c'è Matilde, la figlia adolescente, dalla volontà granitica e le idee molto chiare, ogni giorno sempre più distante, le rimprovera una vita di rinunce; Irene, l'amica di gioventù, all'improvviso si è fatta suora. E' sparita all'improvviso, abbandonandola in un giorno cruciale, cambiando il corso della sua vita ed ora riemerge dal passato grazie alla stessa Matilde. Tra di loro emerge un solo uomo, che ha offerto ad Emma un sostegno, la tranquillità del matrimonio e una figura paterna e affettuosa per la figlia.
Emanuela Canepa intorno a loro costruisce con stile una storia di fughe, distanze, tradimenti, conflitti che ancora parlano di una famiglia infelice <<a modo suo>>, di relazioni segnate dall'egoismo. Emma è ossessionata dall'ansia di controllare sua figlia, incapace di accettarne la crescita, le uscite in compagnia, la prima vacanza da sola con le amiche.
Matilde: una bambina tranquilla e obbediente, silenziosa in casa sua, socievole fuori. A lei è sempre stata negata la verità sul padre biologico. Riversa su Emma e Fausto gli slanci di affetto che Emma invidiosa, chiede solo per lei; poichè Fausto non possiede il vero titolo di padre, costringendolo a fare un passo indietro.
Il romanzo si apre alle porte del convento dove molto tempo prima si è rifugiata Irene. Qualche giorno prima Matilde ha rivelato ai genitori di essere incinta: Emma terrorizzata che Matilde riviva ciò che è toccato a lei, si lascia sfuggire la confidenza sul suo aborto mancato e il coinvolgimento di Irene nella storia. Matilda messa al corrente della storia parte sulle tracce dell'amica della madre. Anche Emma corre al convento <<come un pugile prima di un incontro>>. Non vi trova la figlia ma Irene, a distanza di 18 anni, davanti a lei, con i capelli neri, i capelli tagliati corti e una ruga che le attraversa la fronte, un'amica-nemica alla resa dei conti.
Il ritmo accellera intorno alle storie di tre personaggi: Fausto è la prima infrazione. E' il serpente tentatore, colui che mette in crisi il sistema ermetico, che domina la vita delle donne. L'intento del romanzo è riscrivere il racconto edenico della caduta: la scrittrice quindi focalizza la sua lingua sul concetto di genitorialità: il personaggio di Fausto insegna che si può essere bravi genitori anche senza esserlo biologicamente. Irene, la sua lingua è focalizzata sul senso di colpa, e proprio perchè per ogni colpa è prevista una espiazione. Una vita opposta a quella dell'anima, in cui la rinuncia si fa scelta, appagante, di vita.
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