mercoledì 26 maggio 2021

RECENSIONE "A PROPOSITO DI CECHOV" by IVAN BUNIN - ADELPHI

 A proposito di Cechov (Adelphi, 14 euro), libro curato da Ivan Bunin, allievo dello scrittore russo e premio Nobel per la Letteratura nel 1933. Il volume fa luce sull'amore impossibile, e tenuto segreto fino alla tomba tra Cechov e la scrittrice Lidja Avilova, una donna sposata e madre di tre figli.

Sfatiamo un mito: non sono i tomenti a fare di una relazione una grande passione. Oggi scopriamo ch lo pensava anch lo scrittore Anton Cechov: nelle lettere, invitava l'amante a vivere con leggerezza.

Ivan Bunin

A proposito di Čechov

ADELPHI

Traduzione di Claudia Zonghetti
Piccola Biblioteca Adelphi, 671
2015, 2ª ediz., pp. 223
Temi: Letterature slave, Critica e storia letteraria


Nel 1952 a Ivan Bunin, ormai confinato in un letto a causa delle pessime condizioni di salute, capitano tra le mani i volumi dell’epistolario di A.P. Čechov, che si andava allora pubblicando in Urss. E quella lettura è per lui come una scossa improvvisa perché gli fa rivivere i momenti di una intensa amicizia – nata nel 1895 e interrotta soltanto dalla morte di Anton Pavlovič nel 1904 –, in cui il vincolo affettivo si fondeva con la venerazione per il talento del maestro. Turbato, commosso, Bunin scopre ora con quale fervida considerazione Čechov parlasse di lui nelle lettere agli amici, e decide di contraccambiare il calore di quei sentimenti scrivendo o dettando alla moglie i suoi ricordi. L’amico è evocato soprattutto nella dimensione quotidiana, alle prese con la malattia, nel rapporto con i suoi cari, assorbito da un ideale artistico assoluto, intento a riflettere sui princìpi etici che devono governare la vita. La sua indole complessa e schiva, eppure sempre benevola, si manifesta attraverso conversazioni, giudizi, impressioni fuggevoli, battute, frammenti di lettere. Ma Bunin si imbatte anche in un’altra sorprendente rivelazione: le memorie della scrittrice Lidija Avilova, pubblicate postume nello stesso periodo, fanno riemergere l’amore impossibile, e gelosamente custodito fino alla tomba, che legò il destino di Anton Pavlovič a quello di lei. Bunin unisce questi ricordi ai suoi in pagine vibranti di emozione che non solo gettano luce su un aspetto sconosciuto della vita di Čechov, ma sembrano addirittura uscite dalla sua penna di narratore sublime.
 
RECENSIONE 
 
Amore mio, sorridi, stai allegra! Tormentarsi logora e ti complica inutilmente la vita. Parola di Anton Cechov, drammaturgo russo dell'Ottocento, il secolo che ha confezionato il mito dell'amore come supplizio, quello in cui passione e sofferenza erano praticamente la stessa cosa. E invece, contrordine: bisogna divertirsi! E smettere di piangere. Una piccola, grande rivluzione che arriva proprio da un figlio di quella cultura che ha prodotto le grandi eroine che hanno formato il nostro Dna sentimentale. 

Cechov, in una lettera alla sua amante, la scrittrice Lidja Avilova, sostiene esattamente il contrario: <<Vi auguro ogni bene e soprattutto siate allegra, guardate alla vita senza troppe complicazioni: è davvero più semplice di quello che sembra. E merita forse, questa vita che non conosciamo, le riflessioni tormentate che logorano le menti di noi russi?

Parole bellissime che spazzano via le lacrime di una cultura sentimentale che vuole noi donne sempre alle prese con le pene d'amore. La lettera all'amante del grande scrittore russo, pubblicata nel libro A proposito di Cechov (Adelphi), apre una nuova prospettiva: chi non soffre per amore non è una spietata egoista, nè inguaribile superficiale, ma una persona sana. 



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