martedì 25 agosto 2020

RECENSIONE #75/2020 BUNNY by MONA AWAD - FANDANGO LIBRI

Bunny 

MONA AWAD

FANDANGO LIBRI
Traduttrice: Chiara Brovelli

Euro 18,50 


Il libro

Samantha Heather Mackey è un’assoluta outsider alla Warren University dove frequenta un corso iperselettivo di scrittura creativa.
La fantasia di Samantha è molto più cupa di quella della maggior parte degli studenti del suo anno, tanto più quando si tratta del gruppetto di ragazze ricche e vestite di colori pastello che incontra sempre a lezione.
Tra loro si chiamano Bunny, “coniglietta”, e passano il tempo a mangiare mini cupcake, a dirsi l’un l’altra quanto siano straordinarie e a darsi abbracci di gruppo: sembrano la reincarnazione zuccherosa di Piccole donne e ignorano strenuamente Samantha.
Ma tutto sembra cambiare quando un giorno la protagonista riceve l’invito a un loro riservatissimo party e decide di andare piantando in asso Ava, una caustica ex studentessa d’arte che detesta tutto quello che riguarda la Warren e che è anche la sua unica amica. Da quando si sono conosciute, loro due hanno passato ogni singolo giorno insieme, partecipando come coppia al corso di tango e ballando sul tetto della casa di Ava.
Ma quando Samantha varcherà la soglia che conduce al mondo Bunny, tutto prenderà una piega imprevista e la protagonista verrà a conoscenza dei “rituali” che trasformano delle placide studentesse in creature mostruose.
Tra satira, horror e favola, con una lingua eccentrica, misteriosa e spettrale, Bunny riesce nell’impresa di intrattenere, smontare a colpi di risate il mondo dei college americani e raccontare l’incredibile e spesso sconcertante complessità dell’essere donna. Impossibile farne a meno.
 

RECENSIONE

Una mia prima impressione di lettura è quella che la Awad, racconti storie di ragazze molto diverse tra loro ma, accomunate dall'essere <<intrappolate>>, tra due situazioni: essere veramente sè stesse e trovare l'amore. La lettura del libro è stata l'occasione per una conversazione sui temi capitali del mestiere di scrivere, a partire da alcuni filoni che accomunano la voce intima e progressista, creatrice di implacabili meccanismi narrativi in cui il caso, il destino, l'ambiguità dell'esistenza giocano ruoli da protagonisti. La finalità è data dalla ricerca dell'amicizia. Mona Award, nei suoi libri (la Award ha già scritto un libro precedente a questo), sfida il lettore intellettualmente ed emotivamente, sa stare ad un livello narrativo di scrittura creativa alta e al tempo stesso non perde mai l'intimità. Nei romanzi della Award, la realtà dei personaggi è tangibile, viva, molto rilevante: il senso di alienazione, la solitudine, il bisogno di amore. Sono un'avventura per noi lettori. Una storia come possibile alternativa di vita che ognuno ha dentro di sè. Anche perchè, mettersi nel cuore e nella storia di un personaggio del libro, può essere anche una sorpresa.

RECENSIONE # 73 /2020 FIORE DI ROCCIA by ILARIA TUTI - LONGANESI EDITORE



FIORE DI ROCCIA
LONGANESI 
Dettagli Cartonato
N° di pagine 320 
Euro 18,80
Ilaria Tuti costruisce un romanzo teso in cui nessuna parola è superflua, nessuna descrizione «decorativa»: le piaghe sulle spalle martoriate delle ragazze, gli occhi «bui» dei soldati, un pasto misero consumato in silenzio, le lacrime trattenute e le poche risate sono le (bellissime) tessere di un mosaico epico e scarno insieme.
Corriere della Sera
 Una scrittura fortemente evocativa.
The Guardian
 
Il bel racconto di Ilaria Tuti, "Fiore di roccia", è veramente uno dei pochi romanzi che può reggere al confronto con i classici che si sono cimentati con la Grande Guerra.
TTL, la Stampa
 
