“La corte dei ricordi” di Maria Cristina Sferra
“La corte dei ricordi”
di Maria Cristina Sferra
(Contest Amarcord)
La casa dei nonni materni si affacciava sulla corte.
La corte era una minuscola piazza tra le case del paesino, un salotto comune all’aperto
dove le donne, durante la bella stagione, si ritrovavano a ciarlare
mentre lavoravano a maglia o all’uncinetto, cucivano orli, ricamavano
corredi.
Lì, ogni pomeriggio estivo, le anziane signore del circondario arrivavano portando piccole seggiole di legno tarlato su cui accomodarsi, insieme a ceste ricolme di fili colorati, ferri, crochet, lavori iniziati, remote conoscenze e infinita saggezza.
L’aria fresca scendeva dalla collina e profumava di sottobosco umido e io, adolescente in vacanza, adoravo prendere posto tra le rughe antiche
di quelle vecchiette, ascoltare le loro storie, imparare punti e
segreti. Sotto lo sguardo amorevole di mia nonna, in mezzo alle comari,
trovavo il mio spazio nel cerchio delle donne.
Avevo sedici anni,
giovani palpiti, molti sogni e sferruzzavo con orgoglio un maglione di
lana turchese da regalare al mio primo fidanzato dagli occhi di cielo.
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