sabato 9 aprile 2016

RECENSIONE "LA FATTORIA DEGLI ANIMALI" DI GEORGE ORWELL - MONDADORI

La fattoria degli animali

George Orwell
pubblicato da Mondadori

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Il libro

Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri. Stanchi dei soprusi, gli animali di una fattoria decidono di ribellarsi agli umani e, cacciato il proprietario, danno vita a un nuovo ordine fondato sull'uguaglianza. Ben presto, però, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con astuzia, cupidigia e prepotenza si impongono sugli altri animali. L'acuta satira orwelliana contro il totalitarismo è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a un'energia stilistica che pongono "La fattoria degli animali" tra le opere più celebri della narrativa del Novecento.
 

RECENSIONE
 
Con la Fattoria degli animali George Owell, il cui vero nome è Eric Blair, scrive tra il 1943 e il 1944 una vera e propria favola dei tempi moderni, con animali che simboleggiano gli uomini di questo secolo. Si tratta infatti di un travestimento intelligente e arguto, con cui lo scrittore inglese esprime la sua accesa protesta contro una società sempre più organizzata e collettivizzata, ma tragica e contraddittoria, nella quale gli stessi nuovi ideali rivoluzionari e sociali finiscono spesso per infrangersi lasciando prevalere interessi egoistici, generatori di liti per sete insaziabile di potere. Nel racconto di Orwell gli animali di una grande fattoria britannica si ribellano uniti contro l'uomo, la sola "creatura che consuma senza produrre" e tuttavia ugualmente agisce da padrone incontrastato, sfruttando chi lavora davvero. La rivoluzione predicata dal vecchio Maggiore, scoppia quando l'atmosfera si fa insostenibile perchè gli uomini lasciano senza cibo gli animali: scacciano il fattore, si organizza una vita nuova, dove tutti partecipano ugualmente alle attività produttive, secondo le prospettive indicate nell'inno rivoluzionario "Animali d'Inghiterra" e sulla base dei "sette comandamenti" scritti a grandi lettere bianche su un muro incatramato. Ma tra i due capi della rivolta, Napoleon, un grosso maiale abile oratore esplicito e conciso, e Palla di Neve, della stessa razza, bravo tecnico e soprattutto pratico organizzatore, scoppiano gravi dissensi che si riflettono in breve sull'ordinamento della fattoria. Palla di Neve soccombe in questa lotta per il potere e deve fuggire: a poco a poco tutto cambia e ritornano i vecchi privilegi, mentre Napoleon diventa un dittatore, ribattezza "Fattoria Padronale" quell'ambiente in cui si erano accese tante speranze di una vita più giusta e più libera. In questa controrivoluzione egi è sostenuto dai maiali, il cui comportamento si fa sempre più simile a quello degli uomini un tempo odiati ed ora imitati persino nel modo di camminare ritti su due zampe. Una società diversa è necessaria, sembra concludere Orwell, ma bisogna combattere certi istinti radicati nell'uomo, per non correre il rischio di abolire una forma di dittatura e di lasciarsi poi opprimere da una nuova schiavitù.

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