Scrittura preziosa ed evocativa, uso attento del dialetto, ha il respiro di una testimonianza storica e nello stesso tempo di una parola raccontata e custodita nell’intimità.
Stefania Auci, autrice de «I leoni di Sicilia»
 
È brava Ilaria Tuti a non scivolare nella china del sentimentalismo. È interessante la minuziosa attenzione che dedica al linguaggio, alle sue architetture e alla sua musicalità.
Dacia Maraini
 
Ilaria Tuti costruisce un romanzo teso in cui nessuna parola è superflua, nessuna descrizione «decorativa»: le piaghe sulle spalle martoriate delle ragazze, gli occhi «bui» dei soldati, un pasto misero consumato in silenzio, le lacrime trattenute e le poche risate sono le (bellissime) tessere di un mosaico epico e scarno insieme.
Corriere della Sera
 
UNA VICENDA EPICA E INTENSA CHE LA STORIA AVEVA DIMENTICATO
IL NUOVO GRANDE ROMANZO DI UN'AUTRICE SEMPRE PIÙ APPREZZATA ANCHE ALL’ESTERO

Dalla voce potente della creatrice di Teresa Battaglia, un'indimenticabile storia di coraggio, generosità e resilienza femminile.

«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche i villaggi, mille metri più giù. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre  schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle.
Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame.
Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riem­piono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore.
Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione.
Risaliamo per ore, nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici – diavoli bianchi, li chiamano – ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre saliamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i ’fiori di roccia’.
Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l’eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall’inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire.
Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»

Con Fiore di roccia Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio. Il secondo romanzo, Ninfa dormiente, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, uno straordinario personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo, e soprattutto la terra natia dell’autrice, la sua storia, i suoi misteri. Con Fiore di roccia, e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica, illuminata dalla sensibilità di un’autrice matura e generosa. 


RECENSIONE

La guerra - scrive Ilaria Tuti, soggioga un paesaggio. Vi affonda gli artigli stravolgendone i tratti e segnando indelebilmente chi ci vive. Lo sanno bene le Portatrice carniche, di questo romanzo dalle tinte forti, tinte di storia autobiografiche, potente romanzo che racconta di uno spaccato della Storia.
L'anziana espressione del mondo rituale e magico della cultura contadina di Pal Piccolo, ha impresso nella carne le ferite della guerra, mentre le donne lottano contro fantasmi e strascichi (rabbia, deportazione), degli anni trascorsi nelle montagne con i partigiani. Tuti induce a riannodare i fili nel corso della vita, l'ha portata ad una ricerca fra i resti e i frammenti (diari di prigionia e ricordi di sopravvissuti), di quella macchina di morte e alienazione che fu la Guerra.

E' si è fatta narrazione. Che alterna i tempi lenti del quotidiano cadenzato dal ciclo immutabile della natura, all'incalzare vorticoso e ritmato della riappropriazione del passato da parte della voce narrante erede, del ricordo delle donne carniche, ma soprattutto la voce, attraverso la scrittura, di quello stesso passato.
 

mercoledì 19 agosto 2020

RECENZIONE #72/2020 LA DONNA DEI MIE SOGNI by NICOLAS BARREAU - FELTRINELLI EDITORE

La donna dei miei sogni

di Nicolas Barreau

 






Il libro

"""Oggi ho incontrato la donna dei miei sogni. Era seduta al Café de Flore, al mio tavolo preferito. E mi sorrideva. Purtroppo non era sola. Un uomo piuttosto attraente le stava accanto e le stringeva la mano. Sono un libraio e, se hai a che fare con i libri tutti i giorni, se vivi immerso nei romanzi, a un certo punto inizi a credere che siano possibili molte più cose di quanto comunemente si creda. Forse sono un inguaribile romantico, ma chi dice che quello che capita in un libro non possa succedere anche nella realtà? Ed ecco infatti che qualcosa è successo davvero. La donna dei miei sogni si è alzata e ha lasciato un biglietto sul mio tavolo. Un nome, un numero di telefono. Nient'altro. Il mio cuore ha fatto un salto. E così sono iniziate le ventiquattro ore più eccitariti della mia vita."" Ma quel che promette di essere un romantico rendez-vous si trasforma ben presto in una cocente delusione: il numero di telefono non si legge bene e Antoine, l'intraprendente proprietario della Librairie du Soleil a Saint-Germain-des-Prés, deve buttarsi in una rocambolesca avventura per ritrovare la donna con l'ombrello rosso che lo ha stregato."

