Adelphi, 1998
Biblioteca Adelphi, 366
pp. 171, € 16,00
Il libro
Per molti lettori degli ultimi decenni L’Aleph è il libro dove
scoprirono non solo un nuovo grande scrittore ma un nuovo modo di essere
della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise
al resto dell’opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi
racconti – dallo Zahir a Deutsches Requiem, dalla Ricerca di Averroè
all’Immortale –...
RECENSIONE
L'argentino Jorge Luis Borges è l'autore in cui meglio si fondono le influenze della tradizione europea, a cui egli si sente molto legato, e gli echi delle usanze e della mentalità degli indios americani in cui si esprimono i residui di un'antica ed autonoma tradizione culturale.
Nella sua opera, molto complessa e spesso intellettualistica, ogni esperienza viene interpretata come apologo e metafora che coinvolge il significato universale dell'esistenza.
In questo racconto ritroviamo le sue due anime, i ricordi della tradizione del vecchio mondo e l'attenzione alle forme di vita della sua patria: un destino comune egli intravede al di sotto di due storie apparentemente dissimili, quella del lontano guerriero barbaro che sente profondamente il fascino della civiltà latina e quella della donna inglese che, prigioniera degli indios, aderisce fino in fondo alla nuova situazione perchè incosciamente vi sente il richiamo di lontane primigenie esperienze della sua razza di cui conserva l'istinto profondo.
Al di là della realtà, sembra dire lo scrittore, esistono in ciascuno di noi richiami segreti che portano il segno di suggestioni che la logica razionale non riesce a comprendere e definire.
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