domenica 28 febbraio 2021

POST- LAETITIA by IVAN JABLONKA - EINAUDI


Ivan Jablonka
Laetitia

o la fine degli uomini
EINAUDI
Traduzione di Margherita Botto
 
2018
Frontiere
pp. 348
€ 21,00
 
«Jablonka lacera la realtà a colpi di descrizioni sempre piú precise, la spiega e le dà vita raccontandola. Il suo è un libro espiatorio: fa rivivere i morti».
«Télérama»
 
 
Il libro
 

Come si può ridurre la vita di una persona alla sua morte? Laëtitia Perrais, diciotto anni, è stata rapita e uccisa nei dintorni di Nantes nel 2011. Il suo omicidio ha avuto una risonanza mediatica e politica senza precedenti. Centinaia di articoli e decine di trasmissioni televisive hanno parlato di lei. Eppure di lei nessuno ha mai saputo davvero nulla. È rimasta la vittima ignota e senza storia di un luogo ignoto e senza storia. Agli occhi del mondo Laëtitia è nata nel momento della morte, quando è diventata «un caso di cronaca». Ivan Jablonka, invece, ha deciso di ascoltare la sua vita, facendo parlare chi l’ha conosciuta, chi le ha fatto del male e chi l’ha amata. Con la precisione dello storico e la passione del romanziere, Jablonka restituisce alla memoria – e al cuore – il ritratto di una ragazza indimenticabile.

La notte tra il 18 e il 19 di gennaio del 2011 Laëtitia Perrais viene rapita, accoltellata e strangolata in un sobborgo del nord della Francia. Due giorni dopo viene arrestato un uomo con diversi precedenti penali a carico: Tony Meilhon. Ma il corpo della ragazza non si trova e non si troverà per piú di dieci giorni. I grandi giornali nazionali danno la notizia, seguono il caso con clamore morboso e costruiscono «il mostro». Le televisioni prendono d’assalto amici e parenti alla ricerca di uno scoop. I politici invocano una stretta sul crimine e pene piú severe. Ovunque si parla di lei ma nessuno ne parla veramente. Il suo nome è sulla bocca di tutti ma ciascuno lo usa per i propri fini. Laëtitia però, oltre alla sua morte orrenda, ha avuto una vita che non è mai interessata a nessun giornalista, nessun politico, nessuno studioso. Ivan Jablonka, con gli strumenti dello storico e la passione del narratore, quella vita la ricostruisce. Perché un fatto di cronaca nera non è mai un semplice fatto e non ha nulla di cronachistico, ma nasconde sempre una dimensione sociale e soprattutto umana. L’indagine minuziosa dell’accademico lascia cosí lentamente spazio, pagina dopo pagina, alla storia intima e toccante di un’infanzia fragile, di una bambina cresciuta troppo in fretta, di una madre depressa e un padre violento, di istituti e affidi. Una storia fatta però anche di cose belle, di sensazioni che si provano cosí forti e pure solo da adolescenti, di piccole vittorie contro il mondo. Una storia finita troppo presto. Laëtitia ha passato la vita ostaggio dell’ingiustizia, della violenza degli ambienti e di quella degli uomini. Persino dopo la morte del suo corpo di donna si è continuato ad abusare, trasformandolo in uno spettacolo macabro. Jablonka con questo libro la libera dalle catene del potere, che prima l’ha ignorata e poi l’ha trasformata in vittima sacrificale. E le restituisce, servendosi delle armi a disposizione della scrittura, la dignità e la dolcezza che dovrebbero spettare a ogni essere umano.

 

RECENSIONE - L'ACQUA DEL LAGO NON E' MAI COSI' DOLCE by GIULIA CAMINITO - BOMPIANI

 

L’acqua del lago non è mai dolce

Pagine 304
Euro 18,00





Il libro

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità. 

Giulia Caminito

Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A (Giunti 2016, Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani), seguito nel 2019 da Un giorno verrà (Bompiani, Premio Fiesole Under 40). 


RECENSIONE 

Più che narrare Giulia Caminito, scrivendo come singoli quadri corrispondenti ciascuno a un procedere il delirio del retroterra del lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia al completo. 

Questo modo di percepire il mondo ha lasciato una traccia suprema in un'opera narrativa tra le più intense e ustionanti che sia dato leggere, ma per chi ha conosciuto Caminito o ha anche solo assistito a una sua lettura o conferenza, si manifestava principalmente nella voce.

Chi volesse farne una pallida esperienza oggi potrà ricorrere a YouTube. La voce era il centro esatto della personalità inclassificabile di Gaia, così come in altri questo centro consiste nello sfguardo, o in una particolare zona sensibilità.

La voce è l'articolazione fondamentale, la strada che dalle più oscure profondità del corpo e delle pulsioni sale alla superficie ed erompe in forma di grido spaventato o di risata amara, finendo per dare forma e sostanza a uno stile poetico che sembra così pieno di fiato e di respiro.

L'ambizione maggiore del romanzo L'acqua del lago non è mai così dolce, così piena di affetti ancora irrisolti e di memorie non cicatrizzate, non è semplicemente quella di ricordare, ma di evocare una presenza, di cogliere un'eco che ancora vibra e si ripercuote nella sua mente come un lascito e un enigma.

Raccontare la vita di Gaia, la sua è un'esistenza segnata a fuoco da un rapporto diretto con la verità. Ma questa ustione gli impedisce di adattarsi al mondo, che finisce per schiacciarla, significa raccontare la sua impossibilità di vivere. Gaia subisce gli eventi senza potere sottrarsi, come se lei fosse solo una spettatrice.

Il romanzo a tratti biografico, in questi casi, non è mai qualcosa di accessorio, perchè il nostro tempo è sempre più senza memoria, perchè la potenza della scrittura non è solo un generere letterario ma, una manifestazione suprema dell'esistenza, un potere che affonda le radici nel buio del corpo e nei più misteriosi decreti del destino individuale. 

Il romanzo di Caminito, L'acqua del lago non è mai così dolce, lo si potrebbe definire un ritratto. Ritratto verbale, ed anche ritratto fotografico. La differenza dell'immagine, può accogliere il tempo e dunque il divenire delle persone. Il tempo per entrambi di invecchiare e ancora tutti gli sforzi non servono a tenere il carrozzone della vita, ferma nel suo proposito, salvo che, disobbidendo alla sua natura, mentre tutto intorno a loro si sfascia e ricompone in forme imprevedibili.