RECENZIONE

Antoine un libraio, che a furia, oltre che di vendere anche di leggere libri, non sa più distinguere bene la realtà dall’immaginazione, per cui, è totalmente avvinto da quest’incantesimo, un incantesimo che si trasforma in ossessione e durerà tutta la vita.

Sì, perché dovete sapere che sono un libraio, e se hai a che fare tutto il giorno con i libri, se hai letto un'infinità di romanzi, a un certo punto giungi alla conclusione che siano possibili molte più cose di quanto comunemente si creda.

E in effetti la donna ricorre in tutto il libro: ogni donna che Antoine incontrerà non sarà che un riflesso di lei, la prima di una schiera celeste di misteriose e belle ragazze che infiammano la sua immaginazione – (lei) - una sconosciuta che in un caffè gli ha fatto un incantesimo.

Cioè, era una follia. Era la cosa più folle che mi fosse capitata nella vita. Però era capitata. E volevo che continuasse.

La donna dei miei sogni è uno scorcio lucido e disarmante sul modo in cui gli uomini vivono l’amore e un’indagine sulla natura inquietante dell’attrazione, che si dipana in un labirinto contorto di desiderio e rifiuto. Questo romanzo è più di un memoir, è un libro sulla memoria, cioè l’altra faccia dell’amore, in cui perdersi e trovarsi sono in fondo la stessa cosa.

Non è incredibile con quanta naturalezza si accetti ogni cliché, perfino il più stupido, quando siamo felici?

Con una scrittura elegante, composta da frasi brevi e precise, l’autore delinea i sentimenti, le titubanze, le debolezze e le contraddizioni dei suoi personaggi evidenziando la normalità di storie quotidiane. Donne e uomini liberi ma fragili nella loro dipendenza (o indipendenza) dall’amore: Nicolas Barreau, ne segue il flusso dei sentimenti contrastanti e offre alla sua storia una luce in fondo al tunnel.

RECENZIONE #71/2020 ASIMMETRIA by LISA HALLIDAY - FELTRINELLI EDITORE

Asimmetria

di Lisa Halliday

 FELTRINELLI EDITORE



 Il libro


"""Asimmetria"" è un romanzo come non ne avete mai letti. Esplora con originalità e intelligenza, umorismo ed eleganza le relazioni asimmetriche della vita. Alice ha venticinque anni, vive a New York e lavora per una casa editrice. Una domenica, mentre legge seduta su una panchina di Central Park, incontra un signore divertente e affascinante, quarant'anni più vecchio, che Alice riconosce subito come Ezra Blazer, il leggendario Premio Pulitzer per la letteratura universalmente ammirato. Fra i due nasce una tenera storia d'amore. Amar è un economista iracheno-americano che fa scalo a Heathrow sulla via per l'Iraq, dove è diretto per andare a trovare il fratello. Trattenuto per motivi contorti dalla polizia, passa il weekend in custodia all'aeroporto e ripensa a tutta la sua vita. Gioventù e vecchiaia, Occidente e Medio Oriente, equità e ingiustizia, fortuna e talento, personale e politico: Lisa Halliday riesce a tenere insieme tutto questo e a dirci qualcosa di importante sugli strani tempi che stiamo vivendo."


RECENSIONE

Tutte sono incapaci di guardare in faccia i propri segreti. Tutte si mettono a nudo in confessioni che come tanti fili si intrecceranno. La necessità vitale di un pretesto per mettersi in relazione con l’altro e la forza liberatoria della parola sono al cuore di questo romanzo commovente e ironico sulle emozioni che stanno a fior di pelle. Sugli eventi all’apparenza privi di significato che possono diventare occasione di catarsi. Sull’amore, la vita e la morte ai tempi della comunicazione virtuale.

