mercoledì 29 marzo 2023

RECENSIONE "TEMPESTA" DI CAMILLA GHIOTTO - SALANI

 Non è mai troppo tardi per imparare a essere figli, 

né per riannodare la memoria al presente.

Tempesta

Camilla Ghiotto

'Tempesta', l'esordio nella narrativa di Camilla Ghiotto

Per Salani, un padre partigiano e una figlia ventenne di oggi

partigiano e una figlia ventenne di oggi


 

Il libro

Renzo e Camilla non sono un padre e una figlia qualunque. Novantadue anni lui, diciassette lei, una vita intera li divide, o anche più d’una. Di quest’uomo che aveva già i capelli grigi quando è nata, che non ha mai visto giovane e forte come i papà delle sue amiche, Camilla si è sempre un po’ vergognata. E così, quando Renzo si ammala gravemente e viene ricoverato in una clinica dalla quale è presto chiaro che non tornerà più a casa, Camilla ha l’inconfessabile sensazione di potersi finalmente tuffare verso il futuro, senza voltarsi indietro. Mala malattia del padre la mette davanti alla consapevolezza che non si può costruire niente senza aver prima fatto i conti con le proprie radici, che non puoi perdere qualcuno senza aver provato a conoscerlo, e che forse le rimane ancora un po’ di tempo per essere davvero sua figlia. Così inizierà a cercare nel passato per scoprire il ragazzo che Renzo è stato tanti anni prima, quando la guerra infiammava l’Italia, i giovani salivano in montagna, sparavano, soffrivano la fame e il ghiaccio, cercando ogni giorno e ogni notte di dare un senso alle loro azioni. Il tempo in cui Renzo era ‘Tempesta’, comandante di una brigata partigiana. Per Camilla, riappropriarsi della storia familiare e di una memoria collettiva che non ha smesso di vibrare significherà trovare una nuova prospettiva per aprirsi al mondo, agli altri e all’amore. Con una scrittura di inconsueta sensibilità, capace di tendere agguati e rivelare sempre nuovi angoli dell’essere, Camilla Ghiotto dà voce a una generazione consapevole di dover combattere battaglie diverse da quelle del passato, ma non meno decisive. Perché la libertà non si conquista mai una volta per tutte.

 

 RECENSIONE

E' tutta nello spazio della resistenza l'anima di 'Tempesta', il primo romanzo di Camilla Ghiotto, 23 anni, che è riuscita a dare voce al rapporto con suo padre, il comandante 'Tempesta' di una brigata partigiana, e alla sua storia di battaglie riscoperta in un manoscritto trovato alla sua morte.

Uno scritto prezioso ambientato tra il '44 e la fine della guerra che è stata la scintilla di questo romanzo, pubblicato da Salani - Le Stanze, in cui le pagine del presente si alternano con quelle di quel diario. Un padre che Camilla non ha mai conosciuto giovane, che quand'era piccola si vergognava fosse così diverso da quello delle sue compagne e che ora è il maestro che porta dentro di sé. 


    "Sono nata quando mio padre aveva 74 anni. Ho voluto raccontare cosa significasse una relazione padre-figlia così anomala. Lui era verso la fine della sua vita, passava le giornate immobile, a leggere, seduto sul divano mentre la protagonista del libro è una ragazza nel pieno della gioventù e dell'azione e avrebbe bisogno dell'esatto opposto, di ritmo, di movimento. E' un po' come il paradosso di Achille e la tartaruga, viaggiano a due velocità diverse, il loro rapporto è composto di sguardi e osservazioni reciproche, ma poi nessuno dei due fa quel passo verso l'altro per riuscire a conoscersi veramente. Infatti lei lo conoscerà meglio dopo la sua morte" racconta la scrittrice esordiente che è nata a Vicenza e ora vive a Roma dove sta per laurearsi in filosofia. 


    Come ha trovato i manoscritti? "Mio padre scriveva molto e dopo la sua morte ho trovato moltissimi testi tra i quali questo manoscritto. Molte di queste vicende le aveva raccontate a me e a mia madre. Le parti del libro ambientate durante la guerra sono così come lui le ha lasciate, scritte già in terza persona.

 
    Aveva raccontato l'anno che ha trascorso da partigiano. Avevo 17 anni quando li ho trovati, non li ho letti subito, ma quando avevo 19-20 anni e la cosa che mi ha colpito è che lui in quel periodo che racconta aveva 19 anni, la mia stessa età. E' stato come conoscerlo da giovane per la prima volta e, dal punto di vista storico, ho potuto scoprire il periodo della resistenza attraverso i suoi occhi". Il manoscritto "era nella sua ventiquattrore, dove teneva le cose più importanti per lui, insieme al Discorso sul metodo di Cartesio e all'Iliade che portava sempre con sé" racconta Camilla del padre che amava molto l'Argentina dove ha vissuto 20 anni. "Ci è andato alla fine della guerra dove ha fatto moltissimi lavori e ha conosciuto, con suo fratello giornalista, Borges e Che Guevara che in un incontro al confine con la Bolivia gli ha chiesto tra l'altro anche della resistenza italiana e del metodo di lotta" diceva.

 
    Romanzo sulla libertà, 'Tempesta', che sarà presentato l'11 marzo alle 18.00 alla libreria Risvolti a Roma, è stato un modo per Camilla Ghiotto di confrontarsi con il passato e di farsi delle domande sul presente. "Le sfide della mia generazione sono diverse da quelle di mio padre, ma c'è un coraggio anche nella sfiducia che ci circonda che io ammiro molto, anche nei ragazzi più piccoli di me. Certo siamo impauriti. Credo che la paura faccia parte comunque del momento in cui si diventa grandi. E' un po' come la linea d'ombra di Conrad in cui tutto luccica di promesse, tutto sta per succedere e senti che dipende veramente da te. Ma in questa generazione c'è anche una forte predisposizione all'ascolto reciproco e questo alla fine trasforma quella paura in coraggio" sottolinea. 


    "Il significato di resistere, anche dopo aver letto questi scritti di mio padre, credo sia trasversale, penso non appartenga solo a quella precisa epoca storica ma che possa sempre essere un modo di esistere" dice Ghiotto che ci tiene a precisare che 'Tempesta' "è un romanzo, non un diario personale in cui ha incontrato suo padre come non era mai accaduto".

 

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