 

venerdì 26 febbraio 2021

RECENSIONE "ALMA" by LE CLEZIO - RIZZOLI

Dallo scrittore Premio Nobel per la Letteratura

Alma

J.M.G. Le Clezio

Rizzoli 

Collana: La scala 

Prezzo: 20 € 

Pagine: 288 

Data di uscita: 16/02/2021

 

 

 

Il libro

Il pretesto che dalla Francia porta Jérémie Felsen a Mauritius è un sasso, perfettamente rotondo, appartenuto al padre, ma sotteso al viaggio c’è un bisogno antico di entrare in quell’isola lontana dove la sua famiglia, e tutti i suoi antenati, hanno vissuto. Su questo pezzetto di terra già mezza affondata dai traffici moderni, approdo dolce per il turista desideroso di lidi azzurri, Felsen si incammina in cerca di chi ha storie meno lievi da raccontare, di chi si muove con grazia tra i rumori sottili della foresta, di chi ancora ricorda che un tempo questo territorio era il regno incontrastato del dodo, uccello buffo e inadatto al volo, sterminato dai coloni.Romanzo di abbagliante bellezza, sorta di omaggio al luogo in cui lo stesso Le Clézio è nato è cresciuto, Alma è un avvicendarsi di quadri struggenti e voci solo apparentemente svigorite, ed è un memento. Perché sulle stesse spiagge che oggi accolgono i surfisti c’è stato un tempo, l’epoca d’oro della coltivazione della canna da zucchero, in cui “uomini, donne, ragazzini venivano scaraventati sulla sabbia, barcollanti, il corpo coperto di piaghe, tremanti di febbre e di paura, gli occhi strabuzzati per lo sgomento davanti al più bel paesaggio del mondo che presto sarebbe stato la loro tomba". Il mare di Mauritius, suggerisce Le Clézio, è un pezzo della nostra storia da cui serve farsi straziare.

J.M.G. Le Clezio

 è nato nel 1940 a Nizza. Nel 2008 gli è stato conferito il premio Nobel per la Letteratura, con la seguente motivazione: «Scrittore di nuove partenze, di avventura poetica, di estasi dei sensi, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civilizzazione regnante». Il catalogo BUR ospita gran parte dei suoi romanzi dagli anni Sessanta a oggi. 


RECENSIONE 

Navigare è una metafora, perchè in mare ci siamo tutti. Il romanzo di Le Clezio, esprime il carico di sofferenza che si portano dietro chiunque sia costretto a lasciare il proprio Paese e ad affrontare i rischi della traversata su imbarcazioni di fortuna, un'imquietudine universale, che travalica i confini storici e geografici. In questa isola Alma, i sogni e l'ombra sono i  migliori compagni.

Qui, su quest'isola, si sono mescolati tempi, sangui, vite e leggende, le avventure più celebri e gli istanti più ignoti, marinai, soldati, rampolli di buona famiglia e anche, contadini, operai, domestici, senza terra. Tutti questi nomi che nascono, vivono, muoiono, continuamente sostituiti, portati di generazione in generazione, una schiuma verde che ricopre uno scoglio semiemerso e scivola verso una fine tanto imprevedibile quanto inevitabile.

L'oceano si infilava dappertutto, la sua lingua trascinava con sè tutto ciò che poteva strappare, lacerare e portarsi via (...). Tanta acqua da far pensare che l'isola sprofondasse in mezzo al mare, e in effetti era diventato un mare, con una rara isola che emergeva qua e là dove prima cì'era il mondo.

Nel romanzo di Le Clezio, agiscono due forze: quella della natura e quella dell'amore degli abitanti in ostaggio dell'isola. Durante la lettura del romanzo, ho provato ad immaginare la strategia di ciascuno per sopravvivere, che cosa accade se viene a mancare ciò a cui siamo abituati, a partire dal cibo e dall'acqua potabile.

I nomi sono la polvere cosmica che mi ricopre la pelle, di cui sono cosparsi i miei capelli, nessun soffio può liberarmene. Di tutti questi nomi, di tutte queste vite, sono i dimenticati che mi stanno più a cuore,  gli uomini e le donne che le navi hanno rapito al di là dell'oceano, che hanno scaraventato sulle spiagge, abbandonato sui gradini scivolosi dei docks, poi alla sferza del sole e ai colpi di frusta. Non sono nato in questo Paese, non ci sono cresciuto, lo conosco appena, eppure in me avverto il peso della storia, la forza della sua vita, una specie di fardello che mi porto dovunque vada. Il mio nome è Jèrèmie Felsen. Prima ancora di pensarci, avevo iniziato il viaggio.

Le cicatrici di un'isola catturata dalla luce ha il potere di sconvolgere l'anima. Un'insieme coerente di immagini chiare, che trasmettono un significato magico ed edificante. Un'emozione piena di umanità.

Mio padre era, come si dice oggi, un emigrato della "diaspora", parola che non gli ho sentito pronunciare, esattamente come <<esilio>>.

Si arricchisce il filone letterario, su quale sia la migliore forma per occuparsi, in letteratura, di un tema ritenuto difficile, angosciante, eppure urgente su un presente lacerato. Il romanzo Alma di Le Clezio, non parla affatto del futuro, ma è completamente ancorato al nostro presente, insieme con quello, anch'esso attualissimo, della migrazione.

I rimpianti mio padre non li esprimeva a parole. Ma con gesti, oggetti, feticci. Come quel grosso sasso che si ostinava a conservare come una reliquia. Hai trovato un oggetto raro, è la pietra da ventriglio di un dodo. Visti il peso e le dimensioni, puoi immaginarti le dimensioni dell'uccello che portava questa pietra nel gozzo?

A partire da quel momento, ho saputo che nella mia vita quella pietra tonda avrebbe avuto un ruolo, e alla morte di mio padre è l'unica cosa che ho conservato. Qui il tempo smette di esistere. I secoli, hanno lavato, eroso, arato la terra, non possono esserci tracce. Non so che cosa aspetto, aspetto questo momento da molto tempo, dalla mia infanzia. Perchè riconosco questo odore? E' dentro di me da sempre, ereditato da mio padre, da mio nonno dai miei avi. E qui ho immaginato tante cose, o forse non ho capito niente, e la natura impietosa ha fatto il resto.

