Il
mondo è impazzito. La guerra ci cambia e in un mondo dominato dalla
violenza e dall'ingiustizia, vivi tagliato fuori da ogni contatto umano,
in uno stato di perenne tensione e segregazione, e dopo un altro pò
capisci che la libertà è solo un sogno, e che il flusso dei ricordi ci
spinge a non dimenticare le vittime dello Shoah. Una delle pagine più
nere e vergognose, non solo del nostro secolo ma dell'intera storia del
genere umano, è stata l'organizzazione nazista di sterminio, in cui
furono eliminati milioni di persone. L'aspetto atrocemente disumano di
questa immane tragedia, ha ispirato una letteratura di memorie e di
cronache che ci propongono testimonianze su cui occorre costantemente
fermarci e riflettere sulla dignità umana, travolta da un ingranaggio
mostruoso. In questo clima di terrore si svolge la storia di Hanneke,
una ragazzina che ogni giorno con la sua bicicletta rossa, percorre
diversi chilometri, tra le recinzioni di filo spinato, pattuglie di
soldati, ma non lo fa per gioco, bensì per procurarsi dei beni di prima
necessità. Ogni giorno Hanneke s'imbatte in controlli, ed è a questo
punto che mostra la sua lucidità mentale nell'affrontare le guardie,
proteggendo il carico di "cose" introvabili. Fra le sue clienti c'è la
signora Janssen, la quale ha perso tutta la sua famiglia. Spesso
Hanneke, le faceva qualche commissione. Ma non si sarebbe mai immaginata
quello che le sue orecchie stavano sentendo, la signora Janssen,
nascondeva in casa sua una ragazzina ebrea di nome Mirjam Roodvelat.. Un
giorno, questa fanciulla, scompare senza lasciare nessuna spiegazione.
L'anziana chiede ad Hanneke di trovarla, perchè per lei rappresenta
tutta la sua famiglia. Hanneke si rifiuta, ricordandole che lei non
trova persone, ma solo cose. Inoltre, ha molti dubbi, sulla scomparsa di
Mirjam. Sebbene, la storia è triste, Hanneke, non può cercarla, senza
mettere in pericolo se stessa e la sua famiglia. Ma come può pensare, la
signora Janssen, che io possa ritrovarla? In questa ricerca, Hanneke
entra a far parte dellla resistenza. Durante il suo faticoso percorso di
crescita Hanneke, cercava conferme in una società fatta di individui
ostili, gli unici modelli positivi a cui può aggrapparsi sono le
amicizie. Il romanzo descrive spesso i suoi tentativi di ricavare
conforto dalle amicizie e imparare dalle altre ragazze delle strategie
di vita. Hanneke, si interroga spesso sul significato della vita, del
mondo che la circondava, si aggrappava a qualcosa per colorare l'orrore
che vedeva per non farsi scivolare dalle dita, quella fuggevole cosa che
è la vita. Suona stonato all'orecchio dei lettori, che una ragazzina
voglia cambiare le ingiustizie che sta vivendo. Ma Hanneke è giovane,
non ha esperienza di come relazionarsi con il nemico. Il tempo,
purtroppo, trascorre inesorabile e con lui tutti i sogni chiusi in un
diario o in un cassetto, che mai furono realizzati e con essi le storie
di tante persone che un'ideologia nemica a deciso un giorno di porre
fine. Gli effetti della fame, del freddo e della paura le impedivano di
organizzare i pensieri. Nel suo dialogare con noi, (attraverso le pagine
del libro), ci mostra i ricordi della sua famiglia, le perdite subite.
Nella trama del romanzo, bisogna soffermarsi su un punto focale: lo
sforzo per conservare la speranza nella disperazione del giorno dopo
giorno. Questo è un tema ricorrente in tutti i romanzi di deportati e
non fa distinzione nè l'età, nè la classe sociale, nè il grado di
istruzione. La vita di Hanneke, si svolge tra la speranza e l'angoscia,
ma quello che aveva ben presente nella sua mente: era resistere più dei
nazisti.
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