mercoledì 8 marzo 2023

RECENSIONE: "CIRCE" DI MADELINE MILLER - MARSILIO --- RECENSIONE "LA CANZONE DI ACHILLE" DI MADELINE MILLER - MARSILIO

 

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali.

Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica.

Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il

Madeline Miller ci ha regalato una nuova prospettiva per leggere l’epica.

Studiosa di testi antichi e del loro adattamento teatrale, ci conduce in un mondo meraviglioso fatto di miti e leggende in una veste straordinariamente moderna e vicina, pur rispettando l’originale in ogni intreccio, dettaglio e sfumatura. È così che ritroviamo gli eroi studiati a scuola e le loro appassionanti vicende come se fossero vecchi amici.

È il caso di Circe, che conosciamo come una breve parentesi all’interno dell’Odissea, poco più di qualche pagina, un paio d’anni scarsi nel lungo viaggio di Ulisse per tornare a casa.

Ma Circe è una dea, e quindi immortale: nella sua millenaria vita incontra ogni genere di personaggi, dei e mortali, che conosciamo poco o tanto: visto da qui, è l’incontro con Ulisse a essere la breve parentesi della vita straordinaria di una dea che prima di essere la maga dell’isola di Eea è una donna che vive sola con se stessa.

Circe vive la sua vita intensamente nonostante la sua immortalità: è da sempre strana, diversa, nell’aspetto nella voce e nel carattere indomito e indipendente e per questo emarginata dagli altri dei nonostante sia la figlia di Elios, dio della luce e del fuoco. La Miller ci racconta le vicende che la porteranno all’esilio, attraverso miti che non abbiamo mai collegato tra loro, in un grandioso intreccio che collega tutti i punti portando alla luce una trama sorprendente. Poi la vediamo alle prese con la sua solitudine, e come nei migliori romanzi di formazione, assistiamo alla splendida rinascita di una protagonista che ci insegna a conoscerci nel profondo, a scoprire le nostre capacità, ad amare e rispettare sempre la nostra natura: l’unico cammino in grado di portarci, come lei, alla felicità.

Nella stessa cornice piena di fascino e suggestione, spostandoci nell’universo maschile, ritroviamo uno dei personaggi che meglio conosciamo, su cui sono state scritte migliaia e migliaia di righe: Achille.

L’eroe per eccellenza, il migliore dei greci, l’uomo senza il quale vincere la guerra di Troia sarebbe stato impossibile. Ma anche in questo caso quello che sappiamo è poco, perché la Miller ci presenta il ragazzo oltre il guerriero in un romanzo colmo di tenerezza e gentilezza. Mai potremmo associare questi sentimenti al guerriero di ogni battaglia dell’Iliade, eppure conosciamo un Achille fanciullo, incantevole e meraviglioso non solo nell’aspetto e nelle abilità.

A raccontarci le sue vicende è un narratore che nella guerra rimane sempre in secondo piano, mentre nella vita del nostro protagonista ha un ruolo centrale. È Patroclo, esiliato a Ftia (il regno del padre di Achille) poco più che ragazzo, che col passare dei giorni scopre di non poter più rinunciare a quell’amico che più che un cugino è un amore destinato a restare eterno. Con la stessa naturalezza e libertà degli antichi greci la nostra autrice ci racconta lo splendido amore di due ragazzi tenero e appassionato. Sappiamo come finisce la guerra di Troia, ma sappiamo anche che nella mitologia la morte non è mai la fine di tutto.

La capacità narrativa di Madeline Miller è straordinaria ed è difficile tornare alla vita reale dopo questa immersione quasi fiabesca, in compagnia di personaggi tanto straordinari, che ci restano nel cuore anche dopo aver chiuso il libro. Non resta che sperare che ne arrivi presto un altro!

Nessun commento:

Posta un commento