I turisti non vanno da nessuna parte, dove mai si potrebbe andare, su un'isola? Disegnano un ampio cerchio intorno ai quartieri, per ammazzare il tempo, per vivere l'avventura. Si fermano all'alba, quando tutto sarà esaurito, i soldi, le bottiglie di whisky e i sessi. 

Sono nati sotto queste medesime stelle, gli schiavi fuggitivi ricordano la notte della loro infanzia, borbottano un incantesimo, una preghiera nella loro lingua. Un cielo senza nome, senza figure, senza scienza. Un cielo silenzioso che beve la loro vita, respira il loro fiato. E' questo mormorio che sentivano, i fuggiaschi, e anche gli uccelli, ogni mattina, un canto insieme d'angoscia e di speranza. Ai fuggiaschi, quel mormorio ricordava l'inferno delle navi che li avevano condotti fino all'isola prigione.

Un'isola e una natura che hanno già intuito il loro destini, e che i paradisi non sono eterni, che prima o poi il male arriva, ha le sembianze di avventurieri cupidi e affamati, il male è arrivato sull'isola e li ammazzerà tutti, fino all'ultimo. Oggi, dormite grossi uccelli, scivolate verso i sogni, chiudete gli occhi sul mondo, ed entrate nella preistoria, voi gli ultimi abitanti di una terra che non ha mai conosciuto gli uomini!

Avevo visto quello che volevo vedere, la tratta degli schiavi, là dove venivano scaricati continuamente, e poi trasportati nelle piantagioni per essere venduti ai loro padroni. Aditi una vecchia abitante del luogo mi invita a ritornare e aggiunge: <<Tu puoi ritornare quando vuoi. Tu, cacciatore di uccelli. Tu, il giustiziere.

Marginalità è il tema secolare, rendendo possibile una espressività forte, fatta di ritmo e di fisicità, ed evidenziando anche come i problemi di migrazione e di sradicamento, di violenza, risuonino nella letteratura, identici ai lor negli anni e nel dolore.

Si tratta di un dramma sul quale i protagonisti possono specchiare le loro vicende. Jérémie Felsen, ha camminato tanto, tantissimo, nascondendosi nella foresta. Sopravvivere era molto difficile. Scappavo sempre da qualcosa, ero solo, così mi sono addentrato sempre più nella foresta. Ci sono momenti in cui non ho voglia di ricordare quello che è successo e il periodo che ho passato nella foresta. Ha attraversato il deserto scampando alle bande di mercanti di schiavi che lo volevano vendere alla morte. Tra canti corali, quasi un tappeto sonoro costante, Jérémie Felsen, racconta, la sua storia ed essa si riflette creando un cortocircuito tra la sua vita, il vissuto, e quello del personaggio rappresentato, tra realtà e passato, tra letteratura e immaginario.

E' il finale? <<Una volta che si è stesa una coperta di sabbia e di cenere su migliaia di corpi anonimi, si coltiva l'oblio>>.

giovedì 25 febbraio 2021

QUANTE INGIUSTIZIE SUI FEMMINICIDI. UCCIDERE UNA DONNA PUO' COSTARE COSI' POCO? LA STRAGE SULLE DONNE NON SI ARRESTA. PERCHE'?

QUANTE INGIUSTIZIE SUI FEMMINICIDI.

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UCCIDERE UNA DONNA PUO' COSTARE COSI' POCO?

 LA STRAGE SULLE DONNE NON SI ARRESTA. PERCHE'?

CHE IDEA TI SEI FATTO/A DEGLI UOMINI CHE AMMAZZANO LE DONNE?

 

Sconti di pena, agevolazioni durante la detenzione. Uccidere una donna può costare così poco? <<Non posso più stare a guardare: il dolore e lo strazio dei familiari>>. Secondo me, è utile una petizione per ottenere il reato di femminicidio e l'uso del braccialetto elettronico.


Molto spesso, vengono assegnati degli anni di carcere per reati di femminicidio. Poi, grazie ai benefici di legge, la pena si accorcia e, in pochi anni, l'assassino è un uomo libero. 

UCCIDERE UNA DONNA PUO' COSTARE COSI' POCO?

Finchè l'omicida godrà del rito abbreviato, le vittime di femminicidio non avranno la giustizia che meritano.

 LA STRAGE SULLE DONNE NON SI ARRESTA. PERCHE'?

CHE IDEA TI SEI FATTO/A DEGLI UOMINI CHE AMMAZZANO LE DONNE?

TI SUGGERISCO ALCUNE LETTURE

 


Matilde D'Errico

L’amore criminale

Einaudi



Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano.

Caroline Criado Perez
Invisibili
Einaudi 
Trilogia della città di K
 
Il grande quaderno. La prova. La terza menzogna. 
Hang Kang
ATTI UMANI
Adelphi

L'uomo è capace di violenza inaudita. Come può salvarsi?
 


 

Come si può scrivere dell'Invisibile?


Questo sentimento. E' odioso. Va preso sul serio e rispettato. E' come il buio. Bisogna imparare ad attraversarlo, notte dopo notte, pur avendone paura. E' una guerra di posizione sfiancante: il virus sta fuori, noi dentro. Lui si è preso i nostri giardini, le piazze, i cinema, i teatri, le biblioteche e noi per il momento dobbiamo aspettare, e odiarlo e sperare che non si sia infilato nei polmoni di nessuna persona amata e, in generale, di nessun altro che c'è divenuto caro pur senza averlo mai visto, senza aver mai sospettato della sua esistenza.

L'invisibile è riuscito in poche settimane in un capolavoro politico impensabile fino a qualche mese prima: siamo una stessa famiglia, l'umanità intera, e ci ammaliamo delle stesse malattie, e non possiamo più stare a casa, e proviamo a distrarci affidandoci di continuo, perchè concentrarci su chi siamo è doloroso.

L'invisibile, bisogna riconoscerlo: non manca di squarciare veli, il nostro nemico, e di mostrarci la bellezza che avevamo dimenticato (...). La vicinanza forzata di ciò che ami, ho scoperto, è motore irresistibile di fuga. Il fatto che abbia cominciato a detestare la mia stessa casa ne è la prova. Mio marito vuole tornare al lavoro. Non metto in dubbio il nostro amore reciproco, ma per nutrirlo occorrono distanza e separazione. Perchè il bisogno primario di un essere umano, subito dopo l'ossigeno è il desiderio. Il desiderio è diventato un dono, ciò che prima creava imbarazzo: la fragilità, la vecchiaia, l'avere bisogno degli altri. Ci sono tante cose che non rimpiango della società di prima.

mercoledì 17 febbraio 2021

UN CORSO PUO' CAMBIARCI LA VITA


Le ore al di fuori dal lavoro e dagli impegni quotidiani sono preziosissime. Impariamo dunque ad "usarle" per qualcosa di speciale.

