MADAME BOVARY
GUSTAVE FLAUBERT
Al centro della storia di "Madame Bovary" di Gustave Flaubert c'è Emma Rouault, figlia di un proprietario terriero, che andata in sposa al dottor Bovary, si sente insoddisfatta sia della personalità grigia e mediocre del marito sia della vita monotona ch'egli la costringe a vivere. La donna sogna il successo sociale, avventure galanti e, soprattutto, il grande amore romantico. Incapace, da una parte, di abbandonare il marito e dall'altra, di rinunciare alle proprie ambizioni, finisce per abbandonarsi a colpevoli relazioni prima con uomo affascinante e superficiale, poi con un praticante notaio. Da questi due rapporti però Emma non trae alcuna felicità; l'amara esperienza vissuta non le è di alcuna utilità. Scende sempre più in basso nella china del vizio finchè, piena di debiti, non potendo farvi fronte, si uccide. Il marito, che le aveva perdonato le sue infedeltà e che non aveva mai cessato di amarla, la segue poco dopo nella tomba. Flaubert definisce le carateristiche fondamentali della protagonista dell'opera già nella descrizione del suo abbigliamento: la vestaglia tutta aperta, la camicia coi tre bottoni d'oro, la cintura, le pantofoline rivelano una raffinata eleganza, ma anche una trascuratezza, vanità e delusione. Questi aspetti dell'indole di Emma vengono definiti ancor meglio subito dopo: bighellona da una parte all'altra della casa, senza far mai nulla di importante nè portare a compimento alcuna delle azioni che intraprende come presa da una strana inquietitudine. La sua mente è attraversata da pensieri più contraddittori che si susseguono l'uno all'altro senza alcun nesso logico: viaggiare, tornare in convento, morire, vivere a Parigi. Queste vane illusioni, i progetti così vaghi e del tutto irrealizzabili sono le espressioni, e non le cause, della sua crisi di insoddisfazione indefinibile e pur grave. E' questa sua incertezza, insieme alla debole volontà l'origine delle vicende che seguiranno nel romanzo. Il marito è una sua vittima, Emma cerca qualcuno su cui scaricare il proprio scontento, al quale attribuire la responsabilità della propria infelicità; cerca in altre parole un colpevole per poter continuare a sentirsi vittima, e a compiangersi. Il dottor Flaubert non è un cattivo marito: è onesto, stimato, valente, fedele alla moglie. Tutto quel che gli si può rimproverare è che manca, forse di sensibilità. Ma Emma gioisce di notarne la grossolanità, gli atteggiamenti poco raffinati, l'incipiente pinguedine; alimenta così in se stessa una tenace ostilità nei confronti dello sposo, per sentirsi diversa da lui, superiore. Questo romanzo di Flaubert è considerato il capolavoro della letteratura realistica. L'opposizione al gusto romantico è evidente sia nel modo in cui l'autore ritrae gli ideali e le fantasticherie della protagonista, mettendone in evidenza la morbosità, l'egoismo e l'immoralità che vi si nascondono, sia nello stile che adotta, di assoluta oggettività. I fatti, cioè, sono presentati nella loro cruda verità, senza che lo scrittore intervenga mai a commentare la vicenda che va narrando o a giudicare direttamente o in direttamente i suoi personaggi.
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