Il sentimento del mareEinaudi
«Santangelo sa fare il lavoro del mare con le parole. Andare a fondo vuol dire anche trovare il senso delle cose piú nascoste».
Michela Murgia
Il
mare, lo sa chi lo ama, è un sentimento. Ma anche un serbatoio di
memoria, una possibilità, un tesoro, un pericolo. Il mare è di tutti.
Nessuno può raccontarlo senza finirci dentro, senza perdersi anche nella
fragilità. E cosí, in questo libro al calor bianco, le storie di uomini
e donne che hanno sfidato, amato o subíto il mare s'intrecciano con
quella di chi racconta, mettendosi a nudo. Al punto che qualsiasi
etichetta - romanzo, memoir, reportage narrativo - diventa inutile:
questo è un testo vertiginoso, che inventa se stesso pagina dopo pagina.
Il libro
Il mare trabocca di storie: viste da terra, cercate fra le onde o luccicanti sul fondale. Vicende e avventure che hanno sempre qualcosa di epico, mitico ed estremo. E a raccontare questo mare corale è la voce della scrittrice colta in un momento di deriva della propria esistenza. È lei, ferita e stremata come dopo un naufragio, che ne raccoglie le tante storie con un’angolazione calda, narrativa, quasi investigativa: l’ostinazione di Carmelo, che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio ucciso dall’uomo ricomponendone lo scheletro per anni; le parole di due apneisti, Fausto e Gaetano, che ci trasmettono con una concretezza visionaria cosa significa «sentirsi tutt’uno con l’acqua, sentirsi pesce, mare…»; la mattanza finita con la morte di un ragazzo pieno di vita; le gesta di chi – come Donald Crowhurst nel 1968 – il mare lo ha voluto sfidare in barca a vela, in un giro del mondo senza scali che lo ha portato alla follia; le disavventure di quanti hanno rischiato la vita tra pirati e banditi, o fronteggiato tempeste che nemmeno il coltello che taglia la coda di drago è riuscito a domare; le donne di Lipari, instancabili, che negli anni Cinquanta hanno affrontato fatiche immani per strappare magre risorse alla terra e alle onde. Il Mediterraneo è il mare tra le terre, il mare delle civiltà, e insieme il mare della vergogna, il mare dei migranti. Sulla sua superficie affiora pian piano anche la vita della donna che scrive: l’infanzia scatenata tra campagna e rocce, la passione matta per uno zio pescatore, la crisi che sta vivendo ora, mentre racconta da sopravvissuta anche lei, e si immerge d’inverno nell’acqua gelida alla ricerca di qualcosa che assomigli alla piú sfrenata vitalità, a una ridefinizione liquida di sé, forse. Tanto da poter dire: «Cosí adesso ho raccolto i miei venti favorevoli nel bicchiere di vino che sorseggio lentamente e sto in ascolto di quel che accade intorno e dentro di me…»
RECENSIONE
"Senza coltello a mare non ci puoi andare, serve a tagliare una cima di un ancora rimasta incastrata o una rete aggrovigliata, o se devi colpire un pesce", dice uno dei personaggi del libro di Evelina Santangelo Il Sentimento del Mare, edizioni Einaudi, pagine 148, euro 17,50, in questi giorni in distribuzione.
Eppure avverte l'autrice: "I sentimenti non li puoi tagliare o sgrovigliare con un coltello, nemmeno simbolico, li devi toccare con cura senza lame, a mani nude".
Una lezione recepita in questo racconto. La scrittrice, palermitana, pesca con le reti a tramaglio nella profondità della sua vita e, in un gioco tra privato e fatti pubblici, dirige una sinfonia di emozioni. "Ho attraversato capodogli, naufragi, assalti pirateschi, derive senza ritorno, navigazioni, abissi cullanti, la mia infanzia, i morti e la mia morte...", narra Santangelo. Così tra le pieghe di episodi che hanno cambiato la sua vita, fanno capolino episodi di cronaca raccontati ascoltando i protagonisti.
Eccoci così a Mazara del Vallo ad ascoltare ad esempio il comandante Beppe Giacalone, che offre la sua versione del sequestro dei 18 marittimi tenuti in Libia per 108 giorni dalle milizie del generale Khalifa Haftar avvenuta nel 2020 ."Il mare non c'entra niente. E' tutta politica". Incalza la moglie dell'armatore: "odio pure il gambero rosso..". Ma l'interrompe il marito: "per me il mare è una cosa bella, per me è la vita".
Una visione diversa rispetto a quella della nonna paterna di Evelina. Per lei il mare non esisteva. "Era un'azzurrità che doveva stare al suo posto nel paesaggio insieme al sole. Anche noi nipoti per lei avremmo dovuto tenere la pelle lontana dal sole e dalla salsedine". Invece per la scrittrice le onde che accarezzano la pelle sono una terapia per la mente e per il corpo. Come fare il bagno a gennaio quella volta in una caletta nelle Eolie, senza costume "per me è come una droga, un desiderio irrefrenabile che toglie i peccati dal mondo e dal mondo. L'opposto che, in estate quando immergendoti, ti senti acqua, sole e sale. E a volte anche sudore se il mare è troppo caldo. Una brodaglia".
L'autrice descrive anche il rapporto che un suo amico apneista ha con il mare, da assaporare, da ascoltare, da guardare e basta. "E io ho immediatamente pensato - scrive Santangelo - ecco dovremmo ripartire da qui. Chinarci e accarezzare questo sistema fragile, in pericolo, accarezzare i ghiacciai che si stanno sciogliendo, gli oceani che si stanno surriscaldando, le terre che stanno scomparendo, l'umanità che lo affronta ogni giorno con il rischio di naufragarci e morirci dentro e accarezzandolo accarezzare ciascun morto che ci è annegato, ciascun sopravvissuto, accarezzare noi che di questa misteriosa bellezza faremmo parte se non fossimo così presi dalle nostre piccine ed effimere vite di terrestri".
Il suo è un appello alla vita: "dopo due bypass, due angioplastiche semifallite, una crisi coniugale spaccaossa, una pandemia che mi ha cavato via di bocca le parole insieme a qualche idea di mondo, dopo un crollo psichico che mi ha tolto la scrittura e molto altro, mentre incombe una guerra dagli esiti imprevedibili nel cuore dell'Europa, arrivi lì in un angolo qualsiasi come quel localino seminascosto sul porto di Lipari, a Marina Corta, e improvvisamente i sentimenti informi che ti impacciano i gesti e aggrovigliano i pensieri prendono una piega".
Chiosa la scrittrice Michela Murgia: "Santangelo sa fare il
lavoro del mare con le parole. Andare a fondo, vuol dire anche
trovare il senso delle cose più nascoste".
Nessun commento:
Posta un commento