Corsi creativi per imparare a svolgere un lavoro fuori dall'ordinario, o anche solo per accendere quella scintilla di immaginazione che rischia, con la routine di ogni giorno, di appannarsi completamente. Eppure l'intuizione è fondamentale per riuscire, sul lavoro come nelle altre cose della vita. Smarrirla a vantaggio di un modo di pensare e di vedere l'esistenza con occhi sempre uguali può quindi essere una grave perdita, soprattutto in termini di risorse e potenzialità che, così, rischiano di non vedere mai la luce.

I CORSI CREATIVI: TRA LAVORO E PASSIONE

I  corsi creativi che possono evitare una simile "sciagura" sono tanti, da quelli che assecondano la passione di una vita ai più professionalizzanti: modellato, dècoupage, ceramica creativa, pittura, scultura, origami, perfino seduzione, e ancora quelli per grafici, copywriter, web designer, scrittori, sceneggiatori, filmaker, attori, ecc. 

Poco importa, poi, che l'attività in questione si trasformi in un lavoro vero e proprio, almeno in riferimento ai primi corsi citati, quelli cioè molto più vicini alla categoria hobby. Ciò che conta, infatti, sarà solo l'energia che sapranno sprigionare, fosse pure per il semplice contsatto delle mani con la materia. Con i corsi "pratici"- anche se un pò tutti i corsi creativi possono definirsi tali - succede proprio così.


RECENSIONE "ISOLA DI SIRI RANVA" by HJELM JACOBSEN - IPERBOREA

 Un viaggio a ritroso verso l'unico posto che consideriamo casa.

Isola

Prima edizione: February 2018
pp. 256
Nazione: Danimarca
Traduzione di: Maria Valeria D'avino
Collana: Narrativa
Numero di collana: 290
Prezzo di copertina: € 17,00

«Siri Ranva Hjelm Jacobsen cattura il vago, l’indecifrabile, respira tra le parole, tra i personaggi, tra le generazioni. E cattura quel che c’è di più bello e di più doloroso: il rimpianto nel tempo.» Jón Kalman Stefánsson

 

Una giovane ragazza danese ha nostalgia di un’isola verde e impervia battuta dai venti del Nord, un’isola delle Faroe dove non ha mai vissuto ma che ha sempre sentito chiamare «casa», perché da lì emigrò la sua famiglia negli anni Trenta. Comincia così, dall’urgenza di riappropriarsi delle sue origini e di una cultura che ha ereditato ma non le appartiene, il suo viaggio di ritorno a Suðuroy, da cui nonno Fritz, pescatore dell’Artico, partì alla ricerca di un destino migliore, e nonna Marita, sognatrice irrequieta, fuggì verso il mondo e la modernità.

Un viaggio nella storia di una famiglia e di questo piccolo arcipelago sperduto nell’Atlantico, che è stato coinvolto nel secondo conflitto mondiale e nella guerra fredda e che ha lottato fieramente per una sua autonomia dalla Danimarca. Un viaggio nella memoria e nel mito che perdura in queste terre sospese nel tempo, tra le asprezze di una natura primigenia, dove ogni racconto di vita si colora di leggenda, dall’amore segreto tra Marita e Ragnar il Rosso, falegname filosofo e ribelle che chiama i gabbiani «i proletari del mare», alla roccia incantata nel giardino di zia Beate, che attira sciagure su chi prova a rimuoverla. 

Romanzo d’ispirazione autobiografica, scritto in una prosa poetica audace e distillata in immagini di rara forza evocativa, Isola è un canto d’amore alle Faroe e un racconto sulle ripercussioni intime dell’emigrazione, sul ruolo degli affetti e dei legami di sangue nell’identità di una persona, sul bisogno di radici o almeno di un’Itaca dell’anima, un posto che si possa chiamare casa.


RECENSIONE 

 Il pretesto che dall'Arcipelago delle Faroe, a nord dell'Atlantico, tra la Norvegia e l'Islanda. Un gruppo di isole di pescatori e pastori, battute dal gelo e dal vento: negli Anni'30, vediamo partire Maria, giovane donna, che spicca il volo verso nuovi orizzonti, verso la modernità, raggiungendo il fidanzato in Danimarca e lasciandosi alle spalle un pesante segreto. 

A raccontarci questa storia e quella della sua grande famiglia sarà la nipote, voce narrante di questo romanzo. Lei è cresciuta a Copenaghen, e dopo la scomparsa dei nonni, insieme ai genitori, torna in quei luoghi per avvicinarsi alle proprie radici. Ma sotteso al viaggio c’è un bisogno antico di entrare in quell’isola lontana dove la sua famiglia, e tutti i suoi antenati, hanno vissuto.

La ragazza si incammina in cerca di chi ha storie meno lievi da raccontare, di chi si muove con grazia tra i rumori sottili della foresta, di chi ancora ricorda che un tempo questo territorio era il regno incontrastato di una natura incontaminata, con il desiderio di capire il curioso senso di nostalgia che prova nonostante non sia mai vissuta su quella terra.

Romanzo di abbagliante bellezza, sorta di omaggio al luogo, l'Isola è un avvicendarsi di quadri struggenti e voci solo apparentemente svigorite, ed è un memento. Perché è un piccolo mondo chiuso, c’è stato un tempo, con una lingua distinta, un universo a sè in cui il tempo sembra quasi essersi fermato, uno spazio dove l'aspra natura si fonde con l'anima e il corpo di uomini, donne, ragazzini, alimentando miti e leggende, ospitando creature magiche e sfuggenti come le huldre, antiche regine dei boschi.

Andando a ritroso nella memoria, la protagonista ricostruisce la sua Odissea familiare, a partire dal nonno Fritz che non sopportando il freddo artico, la puzza di merluzzo e la pesca era fuggito per conquistarsi un destino migliore; i suoi due fratelli, uno bello come l'attore Cary Grant, l'altro di nome, Ragnar il Rosso, falegname ribelle, che invece aveva vissuto sull'isola tutta la sua vita, ma studiava la filosofia e la politica maxista. E poi le prozie, i loro figli, un mare di cugini, tutti legati fra di loro, non solo per questioni di sangue, ma ancor di più, per vivere in quelle terre impervie.

