Una bambina viene travolta da un'auto che nessuno stava guidando. All'apparenza non c'è un mistero, non c'è una colpa: la macchina era a guida autonoma, la bimba è scattata avanti all'improvviso... Eppure le domande sono tante, troppe. Giulio, l'ingegnere che ha progettato l'automobile, da un giorno all'altro viene accusato di omicidio. Tra avvocati, giudici, lo sguardo dei figli adolescenti e i molti interrogativi per cui non esiste risposta, non può evitare di chiedersi cosa significhi essere responsabili dei propri gesti. Giorgio Scianna sa raccontare quello che succede quando la vita ci costringe a cambiare, e quando una famiglia precipita nel mezzo della tempesta.
GIORGIO SCIANNA
LE API NON VEDONO IL ROSSO
EINAUDI
2021
I coralli
Pagine 288, Euro 18
Il libro
«Era successo una domenica mattina. Giulio era sereno, lontano da quello che stava capitando a mille chilometri da lí. Mentre versava le crocchette al gatto, in quel viale di Lecce era già arrivata la macchina della polizia e, inutilmente, l’ambulanza»
Una sera come tante Giulio torna dall’ufficio, e davanti al cancello della sua casa di Pavia trova ad aspettarlo una frotta di giornalisti. Dall’altra parte dell’Italia un’auto ha travolto e ucciso una bambina, sebbene nessuno la stesse conducendo. Era una macchina a guida autonoma, e l’ingegnere che si è occupato del progetto è proprio lui. Fino a un istante prima Giulio era un marito e un padre qualunque, con un lavoro sicuro, una famiglia che gli voleva bene e lo aspettava a casa per cena: adesso è al centro di un assedio. I litigi con la moglie, le discussioni con i ragazzi che nel frattempo diventano sempre piú adulti, la cronaca cittadina che mormora e soprattutto la strategia difensiva da preparare con l’avvocato. E cosí, mentre Tania cerca di salvare il loro matrimonio, mentre Chiara si chiude in se stessa e Ale si prende cura di uno dei bambini in difficoltà a cui fa da allenatore di calcio, Giulio si ritrova all’improvviso nell’occhio del ciclone. Chi è il responsabile di quella morte: il conducente o il progettista? Quando inizia il processo, i suoi colloqui con il giudice sono un duello psicologico, un botta e risposta e insieme una strettissima danza a due. Tra ritmi serrati da romanzo processuale e il racconto intimo di una famiglia di fronte alla prova piú difficile, Scianna affronta argomenti inesplorati, che hanno a che fare con l’etica del futuro, l’intelligenza artificiale e le zone d’ombra delle nostre responsabilità individuali. Le api non vedono il rosso è un romanzo che ci chiama in causa, ci interroga, ponendoci le domande giuste per capire che cos’abbiamo intorno. E insieme apre le porte a un dibattito che nei prossimi anni occuperà di peso il discorso pubblico e, forse, riconfigurerà la nostra morale. Nessuno scrittore italiano parla ai ragazzi e ai loro genitori come sa fare Giorgio Scianna.
RECENSIONE
A chi dare la colpa se l'auto senza guidatore pilotata dall'intelligenza artificiale, sfreccia sulla strada ed una bambina viene travolta e uccisa. Di chi è la resèponsabilità? Dell'ingegnere che ha progettato la macchina, della mamma a cui è scappata dalle mani la bambina. Un dilemma che sconvolge anche le famiglie dei protagonisti mentre, il futuro tecnologico gioca un ruolo importante.
Sofia Mele, di quattro anni, che a Lecce sfugge di mani alla mamma, è viene travolta da una macchina a guida autonoma di ulteriore generazione sulla quale iaggiava il preside in pensione Vittorio Scalchi. Da qesto infelice evento il coinvolgimento dell'inger Giulio Corridoni di Pavia: per responsabilità oggettiva, in quanto direttore cdel progetto.
Il romanzo di Scianna si sviluppa su due piani narrativi: giudiziario e etico. Con il primo si racconta il destino di Giulio, sebbene il romanzo pernea su una responsabilità umana di fronte all'intelligenza umana. Sicchè: <<Di chi è la colpa?>>. <<Ma si dà una colpa?>> In un quadro sociopolitounitario in cui la dimensione della responsabilità è ancora tutta da definire rispetto a <<forze sulle quali non abbiamo alcun controllo (Einstein) e dove anche le api <<organizzate in una società che funziona meglio di quella umana>>, perfette non sono, perchè <<non vedono il rosso>>.
Così, tra una procura e l'altra, nessuno sa formulare un giudizio preciso. In quanto da un lato le macchine stanno salvando molte vite, mentre la giustizia annaspa in un mare di colpe difficili da attribuire.
Il fondamento del romanzo si base sull'accettazione che una bambina nuoia senza che nessuno ne abbia colpa. Un grumo di sospetti reciproci, tanto più alimentati da un magistrato dal procedere investigativo zoppicante, traballante, perchè desideroso di capire. Resta il giudizio sconfortante: <<Non ci può essere un delitto così orrendo senza un colpevole>>. E' proprio in questi aspetti che rivive la parte migliore del romanzo, la parte psicologica. Attraverso i personaggi che hanno accusato Giulio.
Aledssandro, il figlio, sceglie sempre <<strade difficili e assolute>>, per il quale <<Giulio è il mostro che ha leso i suoi principi sul mondo giusto>>.
Chiara, diciassettenne liceale dalla <<grinta incredibile>> che però adesso <<abbassa gli occhi e si chiude in stanza>>, incapace di liberarsi <<del fantasma di una bambina che aveva picchiato la testa sull'asfalto non rialzandosi più>>. tanto che si reca a Lecce ad incontrare la madre, e che vede il padre come <<il mostro che ha rotto la pace dentro casa>>.
Tania, la moglie bibliotecaria, sempre impegnat in mille cose. Ed ora comprende perchè Giulio non le prestasse tantga attenzione, e deve ingoiare tutto. Semplicemente <<perchè il fatto fa parte di un ingranaggio più grande>>.
E' un percorso in salita che rivela demoni interiori che portano l'autore in un groviglio altalenanti di insicurezze,che non trovano momemti di pace. Un continuo confronto psicologico che sa farsi dolorosamente delicata nel frugare dentro gli individui: in ciascuno di essi, senza mai alcun cedimento sentimentale.
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