martedì 16 febbraio 2021

RECENSIONE "LA LINEA MADRE" by DANIEL SALDANA PARIS - CHIARELETTERE


LA LINEA MADRE

DANIEL SALDANA PARIS

CHIARELETTERE

 Traduttore G. Zavagna

Collana Narrazioni 

Pagine 208

Euro 16,00  













      

 “Con questo romanzo Daniel Saldaña París si è affermato come uno dei più eccezionali autori della sua generazione.”
El País


“Da non perdere.
Un autore che consiglio con tutto il cuore.”
Ottessa Moshfegh, The Guardian


“Il Philip Roth del Messico, ironico e introspettivo allo stesso tempo.”
Vulture


“Un romanzo spettacolare. La storia di una famiglia disfunzionale che sembra la culla della violenza messicana e la radice di tutti i pregiudizi.”
Sinembargo


“Il meglio della letteratura d’oltreoceano.”
ABC


A dieci anni, il figlio di Teresa crede che sua madre sia andata per qualche giorno in campeggio quando, nell’estate del 1994, lei lascia improvvisamente la loro casa di Città del Messico. Rimasto con la sorella maggiore e un padre assente, trascorre le sue giornate a giocare da solo e a cimentarsi compulsivamente con le figure perfette degli origami. Ma la madre non torna, e lui, come un piccolo detective, si mette a cercare gli indizi del suo allontanamento. Scoprirà che Teresa non era la madre che sembrava: dietro la sua scomparsa c’era il desiderio di scappare e unirsi ai rivoluzionari dell’esercito zapatista nel Sud del Paese. Con l’aiuto di un nuovo amico poco raccomandabile, il bambino intraprenderà un viaggio in pullman verso l’ignoto, determinato a rimettere insieme i pezzi del suo mondo in frantumi.
Più di vent’anni dopo, nella solitudine di un letto, ripercorrerà gli eventi di quella lontana estate, seguendo la linea dei ricordi nella speranza di far luce sulla propria vita e sui misteri che da bambino non ha saputo svelare in tempo.
Un viaggio attraverso la memoria e il desiderio, presente in ognuno di noi, di capire i rapporti che ci hanno segnati e le persone che siamo diventati. Una narrazione penetrante che dimostra come una singola famiglia e una sola infanzia, proiettate sullo sfondo della storia, possano rivelare il cuore nascosto di una nazione.

Daniel Saldaña París, poeta, saggista, romanziere, è nato a Città del Messico nel 1984. Nell’ambito della prestigiosa manifestazione letteraria britannica Hay Festival è stato inserito nelle classifiche México20 e Bogotá39 dei migliori autori contemporanei del Messico e di tutta l’America Latina. Il suo primo romanzo, "En medio de extrañas víctimas" (2013), è stato finalista al Best Translated Book Award negli Stati Uniti. Ha collaborato con “El País”, “The Guardian” e “Los Angeles Review of Books”, oltre che con numerosi periodici e quotidiani messicani. I suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in America e in diversi Paesi europei.


RECENSIONE

Si apre con un antefatto il libro di Daniel Saldana Paris. 

<<Fà attenzione a tuo fratello, Mariana>>. Dopo queste parole, Teresa abbandona la sua famiglia un giorno di martedì, nell'estate del 1994. Con una frase agghiacciante, senza sentimentalismi che non le appartengono, esce di casa, lasciando il marito e due figli.

Per il figlio di dieci anni, la mamma è partita per il campeggio? Ma, perchè da sola? Perchè non ha portato anche a noi? In realtà, Teresa è scappata per inseguire un ideale politico cioè: unirsi ai rivoluzionari dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale, il movimento armto clandestino guidato dal Subcomandante Marcos, che proprio quell'anno inizia una guerriglia in Chiapas contro il governo messicano.

Da questa intro prende il via il nuovo romanzo La linea di mia madre di Daniel Saldana Paris, (Città del Messico, 1984), che in Italia è pubblicato da Chiarelettere.

Il suo racconto si snoda intorno a un nucleo familiare (e al contesto storico in cui vive), corrotto lentamente da un tarlo invisibile che ne sgretola dall'interno le relazioni. Il protagonista è un bambino, quando nel 1994, in classe i ragazzi organizzano una lotta con il passamontagna in testa per imitare gli insorti visti in tv. Oppure quando, attraverso gli origami, gioco che è la sua ossessione, il piccolo prova a dare forma a un trauma troppo grande per la sua età: 

<<Cercai di fare una pagoda di origami (..) era un foglio stropicciato, con pieghe che non restavano al loro posto. Se una famiglia di persone cinesi fatte di origami avesse vissuto nella mia pagoda, avrebbero sofferto molto. La madre origami sarebbe senz'altro scappata in Chiapas>>.

Il romanzo segue anche la storia messicana che nel 1994, il ragazzino aveva dieci anni, e la storia ruota intorno al quartiero di Colonia Educaciòn, Città del Messico, è lo stesso in cui è cresciuto ed è tutto il suo mondo, anche perchè l'autore viene da una famiglia all'epoca della scritura del romanzo molto vicina al movimento zapatista. Non è un romanzo autobiografico.

Il nucleo principale del romanzo è l'anno 1994, perchè è perno della recente storia messicana: <<Non solo per l'insurrezione zapatista ma anche perchè fu firmato il Nafta (il trattato per il libero scambio stipulato tra Usa, Canada e Messico), e perchè fu assassinato a Tijuana il candidato alla presidenza Luis Donaldo Colosio>>, che rappresentava il Pri, il Partito Revolucionario Institucional.

Attraverso la storia di questa famiglia, su come i legami di sangue definiscano gli individui e su come il contesto sociale possa deteriorare questi rapporti, l'autore precisa l'importanza di quell'anno:

<<che ha segnato la mia generazione>>. <<Ho usato questo romanzo per riconnettermi con la mia infanzia, attingendo ai ricordi di quel periodo. Ma anche perchè volevo scrivere un racconto nel solco di quella tradizione: un momento chiave della nostra storia, attraverso gli occhi di un bimbo. Anche io ero un bambino, allora, e a un certo punto ho sentito che mancava un approccio generazionale a quell'epoca>>.

Dalla lettura del libro, conosciamo il protagonista attraverso il racconto dela memoria: l'adulto che è diventato ha bisogno di raccontare la sua storia, perchè è rimasto intrappolatro nell'infanzia. Incastrato in una solitudine mai colmata, attraverso un percorso a ritroso nel ricordo, cerca di capire il senso della sua persona, l'abbandono, l'isolamento, la memoria.

Non ha un nome il figlio di Teresa. E nemmeno suo padre. Solo i personaggi femminili hanno diritto: Teresa, intelligente, combattiva, studentessa di Scienze politiche, abbandona gli studi per un'inattesa maternità. Resta per tutta la vita aggrappata ai suoi ideali, lotta contro i pregiudizi femminili che il suo Paese, e suo marito approvano,

 <<voleva sottomettere quell'indipendenza con il giogo del matrimonio e della maternità (...), come l'entomologo di cui si innamoradel volo di una farfalla e decide di infilzarle uno spillo nella pancia. Le impongono perchè stia al suo posto>>.

E Marianna, la figlia adolescente, stesso carattere della madre, stesso rancore verso il padre. Sono i personaggi femminile a scrive la trama che la Storia che li attraversa.


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