Telefona quando arrivi
Paolo Ruffini
La meravigliosa vita di noi ragazzi degli anni Novanta
«Io sono nato nel 1978, e la mia generazione
è l'ultima che ha fatto tutta la scuola senza
cellulare. Magari anche voi vi emozionerete
pensando a quel periodo, a quei tempi...
Quando sparavo palline di carta con il tubicino
della Bic; mia mamma che mi voleva
mettere i sandali neri con gli occhioni; le feste
con le luci stroboscopiche; col gesso
facevi i numeri per terra e giocavi a campana;
nella calza della befana c'era la sigaretta
e la moneta di cioccolato; a Natale su Italia 1
c'era (e c'è ancora!)
Una poltrona per due, e
su Rete 4 Il piccolo Lord.
A volte mi chiedo se la vita di un ragazzo prima
dell'avvento del web fosse davvero così
diversa. A volte dico no, in fondo continuiamo
a innamorarci, ad avere degli amici, a
giocare e divertirci come facevamo prima. A
volte penso che la tecnologia abbia cambiato
la natura di tutti questi rapporti, del nostro
modo di passare il tempo. Per provare a capire,
in questo libro racconto di come si
viveva negli anni Novanta, delle mode, degli
oggetti, della tv. Quando si andava in auto
non per spostarsi, ma per viaggiare. Ai tempi
c'erano le targhe nere con la sigla della
provincia arancione. Così appena eravamo
fuori dalla nostra regione, se incrociavamo
un'auto che veniva dalla nostra stessa provincia,
si suonava il clacson e ci si salutava
come se fossimo amici. Quello sì che era social.
Ma io ero felice perché ero piccolo, o ero più
felice perché ero davvero più felice?»
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