Entrambi i componenti della famiglia e i loro antenati, con gli occhi strabuzzati per lo sgomento davanti al più bel paesaggio del mondo che presto sarebbe stato la loro tomba". L'Isola di Siri Ranva,  suggerisce Hjelm Jacobsen, è un pezzo della nostra storia da cui serve farsi straziare.  

Citazione del libro

«Le isole più piccole possono nascere in una notte, e sparire in una notte. Laggiù, sotto il mare, tutte le terre emerse s'incontrano.»

 

 

 

 


martedì 16 febbraio 2021

RECENSIONE "BIANCANEVE NEL NOVECENTO" by MARILU' OLIVA - SOLFERINO

<<Nascere essere umani è naturale, è rimanere esseri umani che è eroico>>. 


Biancaneve nel Novecento

di Marilù Oliva

SOLFERINO

  • Lingua Italiano
  • Pagine 352
  • Anno 2021
  • Collana - Narratori
  • Prezzo di copertina 19 Euro 
     
     
     
     
     
     
    Il libro 
     

    Giovanni è un uomo affascinante, generoso e fallito. Candi è una donna bellissima che esagera con il turpiloquio, con l’alcol e con l’amore. E Bianca? È la loro unica figlia, che cresce nel disordinato appartamento della periferia bolognese, respirando un’aria densa di conflitti e di un’inspiegabile ostilità materna. Fin da piccola si rifugia nelle fiabe, dove le madri sono matrigne ma le bambine, alla fine, nel bosco riescono a salvarsi. Poi, negli anni, la strana linea di frattura che la divide da Candi diventa il filo teso su un abisso sempre pronto a inghiottirla. Bianca attraversa così i suoi primi vent’anni: la scuola e gli amori, la tragedia che pone fine alla sua infanzia e le passioni, tra cui quella per i libri, che la salveranno nell’adolescenza.

    Negli anni Novanta, infatti, l’eroina arriva in città come un flagello e Bianca sfiora l’autodistruzione: mentre sua madre si avvelena con l’alcol, lei presta orecchio al richiamo della droga. Perché, diverse sotto ogni aspetto, si somigliano solo nel disagio sottile con cui affrontano il mondo? È un desiderio di annullarsi che in realtà viene da lontano, da una tragedia vecchia di decenni e che pure sembra non volersi estinguere mai: è cominciata nel Sonderbau, il bordello del campo di concentramento di Buchenwald.

    Con una penna vibrante, intinta nella storia del Novecento e affilata da una profonda sensibilità per le umane lacerazioni e debolezze, Marilù Oliva disegna una vicenda incalzante che è anche una riflessione su quello che le famiglie non dicono, sulle ferite non rimarginate che si riaprono, implacabili, attraverso le generazioni. Un romanzo vivo e poetico, che dà voce al rimosso di un secolo.

    Marilù Oliva

    Autore


    MARILÙ OLIVA è scrittrice, saggista e docente di lettere. Ha scritto due thriller e numerosi romanzi di successo a sfondo giallo e noir. Ha co-curato per Zanichelli un’antologia sui Promessi Sposi, e realizzato due antologie patrocinate da Telefono Rosa, nell’ambito del suo lavoro sulle questioni di genere. Collabora con diverse riviste ed è caporedattrice del blog letterario Libroguerriero. Il suo libro più recente è L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (Solferino 2020).

    www.mariluoliva.net

     

    RECENSIONE

    Il romanzo affronta il tema di dover parlare di dare spazio alle donne. Sebbene siamo nel 2021 le differenze esistono, il tema è di attualità nel nostro Paese e anche all'estero. Soprattutto, il libro vuole mettere in mostra la conversazione, la posizione delle donne, in un periodo in cui si dice che essa è morta con i grandi maestri del Novecento, leggendo abbiamo scoperto che non è così. Anzi.

    C'è una grande forza nuova, in buona parte fatta da donne che stanno portando la regia, in un luogo di discussione. Spesso alle donne, non basta essere brave. 

    <<Devono avere qualcosa in più, qualcosa dato dalla ricerca di nuovi linguaggi che fondono la tradizione e si muovono in nuovi territori>>. I personaggi femminili del libro hanno questo valore.

    Le protagoniste, madre e figlia, Cadi e Bianca, sono capaci di evolvere con grande naturalezza, ma al contempo con profondo senso critico, l'unione dei linguaggi che fanno da ponte tra il secolo scorso e questo.

    E' proprio nella concentrazione di una ricerca di nuovi alfabeti che <<soprattutto nelle donne, abbiamo riscontrato un'esigenza, una necessità mai gratuita, mai legata a un bisogno puramente carrieristico, ma una sincera urgenza creativa>>.

    Ognuna di loro, <<racconta una storia diversa, dal postmoderno alla capacità di mettere le grammatiche del Novecento nella modernità. 

    Ma come è nata, Oliva, la scelta di questo libro? Marilù Oliva è l'esploratrice dei limiti. Si muove tra il reale e l'immaginario, in una continua esplorazione dei limiti. I passaggi del racconto, che in un attimo precipitano suggestioni e immagini insolite, sono caratteristiche del suo lavoro, della sua ricerca del mondo, interroga i rapporti tra corpo e oggetto, le strutture della narrazione, i conflitti tra società e storia.

    Biancaneve nel Novecento sta facendo molto discutere, romanzo nato sotto il segno della metamorfosi, della fusione tra il mondo della fiaba e il reale, tra i personaggi femminili e la loro evoluzione. La ricerca del linguaggio tra il viaggio interiore, il sogno e il concreto posto nel mondo è proseguito negli anni. Un repertorio che include, storie che attraverso i secoli, dal mito alla fiaba, visto come un viaggio nelle zone oscure della coscienza. Infine, il racconto interminabile, elaborato e complesso come una scatola cinese della figlia di Candi, Bianca.

    In Bianca si avverte il disagio di un corpo estraneo, quello che sta evolvendo dall'adolescenza alla giovane età adulta. La presenza di Bianca è una scommessa, vista la sua giovane età, ma nello stesso tempo è un valore aggiunto. Cioè prendersi cura di una giovane e segnalarne la qualità.

