lunedì 1 giugno 2020

RECENSIONE #53/2020 I PASSI NEL BOSCO by SANDRO CAMPANI - EINAUDI

I passi nel bosco

2020
Supercoralli
pp. 248
€ 19,50

Sandro Campani sa raccontare la giostra delle relazioni, la grazia che riconosciamo ai vincenti e la miseria che sembra precipitare sui perdenti. Tanti sono i personaggi di questo romanzo, ma uno solo conosce il destino di tutti: il bosco. E chi ha imparato le sue regole sa bene che, se si decide di abbattere una singola pianta, bisogna tenere conto di tutte le altre.








Il libro

Alcuni uomini custodiscono segreti, altri invece sono fatti della stessa sostanza dei segreti. Sembrano non avere un passato, o averne troppo. Luchino è uno di questi: imprendibile, amato e odiato da chiunque, invidiato e disprezzato, lontano da ogni cosa eppure sempre cosí presente.
Sono i giorni del taglio del bosco, un’occasione che riunisce gli abitanti di una piccola comunità dell’Appennino tosco-emiliano. Ognuno viene a dare una mano, curiosando o bevendo qualche bicchiere in compagnia. Ma non ci sono soltanto i boscaioli e le loro famiglie: le facce note e meno note sono tante. C’è la Betti, proprietaria dell’albergo diffuso, per cui quel taglio è simile a un dolore: il bosco apparteneva al suo Fausto, e da quando lui non c’è piú l’edera e i rovi hanno preso il sopravvento. C’è Francesco, il notaio, che sta cercando quel delinquente di suo figlio. Ricomparirà forse anche Luchino; qualcuno in pae-se sussurra che è tornato, sebbene ancora nessuno l’abbia visto. Del resto Luchino è fatto cosí: tempo fa se n’è andato là fuori, chissà per quali avventure, e adesso si fa vivo quando piú gli aggrada. Ciascuno dei personaggi pretende qualcosa da lui, ciascuno ha un rancore, un rimorso, una ferita, un conto da saldare, un affetto bisognoso di conferme. Tutti resteranno delusi. Perché da Luchino ognuno di loro ha provato a rubare – uno sguardo, una parola, un modo di stare al mondo -, ma nessuno è mai riuscito a diventare come lui. Anzi, chi lo imitava è finito in rovina. Sandro Campani ha un talento unico: dà voce al bosco, al vento che frusta gli alberi, al profumo della terra dopo la pioggia. E lo fa con una scrittura precisa e implacabile, come un colpo d’accetta.

Sandro Campani

Sandro Campani vive e lavora in un paese dell'Appennino tosco-emiliano, dove è nato nel 1974. Ha pubblicato È dolcissimo non appartenerti piú (Playground 2005), Nel paese del Magnano (Italic Pequod 2010) e La terra nera (Rizzoli 2013). Per Einaudi ha pubblicato Il giro del miele (2017) e I passi nel bosco (2020).

RECENSIONE 

Con il romanzo I passi nel bosco, Sandro Campani si conferma una delle voci originali della nostra letteratura. I passi nel bosco, racconta una storia semplice: alcuni personaggi si trovano a dover tagliare il bosco, ovvero potarlo e pulirlo, per renderlo agibile all'interno di un rilancio turistico della zona, tramite un albergo diffuso. I personaggi del romanzo sono numerosi, tanto che l'autore sente il bisogno di costruire <<un albero>> che mette in relazione gli uni con gli altri; essi vivono questo momento del taglio come redde rationem delle loro vite precedenti. 

C'è Francesco, il vecchio notaio del paese, alle prese con due figli, Antonello e Daniele, che in modi diversi hanno sprecato la vita. C'è la Betti, proprietaria dell'albergo, che cerca in questo modo di tenere vivo il ricordo del marito morto; oppure Luisa la barista che conosce le intime inquietudini di ognuno e le tiene nel suo cuore. Infine c'è Luchino, che in realtà il suo vero nome è Vittorio, un personaggio misterioso che tiene la fila e dispensa una sorta di grazia divina.
Dal punto di vista della struttura narrativa I passi nel bosco, segna un cambiamento di non poco conto rispetto al precedente romanzo Il giro di miele. Nel romanzo I passi nel bosco, i personaggi prendono più volte la parola, ogni capitolo porta, infatti, il nome di chi parla, ma ognuno di essi non racconta la storia da angolazioni diverse,  anzi ogni voce è un movimento in avanti nelle vicende del romanzo.

La storia raccontata da Campani è simile ad una trottola che gira su sè stessa e diventa travolgente. In questa marea di voci Luchino è l'unico a non parlare. E' l'enigma del libro, il vero dispositivo drammatico della storia, verso di lui tutti si muovono e da lui tutti fuggono. Luchino raffigura forse il sentimento della grazia, non tanto nella sua forma cattolica, quanto in quella protestante.

In questo libro invece, Dio scompare, o meglio si scioglie nella Natura; è infatti il bosco a essere vivo, a muoversi e a parlare alla vita degli uomini; e non è quindi causale questa sorta di parallelo tra Luchino muto, che agisce, e il bosco che sta silenzioso e vede l'affaccendarsi delle vite degli uomini attorno a lui.

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