C’entrano i casi della vita, insomma. Ma quale vita? Quella che ricorda lei (Alice, una giovane donna che lavora nell'editoria), o quella che racconta lo scrittore settantenne, Ezra Blazer? Umorismo e nichilismo, imperfezione e ambizione, trappole del virtuale e agguati della dura realtà si intrecciano in un’aspra commedia metropolitana che plasma dalla percezione, dal ricordo, dalla biografia famigliare un’ammaliante materia narrativa.

Un libro delicato, profondo e commovente che ripercorre gli anni brevi e intensi della loro amicizia. Un’amicizia speciale, limpida e luminosa, riflessiva e inquieta, capace di analizzare la tormentata complessità di questi tempi, senza lasciarsene mai sopraffare. Un’amicizia suggellata anche da due modi diversi di affrontare la vita.

Un libro che racconta anche l’amore, la capacità di cambiare e la salvezza che passa attraverso la scoperta delle parole. Un libro che non ha paura di parlare dell’anima e del mistero che ci avvolge, della vita e della morte, e del senso profondo del nostro esistere.

 

giovedì 13 agosto 2020

RECENZIONE #70/2020 INCENDI by RICHARD FORD - FELTRINELLI EDITORE


Incendi

di Richard Ford

Feltrinelli Editore

Euro 9.90









 Il libro

Nell'estate del I960 la città di Great Falls, Montana, fu circondata dal fuoco. Il fumo proveniente dalla foresta in fiamme coprì le montagne a sud, ovest e a est. Fu l'estate in cui il padre di Joe trasferì la famiglia nel Montana per non perdere l'occasione del boom petrolifero. Fu l'estate in cui il padre perse il lavoro al golf club e andò a combattere l'incendio. Fu l'estate in cui la madre di Joe incontrò Warren Miller e s'innamorò di lui. Fu l'estate in cui Joe si accorse che i genitori erano qualcosa di inesplicabile, come tutti. Nessuno di questi personaggi ritiene che la felicità gli sia dovuta. Tutti devono fare degli aggiustamenti nei confronti degli altri. Tutti, quando è in gioco la propria sopravvivenza, richiedono innocentemente che il proprio interesse prevalga, anche su quello delle persone che amano. Nessuno, dice Ford, conosce il perchè delle proprie azioni. Semplicemente le compiono. Sdradicano le proprie esigenze, abbandonano i figli, cambiano compagni di vita: tutto nel vago perseguimento della felicità.


RECENSIONE

E' arrivato troppo tardi,  il padre di Joe, per impedire il cielo grigio e nero che incombe sulla città del Montana. Nell'estate del I960, il fumo proveniente dalla foresta in fiamme coprì le montagne a sud, ovest e a est, il cielo si accende di un rosso infuocato. Ma quel bagliore non proviene dal sole calante che tenta di illuminare uno dei tanti giorni estivi. È il rosso violento di un incendio scaturito sulla cima di una collina in periferia. Fu questa l'occasione del boom petrolifero. 

Il respiro del fuoco non ha lasciato scampo, neanche per i protagonisti, alla ricerca della felicità. Fu quella l'estate in cui il padre perse il lavoro al golf club e andò a combattere l'incendio. Ma non riuscii a  dominare il fuoco, a farsene padrone. Fu l'estate in cui la madre di Joe incontrò Warren Miller e s'innamorò di lui. Fu l'estate in cui Joe si accorse che i genitori erano qualcosa di inesplicabile, come tutti. 

 Mi domando se i miei genitori hanno mai visto il mondo come lo vedo io in questo momento. Siamo sempre alla ricerca di assoluti senza mai trovarli. Abbiamo una gran voglia di autenticità, ma la maggior parte delle volte non lo siamo anche noi, autentici. L'amore, almeno, mi pare una cosa che dura.

