Dall'autrice Viola Ardone
Viola Ardone
Il treno dei bambini
Tutti noi sappiamo immedesimarci molto bene nell'imbarazzo di un adolescente che vive il suo incubo peggiore e in questo momento, Sentiamo di essere dalla parte di Oliva Denaro, che avverte quanto ogni cosa possa essere portata via da un momento all'altro. Forse è qui che la sua freddezza ha inizio. Ma perchè le ambizioni di una ragazzina diventano le ossessioni di un'adulta? In alcuni passaggi di scrittura avvertiamo, un approfondimento più incisivo, non solo delle emozioni ma anche, dal punto di vista sociale: Oliva e gli altri soggetti del libro vivono delle ipocrisie della propria cultura, ma quasi nessuno sembra volersene affrancare e preferisce fare calcoli e rimanerci. Il personaggio di Oliva Denaro è un esempio di quanta strada la letteratura abbia fatto e quanta ancora possa evolversi. Solo che noi lettori avremmo ogni tanto bisogno di un pizzico di emotività in più per capire l'ipocrisia che governa un mondo dove il confronto culturale e sociale è continuo.
Oliva DenaroEinaudi2021
Stile Libero Big
pp. 312
€ 18,00 La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza.
Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini,
Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una
ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una
condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non
amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e
una profondità che commuovono.
Il libro
«Io
non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado
sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice
che ha mani e può arrivare a toccare le carni».
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della
Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre –
che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace
studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare
di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i
film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la
testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a
chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere
«il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú
farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio.
Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la
costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio
diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa
trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le
contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e
l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è
imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli
sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un
personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia
decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è
una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa
italiana.
Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini, Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.
«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni».
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa italiana.
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