sabato 6 febbraio 2021

RECENSIONE "L'INCANTO DEL PESCE LUNA" by ADE ZENO - BOLLATI BORINGHIERI

Ade Zeno

L’incanto del pesce luna

 BOLLATI E BORINGHIERI

CollanaVARIANTI
Anno 2020
N° di pagine 192


 

 

Il libro

Gonzalo fa un mestiere insolito. Impiegato come cerimoniere presso la Società per la Cremazione di una grande città, si occupa di organizzare e presiedere funerali laici nella Sala del Commiato dell’antico Cimitero Monumentale. Nel corso dei dodici anni passati al Tempio Crematorio gestisce con passione e professionalità migliaia di riti funebri.
È sposato con Gloria, conosciuta fra i banchi universitari, e ha una figlia, l’adoratissima Inés, che all’età di otto anni cade in uno stato di coma profondo a causa di una misteriosa malattia. Confinato fra le mura di una stanza d’ospedale, il destino di Inés è appeso a un filo. Tra padre e figlia si instaura un dialogo silenzioso, fatto di presenza e di musiche ascoltate insieme. Tra queste, le canzoni e il tip tap di Gene Kelly, l’unico in grado di indurre sulle palpebre di Inés quello che sembra un accenno di vitalità.
La speranza, sempre più labile, di trovare una cura in grado di svegliarla, un giorno viene inaspettatamente riaccesa da Malaguti, uomo equivoco e affascinante che propone a Gonzalo di lavorare per lui, o meglio per la sua anziana padrona. In cambio della promessa di ricoverare Inés in una clinica esclusiva, Gonzalo  abbandona la vecchia occupazione per passare alle dipendenze della Signorina Marisòl.
Capostipite di una potente famiglia, la donna vive in una grande villa in collina, senza mai uscire dalla sua camera da letto. Il suo aspetto è quello di una nonnina decrepita, ma una volta alla settimana la sua natura mostruosa le impone di divorare carne umana. Ormai troppo debole per procacciarsi cibo da sola, ha bisogno di un assistente in grado di cercare e condurre da lei le vittime sacrificali.
L’impresa non è semplice, gli ostacoli sono molti, e Gonzalo dovrà fare i conti non soltanto con il desiderio di salvare la figlia, ma anche con il bisogno di redimersi. E sarà proprio l’anziana Marisòl ad aprirgli gli occhi, insinuando il dubbio che anche lui sia un mostro come lei, come tanti, e come tutti illuso che i semi della mostruosità dimorino sempre altrove.
L’incanto del pesce luna è un romanzo di una forza visionaria fuori dal comune. Ha il cinismo più feroce, ed è al contempo gravido di delicatezza e commozione. Ade Zeno, tra i migliori narratori italiani della sua generazione, ha scritto un libro spericolato e malinconico sul confine tra ciò che conosciamo e ciò che ci spaventa. Tra quelli che sono i morti ancora vivi, e i vivi che hanno smesso di esserlo da un po’. Tra i mostri che escono allo scoperto, e quelli che dicono di essere normali.

RECENSIONE 

L'incanto del pesce luna è il terzo romanzo di Ade Zeno. Si apre con una frase spiazzante, che disturba: <<Quello con la faccia da scimmia varcando la soglia di una stanza da cui non tornerà. Cos'è, uno scgerzo? No, non lo è per lui nè per chi legge, nè per altri che grottescamente travestiti vengono accompagnati a farsi, letteralmente, sbranare dalla ricchissima e anziana Signorina Marisòl>>. 

Dopo arriva Caronte sui generis che valuta le vittime (scelte tra dimenticati della società). Nessuno le ha preparate ad aspettare la morte, promettendo loro trasgressione o sedandole, le traveste e le sacrifica ogni settimana <<nel piccolo inferno>> del quale è custode stipendiato.

Il protagonista si chiama Gonzalo, cinquant'anni, laureato in Letteratura comparate, e dopo aver lavorato a lungo come cerimoniere nel Tempio Crematorio della città ha accettato il segreto e crudele incarico. Lo ha fatto per un motivo: mantenere in vita la figlia Ines, da anni in coma, con le costose cure della clinica Villa Marisòl di proprietà dell'anziana. 

In questo nero dramma Gonzalo è solo, anche perchè la moglie Gloria, dopo aver scoperto il suo lavoro, non gli ha rivolto più la parola. Le uniche ore sottratte con ostinazione nel lento tramonto che rimangono alla figlia, sono accompagnate, da due canzoni tratte da "Cantando sotto la pioggia" (Singin' in the Rain, 1952 di Staney Donen e Gene Kelly).

Poi la memoria, i ricordi, ripescati dal ripostiglio della memoria. E' uno di quei ricordi che si mescolano con ricordi toccanti che il mondo si rimette in moto, incrociando Maylis, una giovane infermiera con cui Gonzalo rompe il silenzio, raccontandole la favola che dà il titolo al libro, l'ultima che aveva raccontato alla figlia prima del lungo sonno.

La storia del <<Re Tristezza>>, fanciullo solitario che incontra, <<il pesce luna>>, fragile, ma pronto a fidarsi di chi ha il coraggio di custodirlo, è l'immagine di un'ultima possibilità di salvezza: illumina il personaggio di Gonzalo e, nelle pagine del romanzo, annuncia quello che avverrà. 

Ad un certo punto la storia cambia <<diventa inquieta>>. Entra in scena Adolfo Lentini, giornalista d'inchiesta e dandy, che sospetta i loschi traffici umani della clinica e che spingerà Gonzalo a uscire allo scoperto, dall'altro lato si approfondisce il legame tra il protagonista e la Signorina Marisòl.

Sarà lei, da anni taciturna, a raccontargli della sua primordiale e istintiva malattia, <<la fame>>, facendo intendere a Gonzalo che anche lui, per aver accettato di servirla, probabilmente la cova.

Il romanzo "L'incanto del pesce luna" è un romanzo sulla morte, ma anche sul distacco, sulle scelte dell'esistenza, indaga quella stretta di Gonzalo che affonda nel buio, anche se i due, personaggi: Gonzalo e l'infermiera, seguono percorsi opposti, si ritroveranno alleati, nelle pagine finali.

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