Ma ogni indagine ha un prezzo, e quando Joe scopre che quel caso affonda le radici nel suo passato, nei suoi segreti, è costretto a chiedersi se può davvero fidarsi degli altri.

Quando si ha sedici anni non si sa quello che sanno i propri genitori, nè si sa molto di quello che capiscono, e ancor meno cosa si agita nei loro cuori. Questa ignoranza può essere difesa contro il rischio di diventare adulti troppo presto, un modo per evitare che la propria vita diventi nient'altro che la loro rivissuta da capo - il che è un peccato. Ma farsene scudo - cosa che io non feci - mi pare un errore ancor più grave, perchè quel che si perde è la verità della vita dei propri genitori e il giudizio che ognuno deve darne, e inoltre, la capacità di valutare il modo di cui si sta per entrare a far parte.

 O se invece,  non sia il momento di compiere l'ultimo passo: accettare l'inaccettabile. Perchè esiste soltanto una cosa più affascinante e pericolosa del manipolare il fuoco: manipolare le menti.

sabato 8 agosto 2020

RECENZIONE #69/2020 BREVE STORIA DEL MIO SILENZIO by GIUSEPPE LUPO - MARSILIO EDITORE


Breve storia del mio silenzio

MARSILIO


pp. 208, 1° ed.
Euro 16,00










 Il libro


Breve storia del mio silenzio di Giuseppe Lupo è stato selezionato tra i 12 candidati alla LXXIV ediz​ione del Premio Strega

L’infanzia, più che un tempo, è uno spazio. E infatti dall’infanzia si esce e, quando si è fortunati, ci si torna. Così avviene al protagonista di questo libro: un bimbo che a quattro anni perde l’uso del linguaggio, da un giorno all’altro, alla nascita della sorella. Da quel momento il suo destino cambia, le parole si fanno nemiche, anche se poi, con il passare degli anni, diventeranno i mattoni con cui costruirà la propria identità. Breve storia del mio silenzio è il romanzo di un’infanzia vissuta tra giocattoli e macchine da scrivere, di una giovinezza scandita da fughe e ritorni nel luogo dove si è nati, sempre all’insegna di quel controverso rapporto tra rifiuto e desiderio di dire che accompagna la vita del protagonista. Natalia Ginzburg confessava di essersi spesso riproposta di scrivere un libro che racchiudesse il suo passato, e di Lessico famigliare diceva: «Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi di quanto abbiamo visto e udito.» Così Giuseppe Lupo – proseguendo, dopo Gli anni del nostro incanto, nell’“invenzione del vero” della propria storia intrecciata a quella del boom economico e culturale italiano – racconta, sempre ironico e sempre affettuoso, dei genitori maestri elementari e di un paese aperto a poeti e artisti, di una Basilicata che da rurale si trasforma in borghese, di una Milano fatta di luci e di libri, di un’Italia che si allontana dagli anni Sessanta e si avvia verso l’epilogo di un Novecento dominato dalla confusione mediatica. E soprattutto racconta, con amore ed esattezza, come un trauma infantile possa trasformarsi in vocazione e quanto le parole siano state la sua casa, anche quando non c’erano.


 è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Per Marsilio, dopo l’esordio con L’americano di Celenne (2000; Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello), ha pubblicato Ballo ad Agropinto (2004), La carovana Zanardelli (2008), L’ultima sposa di Palmira (2011; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini), Viaggiatori di nuvole (2013; Premio Giuseppe Dessì), Atlante immaginario (2014), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio-Centolibri) e Gli anni del nostro incanto (2017; Premio Viareggio Rèpaci) e Breve storia del mio silenzio (2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del Sole 24 Ore e di Avvenire.


RECENSIONE

 Il protagonista è ancora un bambino, quando a dispetto di tutto e di tutti, in particolare dei suoi genitori, smette di parlare. Scoprirà a poco a poco cosa significa estraniarsi dal resto del mondo, quel gioco, le parole, urlate o sussurrate, lo accompagnano, ne diventano fedeli amiche, lo fanno progredire o regredire, scoraggiarsi o meravigliarsi. Educare la sua voce, sfidarla.Vincere il silenzio che lo attanaglia. E trovare una forza inaspettata, un’energia che sembra sprigionare direttamente dalla fatica. Per arrivare a scoprire qual è il senso di ogni sfida e della sua stessa vita. Esistono passioni cosí potenti da cambiarti la vita. Da rovesciarti i pensieri, le parole: del pianto, della vita e della morte.

