Un sogno tra i fiocchi di neve
Editore: Giunti
Collana: I tascabili di Corina Bomann
Traduttore: Sara Congregati
Pagine: 192
Prezzo: € 12,00
SINOSSI
Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto
il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E
anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è
cercare riparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi
sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha
strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la
famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così, il 23 dicembre,
Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo
di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova
in una desolata stazione sul Mar
Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve.
Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna
non resta che chiedere un passaggio a chi capita e affidarsi alla sua
buona stella,
perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più
disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre
stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un
surfista-psicologo-rasta
piuttosto attraente...
Una storia divertente ed emozionante, con un pizzico di suspense e di
magia.
L'autore
Corina Bomann è una delle scrittrici tedesche più
amate al mondo. Tutti i suoi bestseller sono usciti per Giunti con
grandissimo successo: "L’isola delle farfalle" (2012), "Il giardino al
chiaro di luna" (2014), "Un sogno tra i fiocchi di neve" (2014), "La
signora dei gelsomini" (2015), "L’ eco lontana delle onde del nord"
(2015), "Un’estate magica" (2016), "L’ anno dei fiori di papavero"
(2016), "Una finestra sul mare" (2017), "Il fiore d’inverno" (2017),
"Cuore di tempesta" (2018), "L’angelo di vetro" (2018). Il primo volume
della trilogia di Löwenhof, "L’ eredità di Agneta" (2019), dopo aver
raggiunto la posizione n° 1 della classifica tedesca, ha conquistato le
vette delle classifiche italiane rimanendo per settimane nella Top 5.
RECENSIONE
Un senso di profonda tristezza si
impossessò di Anna, mentre il suo corpo esile era sopraffatto
dall'emozione. Come ogni Natale, passeggia davanti a queste vetrine
ormai da dieci minuti. Ha imparato a memoria ogni singolo oggetto
esposto, tanto da poter ricordare la forma e il colore anche a occhi
chiusi. Eppure il tempo sembra non passare mai. E' sempre così, ogni
Natale, ormai. Continua a passeggiare menttre si sente lo sguardo della
gente. Penseranno che Anna è un pò matta, visto che avrà percorso questo
marciapiede avanti e indietro mille volte. Ma non importa, la sua mente
è concentrata su ciò che sta per fare. Sta per esaudire una promessa
strappatale al telefono dal fratello. E la cosa che la turba è arrivare
al momento in cui, per forza di cose, si devono separare, chiudere la
telefonata e allontanarsi, senza arrivare ad una soluzione.
La
vita, il lavoro, gli impegni ci richiamano all'ordine sottraendo il
tempo necessario a trovare una via d'uscita che sciolga la tensione, che
serve a ricordarci chi siamo, a fare pace. Durante la settimana che
precede il Natale, mentre si trova in città affaccendata in mille modi,
distratta dal traffico e da tanti impegni sociali e professionali, le
succedeva più raramente di avvertire il richiamo, discreto ma
perentorio. E nel silenzio pensa a cosa nè sarà di me e Jonathan se
questo incontro dovesse saltare.
Le
loro chiamate di cortesia divennero sempre più rare e le richieste
d'incontro generati dal senso di colpa smisero di arrivare. Jonathan non
aveva replicato, ma aveva la fronte corrugata e le labbra serrate. Anna
aveva tratto un gran respiro:
<<Ero sicura che tu, più di chiunque altro, avresti capito>>, le aveva detto.
<<Devi
farlo adesso>>, aveva insistito suo fratello: <<Non ti si
ripresenterà un'altra occasione>>. Alla fine aveva accettato.
Il
cuore le si spezzò di nuovo. Le si spezzò per suo fratello Jonathan, la
vittima innocente in un mondo spietato. Aveva rinunciato alla sua
libertà per vivere una vita più organizzata, e ora entrambi i mondi le
si erano rivoltati contro.
