I sogni hanno aggettivi infiniti. Al risveglio, combattiamo con la memoria per trattenere una storia, un volto, una frase. Sono la radiografia nebbiosa di un passato quasi senza tempo.
Il sogno è un animale selvatico che gli esseri umani hanno cercato di catturare in molti modi: leggendolo come un messaggio degli dei; interpretandolo come un segreto dell'inconscio; immaginandolo come un esercizio cognitivo per predisporsi a difficoltà diurnè; registrandolo
con strumenti tecnici sensibili alle sue scariche neurali, alle sue
improvvisazioni sinaptiche. Presi tra mille correnti, i sogni,
imperterriti, mantengono il segreto. Al tempo stesso, chiedono ascolto. Servono la vita.
Freud ciceva che nei sogni c'è qualcosa di insondabile un ombelico li unisce all'ignoto.
Molte storie iniziano con una trasformazione. Sapete riconoscere queste?
1) Una mattina, al risveglio da sogni inquieti; Gregor Samsa scopre di essere diventato un insetto.
Frank Kafka, La metamorfosi.
2) Al volante di una macchina, fermo al semaforo, un uomo pronuncia queste parole: Sono cieco.
Josè Saramago, Cecità.
3) Per ragioni incomprensibili il professore David Alan Kepesh si ritrova trasformato in un enorme seno.
Philip Roth, Il seno.
4) Sul divano di casa sua, il signor Munster si sveglia e scopre di essere morto.
Alberto Savinio, La nostra anima.
5) Un mattino Anders, un uomo bianco, si svegliò e scoprì di essere diventato di un innegabile marrone scuro.
Monshin Hamid, L'ultimo uomo bianco.
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