Del romanzo di Tolstoj (scrittore russo vissuto dal 1828 al 1910) Guerra e pace si sono date le più varie definizioni: si è detto che Guerra e pace (pubblicato nel 1868 - 69) è un romanzo storico ed epico, in quanto in esso viene celebrata l'epopea del popolo russo, capace di trionfare dopo una lunga ed estenuante guerra sui tentativi imperialistici di Napoleone: e certo il romanzo è un affresco ricco e vivo della Russia all'inizio del secolo XIX e in particolare degli anni che vanno dal 1805 al 1812, e si basa anche su un'accurata ricostruzione storica. 

Si è definito Guerra e pace un romanzo sociale, poichè esso ein particolare nella figura di uno dei protagoniti, Pierre Bezuchov, Tolstoj incarna la sua ideologia di atistocratico progressista ed illuminato, che cerca di sviluppare i valori etici di cui il popolo, a suo parere, è il vero portatore: ideologia che Tolstoj stesso cercò di tradurre in realtà nella sua tenuta di Jasnaja Poljana con la sua famosissima scuola per i figli dei contadini.
Guerra e pace è poi, indubbiamente, un romanzo psicologico: tutti i personaggi del romanzo sono indagati, per così dire, dall'interno, con una estrema attenzione ai loro sentimenti, alla loro storia, che ci fa avvicinare per certi aspetti Tolstoj a Manzoni; i personaggi di Tolstoj, anche quelli minori, sono "vivi", non generati da pure esigenze di intreccio o da un'astratta concettualità, ma rappresentati nelle loro specifiche caratteristiche individuali (e infatti a proposito di Guerra e pace si parla anche di romanzo realistico). 

La difficoltà di inserire Guerra e pace in una precisa categoria del romanzo dipende non già dal fatto che quest'opera in quattro libri, per un totale di 1500 pagine, sia, come ebbe a dire un altro scrittore russo, Turgenev, un <<elefante>>; questo è invece testimonianza della sua ricchezza tematica. 

Il problema è, semmai, quello di trovare una chiave di lettura unitaria: che può, forse, essere individuata nella ricerca di un significato etico, morale nella vita, ricerca che è propria di tutti i personaggi positivi del romanzo e in cui si riflette la visione della vita di Tolstoj stesso. 

La ricerca di una felicità che, come dice nella sua prefazione al romanzo Leone Ginzburg, è esplicitamente <<terrena, tranquillo e armonico appagamento delle esigenze insite nel temperamento di ognuno>>.

Tale felicità viene raggiunta attraverso un faticoso processo di formazione ed autoperfezionamento morale, che, proprio perchè i personaggi di Tolstoj sono "vivi" e veritieri, conosce deviazioni, ma giunge infine al suo compimento, ad un epilogo che può essere tradizionalmente "lieto" (come avviene per Nataša e Pierre) o anche tragico (come avviene per il pricipe Andrej), ma che non lascia mai senza risposta le domande esistenziali dei personaggi. 

Come appare chiaro nel primo brano del romanzo Natašcia al ballo, Tolstoj ha poi una capacità e un interesse del tutto particolari nel descrivere i personaggi che, per età o per condizioni sociali, vivono in uno stato che potremmo definire naturale, sono semplici, ingenui, pieni di attese per la loro vita futura: è questo il caso di Nataša Rostova, la protagonista del romanzo, che ci viene qui presentata a sedici anni, mentre partecipa, piena di gioia, ma anche timorosa di quanto la attende, al suo primo ballo, nell'ambienteformale e piuttosto superficiale dell'aristocrazia russa. 

Al ballo a Nataša verrà presentato da un amico di famiglia, il conte Pierre Bezuchov (che avrà poi una parte importante nella storia), il principe Andrej Bolkonskij, uomo di grande fascino, provato dalla immatura morte della moglie: tra i due si svilupperà subito un sentimento di reciproca attrazione, destinato a trasformarsi in amore.