Il passato di Liv è segnato da una tragedia. I suoi ricordi iniziano prima di andare a scuola, e prima che quella che si definisce sua madre, cominciasse a sparire per mesi interi. I ricordi più cupi arriveranno per ultimi. Quei ricordi lei non li reggeva. Se solo <<quell'essere viscido>>, fosse andato via.
<<Porti la chiave al collo come i bambini che tornano a casa e non hanno nessuno ad aspettarli, eh, Sara?>>
<<Il mio nome è Liv>> gli dissi. <<E non ti conosco>>.
<<Giro in tondo su me stessa, divento un serpente che si morde la coda: devo rivivere tutto ciò da cui sono fuggita.>>
Rivive l'infanzia, gli amori sbadati, le grandi, fameliche ambizioni della giovinezza. Cresce tra racconti e silenzi, ma anche sfida e ferocia.Nel suo cammino verso l’età adulta Liv ha scoperto ciò che non vuole essere. E sceglie di ricostruirsi altrove, su fondamenta fatte di ricordi. Memorie di un rettile racconta storie d’amore anomale, brutali, interrotte. Ma Silje O. Ulstein, racconta soprattutto un destino di violenza scolpito nella pelle del linguaggio, che esplode travolgendo l’innocenza di personaggi e luoghi.
Roe OLsvik si lascia coinvolgere nell’indagine, mettendo in pericolo la sua stessa vita. Ha cominciato a cercare gli indizi da rielaborare. Diverse ipotesi sono state vagliate, messe a confronto con la loro autenticità e poi passate al tagli e cuci: le tessere in questo momento si stanno gtrasformando nella pelle di un rettile che respira ed emana calore. Impara solo poi che il serpente non trasmette il proprio calore ma, lo assorbe dal romanzo.
Il rettile cercava di capire cosa fossi. Se una preda o un nemico. Mi guardò con quegli occhi di pietra, morti, fissi nei miei. Sembrava stesse cercando di stabilire un contatto. <<Ti piace?>>
<<Piacere, il serpente. Come avrebbe potuto piacergli un gruppo musicale o una marca di birra o altro che fosse di loro interesse.>>
<<Ma io, che cosa provavo?>>
Memorie di un rettile è un romanzo intimo e sconvolgente, che inchioda alla pagina e sovverte le regole del racconto. Con una scrittura agile e affilata, Silje O. Ulstein ci consegna un romanzo sui fallimenti della memoria e i pericoli dell’autoinganno, dove il passato allunga le sue ombre sul presente, e il futuro non può che trasformarsi in una casa popolata di fantasmi.
SILJE O. ULSTEINMEMORIE DI UN RETTILE
MARSILIO FARFALLE
traduzione di Giovanna Paterniti
pp.432, 1° ed.
L’ipotesi di una sparizione volontaria si trasforma per Mariam in un angosciante timore, le cui radici affondano in un altro luogo e in un altro tempo. A indagare sul caso c’è Roe Olsvik, un introverso ispettore di polizia con una condotta irreprensibile e una tragedia familiare alle spalle. Il suo comportamento improvvisamente ambiguo, però, inizia ben presto a destare dei sospetti.
Che cosa lega Liv a Mariam? Quali sono i fantasmi che affliggono la vita di Roe? E qual è il ruolo di Liv all’interno dell’indagine?
I personaggi di questo thriller caleidoscopico nascondono tutti un passato misterioso, qualcosa che li ha segnati e che non li abbandona. Le loro storie, in apparenza così lontane, si riveleranno intimamente legate, in un costante cambio di prospettiva dove niente è ciò che sembra, e nessuno è chi dice di essere.
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