lunedì 19 ottobre 2020

RECENSIONE "LA STRADA DI CASA" by KENT HARUF - NNEDITORE

Con il romanzo "La strada di casa", lo scrittore Kent Karuf chiude il cerchio di Hot, villaggio immaginario del Colorado. Il suo mondo è talmente circoscritto che se stai alle sue leggi e al suo gioco-assorbendone l'incanto feroce e rupestre - ti sembra di non aver bisogno di altro.


Kent Haruf 

La strada di casa

NNEDITORE

Traduttore : Fabio Cremonesi
Numero Pagine : 192
Prezzo : 18.00 €

 

 

 

Il libro

Jack Burdette è sempre stato troppo grande per Holt. È fuggito dalla città lasciando una ferita difcile da rimarginare, e quando riappare dopo otto anni di assenza, con una vistosa Cadillac rossa targata California, la comunità vuole giustizia. È Pat Arbuckle, direttore dell’Holt Mercury e suo vecchio amico, a raccontare la storia di Jack: dall’adolescenza turbolenta all’accusa di furto, dal suo lungo amore per Wanda Jo Evans al matrimonio lampo con Jessie, donna forte e determinata. Uno dopo l’altro, i ricordi di Pat corrono no al presente, rivelando le drammatiche circostanze che hanno portato Jack ad abbandonare la città e la famiglia. Il suo ritorno farà saltare ogni certezza, minando la serenità di tutti, specialmente quella di Pat.

Ancora una volta Kent Haruf, con il suo sguardo tenero e implacabile sulla vita e il destino, ci racconta la storia di un’umanità fragile, ostinata e tenace. Scritto prima della Trilogia della Pianura e già con la stessa grazia letteraria, La strada di casa è l’ultima opera di Haruf non ancora tradotta in Italia, il canto di una comunità dolente, un romanzo epico che ha tutti i segni distintivi del classico americano contemporaneo.

Questo libro è per chi cerca punte di frecce nei campi, per chi crede alla promessa di I love you in a thousand ways di Lefty Frizzell, per chi balla tutta la notte senza mai arrendersi alla stanchezza, e per chi torna a casa per vedere le sue montagne, anche se non ci sono, anche se sono soltanto una tenue linea frastagliata all’orizzonte.
 

Autore:

Kent Haruf

Kent Haruf (1943-2014) è stato uno dei più apprezzati scrittori americani, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il romanzo Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize. NN Editore ha pubblicato tutti i libri della trilogia ambientata nella cittadina di Holt, compreso Le nostre anime di notte, uscito postumo nel 2017.

RECENSIONE

I sei romanzi scritti nell'arco di trent'anni sono tutti ambientati a Hot, villaggio immaginario del Colorado: un paesotto talmente stilizzato da condensare in sè la struttura urbanistica. La conformazione morale di una qualsiasi altra comunità montana del West. Hot è proprio come ti piace immaginarla: un villaggio con il suo ufficio postale, la bettola, il bar, e il biliardo affollatissimo.

L'intreccio è quanto di più harufiano si possa immaginare. Tutto gira intorno a tre personaggi: il narratore, un uomo istruito e dimesso alla prese con la morte dell'unica figlia; Jack Burdette, il vigoroso eroe locale, promessa sportiva, impenitente rubacuori, fuggiasco, fanfarone e farabutto di prim'ordine; e per ultima (ma solo in ordine di apparizione) lei, Jessie Miller, la ragazza contesa tra questi due uomini, ex compagni di scuola e di università: una forestiera minuta e coriacea dall'orgoglio morale talmente incontenibile da scantonare nell'autolesionismo puritano.

Per avere un saggio di come lavora Haruf, vi cito una frase con la quale introduce con circospezione la donna:<<Non dava l'idea di una ragazzina al debutto in società o di una creatura schiva. Non era nemmeno realmente graziosa. Cioè, era affascinante, molto affascinante; più avanti, tredici ann dopo, quando la conobbi bene, pensai che fosse la donna più affascinante che avessi mai incontrato e la migliore persona in assoluto. E mi scoprii pronto a qualsiasi cosa per lei. Eppure non era affatto graziosa in senso convenzionale. Non era la ragazza della porta accanto, ottimista e carina, solare e con l'aria impertinente, non aveva niente dell'idea vistosa, californiana di avvenenza femminile>>.

Un insieme di aggettivi di uso comune che non hanno la pretesa di spiegarci chi sia Jessie, ma bensì di chiarire, a scanso di equivoci, chi lei non è. Autore Haruf, senza fronzoli, essenziale il suo colpo di genio è quello di insistere sul fascino, ovvero sulla qualità umana, e insieme la sola davvero resistente agli oltraggi del tempo.

Assimilare Haruf alla famiglia è alquanto mai paragonabile ai narratori ritrosi: la sua riluttanza è ricordata anche nella descrizione dell'ex moglie.

"In effetti non ho molta voglia di parlare di Nora Kramer. E di sicuro lei non ha nessuna voglia che io parli di lei. Perchè Nora era - ed è - una persona molto riservata e si risentirà senz'altro per la violazione della sua privacy. Però non posso farne a meno: che le piaccia o no, è parte di questa storia. Dopotutto siamo stati insieme per diciotto anni e abbiamo anche avuto una figlia".

Come vedi da queste citazioni, puoi capire come Haruf scriva per sottrazione, sembra che scriva non perchè ne abbia davvero voglia, ma perchè non possa farne a meno. Il contegno dei suoi eroi può apparire solido come un monolite e limpido come una gelida mattina di dicembre. A un'occhiata più attenta, ti rendi conto che non è così; allora capisci che una delle preoccupazioni di Haruf è proteggere il mistero dei suoi personaggi.

Ciò che conferisce il tono tragico alla sua narrativa è il fatalismo di cui è foderata la storia, e il senso del tempo. Tanto per dire, sono pochi gli scrittori contemporanei capaci di far invecchiare i personaggi in modo altrettanto credibile e toccante. Ecco perchè quando leggo Haruf, mi viene subito in mente Clint Eastwood. Forse perchè i suoi eroi e le sue eroine, proprio come quelli di Eastwood, reagiscono agli schiaffi della sorte con un misto di coraggio e fatalismo, dando prova di un'integrità incapace di cedere al compromesso.

Eppoi, come non lasciarsi attrarre dal senso dell'umorismo?

"Quando Wanda Jo scopre che Jack Burdette, il suo grande amore dai tempi della scuola, ha sposato un'altra donna.>> <<Immagino>> commenta il narratore, <<che per certe persone una cattiva notizia possa risultare letale. Specie se è improvvisa e inaspettata. O meglio se non ci sei abituata, se finora hai tirato avanti in modo passivo, sperando che tutto sarebbe andato bene malgrado fosse evidente il contrario, se hai ventinove anni e credi ancora che un uomo ti sposerà solo perchè gli hai lavato i calzini sporchi per otto anni e sei andata a letto con lui ogni sabato sera per tutto quel tempo, allora credo che una cattiva notizia possa ucciderti. In ogni caso per Wanda Jo fu più o meno così. Perchè in un certo senso Wanda Jo Evans morì quel giovedì mattina di aprile.>>

 

 

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