giovedì 10 gennaio 2019

RECENSIONE - IL GIOCO DEL SUGGERITORE by DONATO CARRISI - LONGANESI EDITORE -(3 Dicembre 2018)

Il gioco del suggeritore  

Copertina rigida – 3 dic 2018

Editore: Longanesi (3 dicembre 2018) 
Collana: La Gaja scienza 
Copertina rigida: 400 pagine 
Lingua: Italiano
 
SINOSSI 
Una villetta isolata nel bosco. Una famiglia che ha rinunciato a ogni cosa, compresa tutta la tecnologia che ci circonda, pur di trovare la pace. Invece, troverà la morte. Una strage con un colpevole... Ma senza cadaveri. Un assassino senza passato, senza identità. Senza alcuna presenza su Internet, un uomo che per tutta la sua esistenza è riuscito a sfuggire alle telecamere di sorveglianza. Un enigma in carne e ossa, che non rivela dove ha celato i corpi... Anzi, non pronuncia nemmeno una parola. Solo una muta, inquietante convocazione. Un nome: quello di Mila Vasquez.

 

 

Dieci anni dopo il Suggeritore il gioco continua

Un omicidio senza vittime, un uomo senza identità, un’indagine senza soluzioni. Il gioco non è mai finito.

Biografia

DONATO CARRISI

 

Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. È regista oltre che sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore dei romanzi internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto, La ragazza nella nebbia, dal quale ha tratto il film omonimo.
RECENSIONE
 
Nella famiglia che Carrisi, disegna con ossessione sarcastica non c’è spazio per i buoni sentimenti e neppure per le illusioni. Il mondo è marcio e incarognito, e in esso agiscono da protagonisti malfattori d’ogni sorta: assassini e spacciatori, individui corrotti. Lo sguardo dello scrittore è disincantato e beffardo. Eppure Il gioco del Suggeritore è un perfetto mistery. La giustizia è impotente di fronte a una società in disfacimento: dove gli assassini resistano impuniti, la droga circola indisturbata, la violenza e la corruzione dilagano. E’ tanto più impotente, la giustizia, quanto più è uguale al mondo che la circonda, invasa dagli stessi mali, preda delle medesime ambizioni. La sequenza di imbrogli, ricatti, tradimenti, violenze non ha fine e ad averla vinta sarà inevitabilmente il maligno, anche se, improvvisa, l’attesa di un risarcimento oltre la vita illumina il racconto e indica una possibilità, perché, in fin dei conti "si semina corruzione, si risorge nell’incorruttibilità". Questo mondo alla rovescia rivela contraddizioni e magagne di una società che, mentre conquista il benessere, ha perso il bene dell’intelletto e ogni senso morale, ogni discernimento. In una sequenza di casi raccapriccianti ricostruita con feroce sarcasmo l’umanità opulenta svela il suo vero volto e al lettore rimane in bocca persino il ghigno beffardo, mentre monta la rabbia e lo sdegno, la sensazione che non ci sia niente da fare contro la marea dell’infamia che cresce e ti sommerge, nella vita privata come in quella pubblica. Una umanità barbara e cialtrona, dove non c’è posto per nessuna illusione, nessuna speranza. La narrativa di Carrisi, i lettori di questo romanzo dovranno prenderne atto, anche quando deforma comicamente, caricaturalmente, personaggi e comportamenti, non acquieta il tormento, anzi riaccende la rabbia e lo sdegno, i sentimenti luciferini, di un uomo dolente e ferito, la sua ribellione all'andazzo dissennato e perverso di una società che ha perduto la bussola. “L’impossibilità di vivere" per riconquistare sulla pagina quanto era andato perduto nel corso del tempo, conservando intatto un radicale e inconsolabile pessimismo. Il   che racconta l’efferata sequenza di delitti sconvolge la quiete familiare e del collettivo della società, deve pur riconoscere che «la solitudine è la mia (dell’uomo) estasi ma pure la mia distruzione», ma dovrà rassegnarsi a condividere le pratiche perverse di una società che non lascia alternative, perché, alla fin fine, «è meglio vedere con gli occhi che vagare con la fantasia» e la pretesa di spezzare il cerchio dell'isolamento e della solitudine rasenta inevitabilmente la follia, anzi con essa coincide nel riconoscimento «che è tutto alla rinfusa... che le sghignazzate e i singhiozzi si confondono», perché «il caos non è mai finito, ha assunto sembianze di ordine, solo per lavorare più sotto e rendersi meno riconoscibile. Comunque indomabile». «Il mondo - a immaginarlo come non è, e forse non sarà mai - si colora, si illumina, risplende». Donato Carrisi, mette in scena, ancora una volta con sapienza letteraria e appassionata ironia, un nuovo atto della commedia umana, ambientato in un futuro fin troppo prossimo, con atmosfere sempre in bilico tra reale e surreale - giocando con il paradosso, la fiaba gotica, il crudo grottesco, la satira politica e letteraria - e un vorticoso susseguirsi di personaggi dalle psicologie eccentriche e capaci di gesti spiazzanti.  

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