Olive, ancora lei
EINAUDI
2020 Supercoralli
Traduzione di
pp. 272
€ 19,50
A distanza di un decennio, l'amatissima protagonista del Premio Pulitzer Olive Kitteridge torna con un nuovo «romanzo in racconti» destinato a segnare la storia della letteratura.
«Appassionati
di gemme letterarie, gioite... Gustata sillaba per sillaba, è un'opera
stupefacente... Prese nel loro complesso, queste storie restituiscono un
mondo di splendida, straziante autenticità capace di creare
un'insopportabile dipendenza».
«The Washington Post»
Il libro
Che
ne è stato di Olive Kitteridge? Da quando l’abbiamo persa di vista,
l’irresistibile eroina di Crosby nel Maine non si è mai mossa dalla sua
asfittica cittadina costiera, e da lí ha continuato a guardare il mondo
con la stessa burbera empatia. Sono passati gli anni, ma la vita non ha
ancora finito con lei, né lei con la vita. C’è posto per un nuovo amore,
nella sua vecchiaia, e amicizie profonde, e implacabili verità. Perché
in un mondo dove tutto cambia, Olive è ancora lei.
Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di
Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine,
madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso,
solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna
scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure
infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell’animo umano e
intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la
creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la
pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l’ha
consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa
alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei,
Elizabeth Strout riprende il filo da dove l’aveva lasciato e in questo
nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l’estrema
maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c’è una vita
intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di
Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non
hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si
aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la
complicità e il desiderio raccontati in Travaglio, la rivalsa e la gelosia di Pedicure
– ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una
battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo
anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i
conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre, con la decadenza fisica in Cuore, con la solitudine in Poeta.
Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente,
leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena
speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di
comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce, succede in Amica,
dove l’incontro insperato con l’ultima compagna di strada è insieme
un’appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.
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