    Bianca mostra di avere un suo linguaggio fatto di cura, di delicatezza, ma anche di esplosione e provocazione, pur trattando temi universali e a volte scottanti. Un percorso che racconta l'esperienza del cambiamento fra corpo e mente, mettendo a fuoco diversi aspetti del disagio di vivere. Il disagio di una società che la contraddice, la ostacola, la soffoca, e la sua ricerca di uno spazio, una misura di personale adattamento alla realtà.

     

     

 

PASSIONE, SACRIFICIO, DEDIZIONE, COME SI VINCE LA SFIDA.


Buongiorno. Come si vince la sfida? Sul ring dei fornelli. Fare il cuoco o intraprendere la professione di chef è una sfida vincente.

E' il mestiere più ambito del momento. Ma come si fa a diventare un bravo/brava professionista? 

Ci sono sfifde ai fornelli che conquistano la tv e le foto su internet di food che invadono i social, lo chef è diventato/a una delle professioni più ambite del momento. Sfatiamo, però, i falsi miti: dietro a fama e ricchezza, ci sono fatica, sacrificio, dedizione.

Ma come si diventa un cuoco/a di successo? Iscrivendosi ad una scuola di cucina che instaura solide collaborazioni anche dal punto di vista della didattica. Ma soprattutto, con gli interessati, infatti, trovano un posto di lavoro,  dopo il conseguimento del titolo.

Tu sei fra questi cuochi o chef, che hanno sfidato e vinto la professione più ambita del momento?

Vuoi raccontarci la tua esperienza?

RECENSIONE "LA LINEA MADRE" by DANIEL SALDANA PARIS - CHIARELETTERE


LA LINEA MADRE

DANIEL SALDANA PARIS

CHIARELETTERE

 Traduttore G. Zavagna

Collana Narrazioni 

Pagine 208

Euro 16,00  













      

 “Con questo romanzo Daniel Saldaña París si è affermato come uno dei più eccezionali autori della sua generazione.”
El País


“Da non perdere.
Un autore che consiglio con tutto il cuore.”
Ottessa Moshfegh, The Guardian


“Il Philip Roth del Messico, ironico e introspettivo allo stesso tempo.”
Vulture


“Un romanzo spettacolare. La storia di una famiglia disfunzionale che sembra la culla della violenza messicana e la radice di tutti i pregiudizi.”
Sinembargo


“Il meglio della letteratura d’oltreoceano.”
ABC


A dieci anni, il figlio di Teresa crede che sua madre sia andata per qualche giorno in campeggio quando, nell’estate del 1994, lei lascia improvvisamente la loro casa di Città del Messico. Rimasto con la sorella maggiore e un padre assente, trascorre le sue giornate a giocare da solo e a cimentarsi compulsivamente con le figure perfette degli origami. Ma la madre non torna, e lui, come un piccolo detective, si mette a cercare gli indizi del suo allontanamento. Scoprirà che Teresa non era la madre che sembrava: dietro la sua scomparsa c’era il desiderio di scappare e unirsi ai rivoluzionari dell’esercito zapatista nel Sud del Paese. Con l’aiuto di un nuovo amico poco raccomandabile, il bambino intraprenderà un viaggio in pullman verso l’ignoto, determinato a rimettere insieme i pezzi del suo mondo in frantumi.
Più di vent’anni dopo, nella solitudine di un letto, ripercorrerà gli eventi di quella lontana estate, seguendo la linea dei ricordi nella speranza di far luce sulla propria vita e sui misteri che da bambino non ha saputo svelare in tempo.
Un viaggio attraverso la memoria e il desiderio, presente in ognuno di noi, di capire i rapporti che ci hanno segnati e le persone che siamo diventati. Una narrazione penetrante che dimostra come una singola famiglia e una sola infanzia, proiettate sullo sfondo della storia, possano rivelare il cuore nascosto di una nazione.

Daniel Saldaña París, poeta, saggista, romanziere, è nato a Città del Messico nel 1984. Nell’ambito della prestigiosa manifestazione letteraria britannica Hay Festival è stato inserito nelle classifiche México20 e Bogotá39 dei migliori autori contemporanei del Messico e di tutta l’America Latina. Il suo primo romanzo, "En medio de extrañas víctimas" (2013), è stato finalista al Best Translated Book Award negli Stati Uniti. Ha collaborato con “El País”, “The Guardian” e “Los Angeles Review of Books”, oltre che con numerosi periodici e quotidiani messicani. I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in America e in diversi Paesi europei.


RECENSIONE

Si apre con un antefatto il libro di Daniel Saldana Paris. 

<<Fà attenzione a tuo fratello, Mariana>>. Dopo queste parole, Teresa abbandona la sua famiglia un giorno di martedì, nell'estate del 1994. Con una frase agghiacciante, senza sentimentalismi che non le appartengono, esce di casa, lasciando il marito e due figli.

Per il figlio di dieci anni, la mamma è partita per il campeggio? Ma, perchè da sola? Perchè non ha portato anche a noi? In realtà, Teresa è scappata per inseguire un ideale politico cioè: unirsi ai rivoluzionari dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale, il movimento armto clandestino guidato dal Subcomandante Marcos, che proprio quell'anno inizia una guerriglia in Chiapas contro il governo messicano.

Da questa intro prende il via il nuovo romanzo La linea di mia madre di Daniel Saldana Paris, (Città del Messico, 1984), che in Italia è pubblicato da Chiarelettere.

Il suo racconto si snoda intorno a un nucleo familiare (e al contesto storico in cui vive), corrotto lentamente da un tarlo invisibile che ne sgretola dall'interno le relazioni. Il protagonista è un bambino, quando nel 1994, in classe i ragazzi organizzano una lotta con il passamontagna in testa per imitare gli insorti visti in tv. Oppure quando, attraverso gli origami, gioco che è la sua ossessione, il piccolo prova a dare forma a un trauma troppo grande per la sua età: 

<<Cercai di fare una pagoda di origami (..) era un foglio stropicciato, con pieghe che non restavano al loro posto. Se una famiglia di persone cinesi fatte di origami avesse vissuto nella mia pagoda, avrebbero sofferto molto. La madre origami sarebbe senz'altro scappata in Chiapas>>.

Il romanzo segue anche la storia messicana che nel 1994, il ragazzino aveva dieci anni, e la storia ruota intorno al quartiero di Colonia Educaciòn, Città del Messico, è lo stesso in cui è cresciuto ed è tutto il suo mondo, anche perchè l'autore viene da una famiglia all'epoca della scritura del romanzo molto vicina al movimento zapatista. Non è un romanzo autobiografico.

