I TESORI DEL TITANIC. IL TITAN ALLA RICERCA DEI TESORI PERDUTI.
Il relitto è il <<volto della città perduta>>. Quello che l'esposizione del museo prova a raccontare con le sue opere recuperate tra tessuti, arredi, parti della nave. Un volto in gran parte perduto o comunque <<schiacciato>> tra i fasti dell'ingegneria e le magniloquenze dell'arte, senza dimenticare il triste destino che già sappiamo: il mondo è ingiusto.
Dopo giorni trascorsi a leggere notizie sugli uomini a bordo del sommergibile, la notizia del ritrovamento dei resti del Titan mi ha toccata. Ho letto poi che i detriti erano a cinquecento metri dal Titanic e allora la prima domanda che mi sono posta è se i suoi passeggeri avessero fatto in tempo a vedere il mastodontico scheletro della nave che riposa da oltre un secolo sul suolo marino prima che il sommergibile esplodesse in mille pezzi. Spero di sì.
Non so per cosa valga la pena vivere o morire, suppongo che per ciascuno
la risposta sia diversa, ma essendo gli uomini a bordo a conoscenza dei
rischi che correvano credo che almeno una piccola parte dentro di loro,
avesse accettato che morire per vedere il
Titanic a quattromila metri di profondità non fosse poi così male.
Il Titanic <<la città galleggiante>>, come viene spiegato in uno dei pannelli del museo che accompagnano le sezioni nel percorso è infatti, <<come un prezioso relitto affondato da secoli, di cui con difficoltà stiamo riscoprendone i tesori>>.
Credo di poterlo capire. Cosa hanno immaginato questo manipolo di uomini in una capsula con un oblò da cui si possono ammirare meduse trasparenti e granchi muschiosi illuminati dal riflettore del Titan che li avvolge nel fascio di luce facendoli brillare nell’oscurità.
Ma dura solo un istante. Un lampo rischiara per l’ultima volta l’intero relitto, poi di nuovo buio.
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