Qui si libera la mia vita
fatta d'intensa nostalgia,
prende colpi su colpi a tutte le ore
alla fine si arrende e poi vacilla.
A filo di labbra.
Così alla luce piana del giorno.
Avevamo convissuto per venti anni
eppue non ci apparteniamo più.
Ma continuare a fingere per non soffrire più.
Hai rimesso inchiostro e sale sulle ferite
modellando la realtà, per questo giorno inutile
eppure inevitabile
che ride e morde, è lui, l'ombra
velenosa e sicura,
a cantar lacrime ci sta tutto il ciclo del creato.
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