Niccolò Ammaniti, una patinata vita intima
esistenza lussuosa e paure di Maria Cristina, moglie del premier
NICCOLO' AMMANITI, ''LA VITA INTIMA'' (EINAUDI, pp.
306 - 19,00 euro).
Come dice il titolo, il nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti
indaga l'intimità di Maria Cristina Palma, più articolata e meno
superficiale di quel gioco delle parti che è la sua vita e quello cui
sembra da sempre predestinata ma di cui spesso però si sente prigioniera
e con la voglia di trovare altro, di esser se stessa.
Un Ammaniti diverso, che è come si fosse lasciato alle spalle le intense storie di giovani spesso claustrofobiche dei suoi fortunati libri precedenti, e può sconcertare o deludere il lettore, avendo scelto, per quel percorso femminile di cui si è detto, una figura patinata, costruendo un gioco che sembra in parte un lungo articolo di una di quelle riviste di gossip sulla vita privata dei ricchi e potenti. Maria Cristina infatti ha la fortuna di riuscire a trovarsi dalla parte giusta, grazie anche al proprio fisico perfetto e atletico, al suo aver fatto la modella, all'arrivare a venir dichiarata a un certo punto addirittura ''la donna più bella del mondo'', vedova di un primo amato marito artista e sposa poi di un uomo molto ricco e potente, che diventa capo del governo, presidente del Consiglio, da cui ha una figlia Irene, che sente distante.
Il quotidiano di questa donna in questa situazione, tra parrucchieri, salotti, autisti, trainer privato, un'assistente personale (Caterina Gamberini), bellissima casa e bella, lussuosa vita, è vero che è probabilmente pensato per offrire maggior contrasto alla sua vita intima, le sue paure, le sue insicurezze anche dovute a un passato in cui ha come sotterrato il dolore per la tragica morte del suo amato fratello, Alessio, durante una crociera estiva con amici nel 1996, che lei aveva lasciato pochi giorni prima. E c'è, sin dalla prima pagina, un dolore fisico, l'alluce destro che è rimasto schiacciato sotto un peso durante un esercizio di ginnastica, che la perseguita per tutto il racconto, specie se deve mettere le scarpe e magari con i tacchi alti per una situazione elegante, e appunto mette anche il corpo e il suo essere vivo a contrasto di un certo modo d'essere ormai abitudine, superficiale dovere senza vita.
A mettere in crisi Maria Cristina sarà la ricomparsa dopo tanti anni di un vecchio amico suo e di suo fratello, Nicola Sarti, che partecipò a quella crociera fatale e con cui lei ebbe una brevissima storia, un incontro di sesso. Lui si direbbe contento di questo ritrovarsi e forse anche lei ne è intrigata, ma è molto timorosa e attenta sapendo di essere imprigionata dai suoi doveri di prima donna pubblica. A Nicola si direbbe venga comunque voglia di riuscire a resuscitare il passato, che le ricorda quando si rivedranno, mandandole poi sul telefonino foto di quel tempo e anche un video hard molto esplicito di un loro incontro girato in barca.
Lei comincia a temere subito, dietro quell'invio, l'ombra di un ricatto e uno scandalo, fa fantasie paranoiche, gli fa giurare che lo cancellerà totalmente dal telefonino e il pc in cui lo conserva, ma l'ansia non cala e giunge a un certo punto a affrontarlo e accusarlo, mentre lui nega, si inalbera e si offende. Lei coinvolgerà allora il più privato e importante consigliere del marito, un personaggio davvero abbastanza poco credibile, che dà quasi ordini al Primo ministro, alla moglie e lo staff su tutto, dal come vestirsi a cosa dire, senza mai essersi rivelato, rimanendo anonimo e nascosto, tanto che quando Maria Cristina riuscirà a incontrarlo si presenta con un casco integrale da motociclista.
Come si vede si finisce per essere presi e raccontare più la superficie, come del resto fa Ammaniti, che la vita intima che dovrebbe fermentare sotto, che c'è ma finisce per apparire abbastanza semplicistica e strumentale per far sì che alla fine Maria Cristina riesca a pacificarsi con se stessa e chi ama. Un romanzo quindi, certo ben costruito, di semplice scrittura e che si legge d'un fiato ma che, più che rivelarci l'oggi, il mondo delle apparenze, dell'apparire che cancella l'essere, ne sembra in fondo un frutto. C'erano sicuramente tanti altri personaggi e stuazioni se si voleva fare un simile discorso.
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