Prendendo spunto dai temi e dai problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno, attraverso la lettura, Giuseppe Lupo ricollega il presente al passato e alle cause che l’hanno provocato, rendendo piú comprensibile e meno ansioso l’orizzonte degli eventi. La memoria del passato serve a mettere i fatti in prospettiva, tracciare un percorso, individuare le cause e i loro effetti, fornire – quando è possibile – un punto d’orientamento. Non c’è futuro, luminoso o obbligato che sia, che ci salvi dal dovere di trasmettere il passato, l’infanzia – perduta o ritrovata che sia – resta per sua natura qualcosa di intimamente sanguinoso: un’età ferita», prima che tutto finisca travolto da un nuovo mondo, come presto o tardi certamente avverrà». 

E' un racconto che si legge con una commozione che dura dall’inizio alla fine, e nella quale entrano malinconia, gioia e ammirazione. Il passato raccontato da Giuseppe Lupo è quello mitico e irrecuperabile dell’infanzia, eroso negli anni da una diaspora di oggetti e sentimenti il cui ricordo continua a sanguinare, perché la violenza immaginifica dell’autore opera un recupero altissimo di emozioni infantili legate a un universo in cui le sole figure amiche sono quelle dei propri personali mostri e di pochi, semplici ma «fatidici» giocattoli, mentre la gelosia per la nascita della sorella continua a suscitare struggimenti e antagonismi senza fine.

 In questo libro ci sono due testi semplicemente alternati; potrebbe quasi sembrare che non abbiano niente in comune, eppure sono inestricabilmente intrecciati, come se nessuno dei due potesse esistere da solo, come se soltanto il loro incontro, quella debole luce che gettano l’uno sull’altro, potesse rivelare ciò che non è mai detto apertamente nell’uno, mai detto apertamente nell’altro, ma solo nella loro fragile intersezione. 

Uno di questi testi è interamente intimo: il silenzio delle parole, come se fossero cadute dentro una voragine. L’altro testo è un racconto di ricordi, fatto di brani sparsi, di assenze, di oblio, di dubbi, di ipotesi, di aneddoti. Sul filo che collega le due sponde del racconto, si trova il luogo di origine di questo libro, quei punti di sospensione in cui si sono impigliati i fili spezzati dell’infanzia e la trama della scrittura. Il  romanzo di Giuseppe Lupo è un inno all'affetto, alla riconoscenza, a tutti quei sentimenti che ci legano gli uni agli altri. E che ci rendono umani.

Citazioni del libro

"Ogni frase pareva un ponte sospeso sull'abisso. L'abisso era il silenzio e le parole erano appese al filo che ci penzolava sopra. Parlare era come salire su una funivia agganciata a questo filo: ci si lascia andare nel vuote e via con le lettere, una dietro l'altra."

“Non saprei calcolare quant’è durato il mio silenzio: un mese, un anno, due… Quando i medici mi visitavano, chiedevano di cacciare la lingua fuori. ‘Tossisci, tossisci.’ Io tossivo. ‘Fa’ due passi, vediamo come cammini.’ E io camminavo su e giù nell’ambulatorio. Ricordo un dottore di Bari, un gran professore che sulla fronte aveva una lampadina infilata in una specie di coperchio di caffettiera. ‘Signora, questo bimbo vive troppo in mezzo ai grandi. Aria aperta, aria aperta’ ripeteva, ‘la strada sarà la sua maestra’.”

“Pochi mesi ancora e Gesù manda sorellina” disse. La frase è l’ultima che conservo di una felicità in bilico. Il mio destino stava per cambiare, ma nessuno se ne accorgeva. In principio tutto era verbo: poesie, quaderni, libri, banchi, lavagne e alunni in abiti di carta crespa. Poi sopraggiunse il silenzio."