Il nucleo principale del romanzo è l'anno 1994, perchè è perno della recente storia messicana: <<Non solo per l'insurrezione zapatista ma anche perchè fu firmato il Nafta (il trattato per il libero scambio stipulato tra Usa, Canada e Messico), e perchè fu assassinato a Tijuana il candidato alla presidenza Luis Donaldo Colosio>>, che rappresentava il Pri, il Partito Revolucionario Institucional.

Attraverso la storia di questa famiglia, su come i legami di sangue definiscano gli individui e su come il contesto sociale possa deteriorare questi rapporti, l'autore precisa l'importanza di quell'anno:

<<che ha segnato la mia generazione>>. <<Ho usato questo romanzo per riconnettermi con la mia infanzia, attingendo ai ricordi di quel periodo. Ma anche perchè volevo scrivere un racconto nel solco di quella tradizione: un momento chiave della nostra storia, attraverso gli occhi di un bimbo. Anche io ero un bambino, allora, e a un certo punto ho sentito che mancava un approccio generazionale a quell'epoca>>.

Dalla lettura del libro, conosciamo il protagonista attraverso il racconto dela memoria: l'adulto che è diventato ha bisogno di raccontare la sua storia, perchè è rimasto intrappolatro nell'infanzia. Incastrato in una solitudine mai colmata, attraverso un percorso a ritroso nel ricordo, cerca di capire il senso della sua persona, l'abbandono, l'isolamento, la memoria.

Non ha un nome il figlio di Teresa. E nemmeno suo padre. Solo i personaggi femminili hanno diritto: Teresa, intelligente, combattiva, studentessa di Scienze politiche, abbandona gli studi per un'inattesa maternità. Resta per tutta la vita aggrappata ai suoi ideali, lotta contro i pregiudizi femminili che il suo Paese, e suo marito approvano,

 <<voleva sottomettere quell'indipendenza con il giogo del matrimonio e della maternità (...), come l'entomologo di cui si innamoradel volo di una farfalla e decide di infilzarle uno spillo nella pancia. Le impongono perchè stia al suo posto>>.

E Marianna, la figlia adolescente, stesso carattere della madre, stesso rancore verso il padre. Sono i personaggi femminile a scrive la trama che la Storia che li attraversa.


lunedì 15 febbraio 2021

RECENSIONE "LE CONSEGUENZE DEL CUORE" by PETER CUNNINGHAM - SEM

Una storia epica di passione e destino, di vigliaccheria e coraggio, di adulterio e omicidio. Una grande storia d’amore che attraversa decenni, conflitti e generazioni.

Le conseguenze del cuore

Peter Cunningham

SEM EDITORE

  • Pagine: 432 pp
  • Prezzo: 18,00€

 

 

 

 

 

Il libro

Monument, Irlanda, anni Trenta. Tra Chud Conduit e Jack Santry, due ragazzi provenienti da classi sociali diverse, nasce un’improbabile amicizia perché si innamorano entrambi della stessa donna, la bellissima Rosa Bensey. È figlia dell’allibratore della città, il quale preferirebbe Jack, il più ricco, come genero. I due amici, in nome dell’amore provato per Rosa, si rendono complici di un crimine terribile, che scaraventa i tre ragazzi fuori dalla loro spensierata adolescenza. L’inizio della Seconda guerra mondiale porta Chud e Jack ad arruolarsi, ma prima di partire i due si affidano alla sorte e al lancio di una moneta per stabilire chi sposerà Rosa. Quel gesto determinerà il resto delle loro esistenze: Jack e Rosa si sposeranno e Chud diventerà il loro “buon amico”. Durante lo sbarco degli alleati, i due giovani raggiungono le spiagge della Normandia, consapevoli che i loro destini sono ormai legati in un triangolo amoroso più forte delle convenzioni sociali e della legge. Il futuro ha in serbo però altre sorprese, tra le quali il tentativo di ricatto di un ex commilitone di Jack che nel dopoguerra lo accuserà di codardia. Opera di uno dei migliori scrittori irlandesi di oggi, Le conseguenze del cuore è una storia epica di passione, adulterio e coraggio, che attraversa diverse generazioni. Un romanzo potente e di sensuale lirismo, dall’umorismo frizzante, che evoca scene di guerra con impressionante realismo e indaga temi universali come l’amicizia, l’amore e la perdita.

Cunningham, Peter

Peter Cunningham (Waterford, 1947) è uno dei maggiori scrittori irlandesi viventi. Autore di dieci romanzi, ha vinto numerosi premi tra cui, nel 2013, il Prix de l’Europe con il libro Il mare e il silenzio. È membro dell’Accademia Irlandese delle Lettere. Le conseguenze del cuore (SEM, 2019) fa parte di un ciclo di romanzi ambientati a Monument, versione di fantasia della città portuale di Waterford.

RECENSIONE 

E' il racconto di una grande storia d'amore e l'epopea di una cittadina attraverso oltre sessant'anni del Novecento, incrociando, come nella miglior tradizione romanzesca, una vicenda privata con una storia.

Negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale, l'adolescente Chud, cresciuto dalla <<fiera e coraggiosa>> nonna Mabel Church, si innamora di Sara, figlia dell'allibratore Paddy Bensey, amico e corteggiatore di Mabel. La ragazza sembra ricambiarlo, ma tra loro c'è Jack Santry, rampollo della più antica e illustre famiglia di Monument. I tre passano oziose estati nel <<loro Delaware>>, un luogo sul fiume lontano dagli occhi di tutti, finchè un giorno del 1938 Chud sorprende il giovane Bruno a spiare Rosa nuda e l'incanto finisce. La ragazza è terrorizzata all'idea di essere svergognata agli occhi del padre e poco dopo Bruno viene trovato morto. 

Chud, accusato dell'omicidio, grazie alla nonnaevita il carcere e viene affidato a una congregazione di preti dove gli abusi sui ragazzi sono all'ordine del giorno, Jack è mandato in Inghilterra e Rosa si rinchiude in un convento. Tornato libero tre anni dopo, il giovane si arruola nell'esercito, dove ritrova Jack, ufficiale del genio reale come da tradizione di famiglia.

