giovedì 26 marzo 2020

RECENSIONE #39/2020 OLIVE, ANCORA LEI by ELIZABETH STROUT - EINAUDI

Olive, ancora lei
EINAUDI
2020 Supercoralli

Traduzione di
pp. 272
€ 19,50

 A distanza di un decennio, l'amatissima protagonista del Premio Pulitzer Olive Kitteridge torna con un nuovo «romanzo in racconti» destinato a segnare la storia della letteratura.

«Appassionati di gemme letterarie, gioite... Gustata sillaba per sillaba, è un'opera stupefacente... Prese nel loro complesso, queste storie restituiscono un mondo di splendida, straziante autenticità capace di creare un'insopportabile dipendenza».
«The Washington Post»

 

Il libro

Che ne è stato di Olive Kitteridge? Da quando l’abbiamo persa di vista, l’irresistibile eroina di Crosby nel Maine non si è mai mossa dalla sua asfittica cittadina costiera, e da lí ha continuato a guardare il mondo con la stessa burbera empatia. Sono passati gli anni, ma la vita non ha ancora finito con lei, né lei con la vita. C’è posto per un nuovo amore, nella sua vecchiaia, e amicizie profonde, e implacabili verità. Perché in un mondo dove tutto cambia, Olive è ancora lei.
Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell’animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l’ha consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei, Elizabeth Strout riprende il filo da dove l’aveva lasciato e in questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l’estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c’è una vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la complicità e il desiderio raccontati in Travaglio, la rivalsa e la gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre, con la decadenza fisica in Cuore, con la solitudine in Poeta. Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce, succede in Amica, dove l’incontro insperato con l’ultima compagna di strada è insieme un’appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.

Elizabeth Strout

Elizabeth Strout è nata nel Maine ma vive a New York. Ha pubblicato i suoi racconti su «The New Yorker» e molte altre riviste. In Italia ha pubblicato, per Fazi editore, tre romanzi, Amy e Isabelle, Resta con me e I ragazzi Burgess, e la raccolta di racconti Olive Kitteridge, con cui ha vinto il Premio Pulitzer (2009), il Premio Bancarella (2010) e il Premio Mondello (2012). Dalla stessa raccolta di racconti è stata tratta una serie tv, prodotta dalla Hbo. Per Einaudi ha pubblicato Mi chiamo Lucy Barton (2016 e 2017), Tutto è possibile (2017 e 2018) e Olive, ancora lei (2020).

 RECENSIONE


A dieci anni di distanza da Olive Kitteridge, libro che le è valso il Pulitzer (edito in Italia da Fazi), Elizabeth Strout, torna a raccontare la sua cittadina immaginaria sull costa del Maine. Lassù nel Maine, racconta esistenze, che sono anche le nostre, l'ineluttabilità di cadute, imperfezioni, il declino che li caratterizza, agisce come un balsamo. 

Per gustare appieno il romanzo, questo appena pubblicato: Olive, ancora lei, che riprende là dove si era concluso il precedente romanzo. Olive insegnante di matematica in pensione, vedova in lutto (suo marito Henry, farmacista è morto per un ictus) qui inizia una traballante relazione con Jack, ex docente di Harvad, con una passione per il whisky e le macchine decapottabili, rifugiatosi nella cittadina dopo essere stato coinvolto in un caso di molestie sessuali.

Per le strade di Crosby sembra non succedere nulla, ci possono essere giornate di febbraio con una luce magnifica, di un giallo glorioso che brilla <<attraverso i rami nudi degli alberi, a gola spiegata>>, o mattine di novembre dove i campi deserti e puliti, le strade vuote hanno un che di spettrale sotto un sole che sembra non farcela <<a scalare la cima del cielo>>. Ma basta aprire le porte di quelle case di mattoni per scoprire che ognuno nasconde il suo segreto e che molti segreti si assomigliano.

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