"Si erano chiuse le porte e non riuscii a sentire più nulla. Fu un attimo, ma nelle parole che mio padre stava pronunciando, nel sorridere silenzioso a me che andavo via – e altro non era, quel gesto, se non amore dignitoso nel distacco – proprio in quell’attimo era come se si spegnesse il secolo a cui appartenevamo tutti, io, la mia famiglia, l’Appennino dov’ero nato. Il giorno dopo, a Milano, il Novecento non esisteva più e io già ne sentivo la mancanza."

"Lambrate era alle spalle, in un oriente indimenticabile ma ormai remoto, e a me bastava battere sui tasti della vecchia Olympia di mio padre per cominciare a respirare un’aria d’America."

giovedì 6 agosto 2020

RECENSIONE #74/2020 A Book Reader's Journey (English Edition) by Omaid Ahmadzai Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.

                                                                               A Book Reader's Journey
by Omaid Ahmadzai
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Inglese


Il libro

Arman is a young orphan living in the middle of war-torn Kabul. He is ill-treated by the family he lives with, but finds solace in his best friend Jamal and his love of reading. After a tragic occurrence, he is forced to leave Kabul and make an extraordinary journey over land and water in an attempt to reach the safety of London. With Jamal and his two brothers, Zain and Wali, he encounters pain, love and significant danger as he moves from country to country. Through his reading and his many encounters along the way, he learns to live with the past, the present and the future, as well as the biggest tragedy of all; the loss of a loved one.
A Book Reader's Journey is a story of love, hate, friendship and, most of all, hope, that will take you through towns, cities and countries by Arman’s side as he battles to overcome social, mental and physical hardships on his road to self-discovery and safety.


RECENSIONE
                                                                   

Set in difficult Kabul. A story that blends the individual dimension with the social 
one for an emblematic story on the desire for redemption. In Kabul, a degraded city, the only 
way to defend yourself from the ferocity of the neighborhood it is the family, but families are 
known to be unhappy by definition and so Arman's is no exception.
On this precarious balance he finds comfort in his best friend Jamal and in his love of reading. 
The boy thus becomes a sort of Oliver Twist, who fights against the mad law that, in the name 
of rights, cuts off ties and separates people dearest loved ones.

In his war for survival and to carve out his place in the world, he is forced leave Kabul and travel 
to unknown lands and waters, like a young man Ulysses, in an attempt to reach London, but the 
protagonist, however, will not be able against the extreme consequences of an adverse destiny, 
he meets pain, love and danger while moving from one country to another, together with Jamal 
and his brothers Zain and Wali.
 
He will learn at his own expense that there is only one poison against death  and it is love. 
A happy debut that of the author Omaid Ahmadzai. A Book Reader's Journey, is an incisive 
and vibrant novel about the strength of deep bonds, which sees young Arman grappling with the 
sufferings of life. An exciting story about what it means to become an adult freeing oneself from 
the passion for life and nailing on the page the unbridgeable distance that  separates the popular 
neighborhoods of a Kabul tormented by misery, from the bourgeois salons also thanks to the 
saving power of books.