L'immagine di Rosa continua a ossessionare Chud perfino durante i febbrili preparativi dell'invasione alleata in Normandia. Il giorno dello sbarco, affidato a scene di respiro epico e grande impatto visivo, Chud e Jack sono in prima linea, attraverso la morte <<accampata sulle spiagge>>e ne escono irrimedialbilmente segnati. 

Il primo ferito, resta a lungo lontano da Monument e al suo ritorno trova gli amici già sposati: Rosa, più che a Jack, insignito nel frattempo della Croce Militare, non ha saputo rinunciare al fascino di Main, la grandiosa dimora dei Santry. Ma Jack è depresso, beve e la donna torna a pensare a Chud, che nel frattempo si è sposato. Di lì a poco diventano amanti sotto lo sguardo condiscendente dello stesso Jack, in un triangolo inossidabile e scellerato, incurante del resto del mondo.

Oggetto di inevitabili chiacchere, i tre non ammettono intrusioni, sopraffatti da un desiderio perversamente alimentato dalla distanza e da un equivoco bisogno di reciproca devozione: il <<codice Delaware>>, come lo chiama Chud, modella da quel momento in poi le loro esistenze a qualunque prezzo, perfino la vita altrui.

Le conseguenze del cuore, uscito in lingua originale nel 1998, racconta una storia d'amore, passione e adulterio ad alto tasso di erotismo, di viltà e violenza, di ossessione per il gioco d'azzardo, di un malinteso codice d'onore e avatici privilegi, di vita e destino in cui la vendetta prevale sulla giustizia, sempre fatalmente tardiva.

Attorno alla vicenda principale, Cunningham tesse le fila di episodi e personaggi con grande felicità narrativa: i nonni di Chud, lui medico impegnato giorno e notte a visitare malati e a far venire al mondo le nuove generazioni di Monument, lei splendida ventunenne conosciuta a bordo di uno yacht, poi giovane vedova dall'eccezionale fiuto per gli affari e istituzione per l'intera comunità; della mamma di Chud, Hilda, secondogenita di tredici figli, <<sorda, o meglio distratta>>, messa incinta da un marinaio italiano salpato dopo le finte nozze celebrate a bordo; della moglie e della figlia di Chud, uccisa bambina da un tumore; di Paddy Bensey, padre ambizioso di Rosa con il demone per le scommesse; del soldato Speechley, invalido di guerra per la viltà del suo comandante; del figlio di Jack e Rosa, Kevin, bambino traumatizzato dall'adulterio della madre e poi adulto ossessinato dal successo di sua moglie, che con Chud ha un vecchio conto da saldare, e della loro figlia Annabel; della giornalista statunitense Bridge, che a Clud ispira l'idea dei raccoglitori; di molti altri personaggi minori ritratti con rapide ma efficaci pennellate, tutti per lo più incapaci di guardare oltre l'orizzonte dell'interesse personale o di casta. 

 

 

giovedì 11 febbraio 2021

PUBBLICA COMPLETAMENTE LA TUA ATTIVITA' ONLINE CON L'AIUTO DI QUESTA FORMAZIONE SUL GROWTH HACKING




PUBBLICA COMPLETAMENTE LA TUA ATTIVITA' ONLINE  
CON L'AIUTO DI QUESTA FORMAZIONE SUL GROWTH HACKING 
 
Buongiorno. The Complete 2021 Growth Hacker Bundle offre agli imprenditori 
il playbook per una strategia di marketing che può mostrare grandi dividendi 
velocemente, anche con budget limitati.
 
 A prima vista, è facile liquidare la pirateria informatica come un altro 
termine per le iniziative di marketing più tradizionali. Si tratta di 
raggiungere il pubblico e aumentare le vendite, quindi da questo punto di 
vista il growth hacking è marketing.
  
Ma una volta che grattate la superficie, non ci vuole molto esame per vedere 
che il growth hacking è un po 'più che acquistare annunci e pubblicare su 
Facebook. È un approccio mirato e altamente focalizzato per testare e 
analizzare le strategie di crescita per produrre grandi rendimenti quasi 
immediatamente.
 
Ehi, se tutti potessero aumentare i loro profitti in poche settimane senza 
spendere quasi nulla, lo farebbero tutti, giusto? Non proprio. Perché non è 
così semplice, come dimostra la formazione in The Complete 2021 Growth Hacker 
Bundle ($ 39,99, oltre il 90% di sconto, da TNW Deals). 
La raccolta riunisce 13 diversi corsi e quasi 50 ore di formazione che si 
concentrano su come utilizzare strumenti come campagne sui social media, 
SEO e persino vecchi standbys come l'email marketing per creare un approccio 
strutturato agli utenti in crescita, generando ritorni e dando il tuo 
operazione il suo colpo migliore al successo veloce.
 
La spina dorsale di qualsiasi campagna di marketing è la divulgazione, il che 
significa che devi entrare in contatto con la tua cerchia di potenziali 
clienti per vedere cosa funziona e cosa no.
 
Corsi come Email Marketing: Ottieni i tuoi primi 1.000 abbonati e-mail e 
Email Marketing: Come costruire un elenco e-mail di clienti aiutano gli 
imprenditori ad agganciare gli utenti e convincerli ad aderire come abbonati, 
formare offerte interessanti che spronano quegli abbonati a diventare clienti 
e come fare tutto senza ricorrere a tattiche sgradevoli come lo spam.
 
La SEO Training Masterclass insegna non solo le basi delle parole chiave e il 
loro ruolo nel metterti in cima ai risultati di ricerca di Google, ma offre 
anche un'esplorazione pratica e in tempo reale delle strategie utilizzate 
dalle principali agenzie SEO per costruire un successo immediato nella 
ricerca.
 
Infine, poiché ogni piattaforma di social media ha la sua atmosfera, le sue 
procedure e il suo pubblico distinto, una manciata di corsi si tuffano in 
ciascuno, offrendo tattiche che hanno trovato risultati comprovati per gli 
utenti. Da Facebook, Instagram e Twitter a LinkedIn, Pinterest e Craigslist, 
questa formazione spiega come utilizzarli al massimo per trovare il vantaggio 
extra di cui hai bisogno per la tua attività.
 
Il pacchetto Complete 2021 Growth Hacker offre quasi $ 2.600 di conoscenza 
interna del marketing, ma è ora disponibile per circa $ 3 per corso, solo 
$ 39,99.

I prezzi sono soggetti a variazioni.