E
così, il 23 dicembre,
Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Durante
il suo viaggio incontra personaggi incredibili, ma quando incontra un
surfista-psicologo-rasta
piuttosto attraente ... le cose si fanno più serie. Si accorge che è
stupendo: zigomi forti e labbra che si uniscono in una linea ben
definita ... labbra che trattengono il suo sguardo per un attimo di
troppo.
<<Hai
già un'idea?>>. Costringe il cervello a girare alla sua solita
serie di domande mentre i suoi occhi continuano a vagare su di lui. Non è
che dovrei star lì a notare com'è fatto. Sbatte le palpebre e riporta
lo sguardo sul suo viso. Ha un'espressione guardinga, come se l'avesse
beccata a valutarlo e aspettasse il verdetto. Può solo sperare che le
sue guance non appaiono rosse come le sente.
Ma
lui avanza nella luce della sera e lei si aggrappa al bordo della
valigia, mentre il suono del suo nome pronunciato dalle sue labbra
continua a echeggiarle in testa. Anna si alza adagio, come se la forza
di gravità fosse troppo potente. Non riesce nemmeno a parlare. Non può
far niente per difendersi dai sussurri e dagli sguardi insistenti di
quelli che uscendo le passano accanto.
Possibile che questo sia il ragazzo dei tuoi sogni? Anna si scuote dal torpore e pensa: <<Non c'è nessun ragazzo dei sogni che fluttua nei suoi pensieri.
E se le viene in mente un'immagine di lui, è facile per lei rimandarla
dritta a quel paese. Il giovane uomo, bello come un dio spartano la
rassicura:<<Vedrai, mia cara, Anna. Un giorno incontrerai qualcuno
che metterà sottosopra il tuo mondo perfetto>>. E come per uno
scherzo prestabilito e disastroso del destino, lei non voleva fare lo
stesso errore che commettono le donne della sua famiglia.
Intanto,
la neve cadeva giù copiosa, imbiancando tutto il paesaggio. <<Ti
fidi di me>>, gli chiese il giovane uomo. La domanda resta sospesa
tra di loro, e i suoi occhi si spostano su di lei, come se potesse
toccarmi la pelle con lo sguardo. La turba, e lei odia la parte di se
stessa che ne gode. La necessità la proietta ad avere fiducia. Odia
stare sulla difensiva. Non deve dubitare per aver fatto ciò che riteneva
giusto.
Meglio
stroncare qualsiasi speranza sul fatto che tra di loro ci possa essere
un seguito. Sa che non deve sperarlo, sa che non dovrebbre importarle
niente. Ma, per quanti respiri profondi e rilassanti lei faccia, il
vervosismo resta. Le ore trascorrono lente. La sua vita adesso è, in
fase di stallo, bloccats, nonostante tutto il potenziale. Non esiste una parola peggiore di potenziale. E' la storia di tutte le cose che non saranno mai.
<<Anna>>,
ripete lui, ma la sua voce quasi si perde nel diluvio delle altre voci.
Le fischiano le orecchie, e l'aria d'improvviso si fa densa e
appiccicosa, affollata di mani e occhi e luci pulsanti. E' solo che c'è
qualcosa in lui, qualcosa di accattivante, di seducente perfino ... ma
non permetterà ai suoi pensieri di sprofondare nella ricerca di cosa sia
questo qualcosa.
La
macchina sta ancora sul ciglio della strada, col motore che ronza al
minimo. I fanali illuminano la strada, una doccia di blu sbiadito e,
attraverso i vetri imbiancati dalla neve riesce appena a distinguere il
profilo della casa. Pietra e cemento e finestre si susseguono in tutta
la casa, e il tetto è proteso verso l'alto come se potesse toccare le
sottili striature delle nuvole nell'oscurità del cielo.
Lui
l'ha stretta in un abbraccio e ha dichiarato di essere orgoglioso di
lei, perchè aveva corso il rischio. E che non deve permettere a
quest'unico incontro di rovinare la sua idea dell'amore. Ma è troppo
tardi. Lui è la sola cosa che abbia un senso nella sua vita. E non era
una sensazione, la sua, ma una certezza. Di quelle che fanno frullare il
sangue alla testa e accellerare i battiti del cuore.
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