mercoledì 5 agosto 2020

RECENZIONE #68/2020 LE RAGAZZE DI NEW YORK by SUSIE ORMAN SCHNALL - FELTRINELLI EDITORE

Le ragazze di New York

di Susie Orman Schnall

FELTRINELLI EDITORE

Il libro

New York, fine anni quaranta. Charlotte Friedman è una ragazza determinata e con le idee chiare, che sogna una carriera nel nuovo, promettente mondo della pubblicità, diversamente da molte sue coetanee che desiderano soltanto una famiglia e dei figli. Quando, dopo aver ricevuto vari rifiuti come dattilografa, scopre di essere finalista al concorso di bellezza per Miss Subways – la campagna pubblicitaria della metropolitana newyorchese – decide di non lasciarsi sfuggire l’occasione: essere ritratta sui cartelloni di Miss Subways, infatti, potrebbe aprirle la strada verso un lavoro nella scintillante Park Avenue. Ma, lungo il cammino verso l’indipendenza, deve scontrarsi con i pregiudizi del padre, che la vorrebbe al suo fianco nel negozio di Brooklyn e sposata come tutte le brave ragazze, e con un’amica, che la costringe a una decisione straziante. Quasi settant’anni dopo, Olivia è una brillante pubblicitaria con poco tempo per la vita privata. La sua agenzia concorre alla gara per la nuova campagna pubblicitaria della metropolitana e Olivia non è disposta a perderla, tantomeno per colpa di qualche collega maschilista. Mentre la scadenza per presentare i progetti si avvicina, si imbatte per caso nella vecchia campagna di Miss Subways, con cui scoprirà di avere in comune molto più di quello che immaginasse. 

SUSIE ORMAN SCHNALL
AUTORE

è cresciuta a Los Angeles e si è laureata alla University of Pennsylvania. Ha scritto per "The New York Times", "The Huffington Post", "Popsugar", "Writer's Digest" e "Glamour". Ha fondato The Balance Project e ha intervistato centinaia di donne di successo per studiare come coniugare al meglio vita privata e lavorativa, argomento su cui organizza conferenze negli Stati Uniti.


RECENSIONE


Un argomento importante e delicato in un libro che con garbo e ironia narra la storia di chi esce allo scoperto con sofferenza con coraggio o per uno scherzo del destino. Un gioco di specchi tra passato e presente, tra realtà e finzione narrativa, una storia da cui emergono indimenticabili ritratti di donne e che ci trascina senza sconti nel cuore del nostro destino.

I ricordi per Charlotte sbiadiscono. Forse è tempo di vivere nuove esperienze. In  fondo al cuore sente che è così. Ricca d’inventiva, non indugia un secondo: un irriducibile attaccamento alla vita e un connaturato senso di libertà la guidano nell’obiettivo di proteggere quanto più possibile i suoi cari e realizzare il suo sogno.

Negli ultimi tempi Charlotte, aveva lavorato così tanto che non aveva più una vita sentimentale. Allora inventa pubblicità, fin da bambina, da una cittadina della Pennsylvania, dalla quale proviene, nel bel mezzo del nulla, partita per New York alla ricerca di sè, si erge così ad arca della salvezza, non senza innumerevoli difficoltà.

Che cosa succede nella testa di Charlotte, stretta tra un doloroso addio al suo passato e una sorpresa che non sa bene come maneggiare? In modo confuso, passo dopo passo, non le resta che riprendersi a piccoli bocconi di una vita andata in pezzi. Risillabarla dall’inizio anche se i sentimenti sono raggelati e quello che è possibile fare è solo una lunga e lenta sequenza di gesti e di parole che conducono avanti ma che non scaldano il cuore. Ci vorrà la paziente vicinanza di un giovane uomo, che si farà carico di ricostruire in silenzio un’affettività cancellata.

Questo romanzo di Susie Orman Schnall, guida il lettore in una riflessione sulla fragilità e l’ipocrisia delle relazioni umane. Quando si decide di uscire allo scoperto tutto vacilla, le sicurezze crollano le gambe tremano e la lingua  incarta fino a pronunciare incerta le parole. Pochi hanno saputo descrivere come Susie Orman Schnall,  la condizione femminile, con ruvido rigore e tensione emotiva, scavando a più riprese nei recessi dell’autobiografia.

Le ragazze di New York, romanzo dell'autrice newyorchese, quello in cui più emerge il sodalizio tra vita e letteratura, ci consegna un personaggio indimenticabile, la storia di una donna battagliera e orgogliosa, e del suo difficile percorso di autodeterminazione.

Citazioni del libro

Ho imparato questo, almeno, dal mio esperimento; che se uno avanza fiducioso nella direzione dei suoi sogni, e si sforza di vivere la vita che ha immaginato, incontrerà un successo inatteso nei momenti più comuni.

martedì 4 agosto 2020

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