lunedì 12 febbraio 2018

GUERRA E PACE - IL PRINCIPE ANDREJ ALLA BATTAGLIA DI AUSTERLITZ - LEV TOLSTOJ - EINAUDI


Lev Tolstoj


Guerra e pace

2014
ET Classici
pp. 1528
€ 26,00
ISBN 9788806222550

Introduzione di Pier Cesare Bori
Prefazione di Leone Ginzburg
 
In due volumi.
Introduzione di Pier Cesare Bori
Prefazione di Leone Ginzburg
In due volumi.

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«È magnifico. Che pittore e che psicologo!»

Gustave Flaubert
Altre edizioni: Guerra e pace. 2014. ET Classici

La piú autentica epopea narrativa della letteratura moderna. Sullo sfondo della crisi europea degli inizi dell'Ottocento, si intrecciano le vicende dei membri di due famiglie dell'alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, fra i quali emergono le figure di Natasha Rostova, Andrej Bolkonskij e Pierre Bezuchov. Tolstoj accompagna i tre protagonisti, simboli dell'armonia del mondo, attraverso balli, battaglie, matrimoni, morti, partecipando direttamente alle loro inquietudini e dando voce ai moti interiori del cuore.

Traduzione di Enrichetta Carafa D'Andria. Prefazione di Leone Ginzburg. Con un'introduzione di Pier Cesare Bori, una nota biobibliografica e un indice storico.

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«È fondamentale in Guerra e pace, la differenza fra personaggi storici e personaggi umani. I personaggi umani - si tratti di Natasha, di Pierre, del principe Andrej, o anche dei piú insignificanti - amano, soffrono, sbagliano, si ricredono, cioè in una parola, vivono; mentre gli altri sono condannati a recitare una parte che non è scritta da loro, anche se tutti s'immaginano di improvvisarla. Guerra è il mondo storico, pace il mondo umano. Il mondo umano interessa ed attrae particolarmente Tolstoj soprattutto perché egli è convinto che ogni uomo - di ieri, di oggi, di domani - valga un altro uomo...»

Leone Ginzburg


SINOSSI



  "E fondamentale in 'Guerra e pace', la differenza fra personaggi storici e personaggi umani. I personaggi umani - si tratti di Natasa, di Pierre, del principe Andrej, o anche dei più insignificanti - amano, soffrono, sbagliano, si ricredono, cioè in una parola, vivono; mentre gli altri sono condannati a recitare una parte che non è scritta da loro, anche se tutti s'immaginano di improvvisarla. Guerra è il mondo storico, pace il mondo umano. Il mondo umano interessa ed attrae particolarmente Tolstoj soprattutto perché egli è convinto che ogni uomo - di ieri, di oggi, di domani - valga un altro uomo..." (Leone Ginzburg)


RECENSIONE


Cronologicamente LEV TOLSTOJ 1828- 1910 è il più lontano dal tempo e dalla figura di Napoleone. Tuttavia nella storia russa dell'800 l'avventura napoleonica lasciò una traccia così profonda che ne rimase lunga memoria nella coscienza popolare: un'eco di questa memoria sopravvive nel capolavoro tolstoiano, il romanzo Guerra e pace, publicato nel 1869 dopo cinque anni di lavoro.

L'opera è un grande affresco storico-sociale della Russia nell'età napoleonica dominata da due eventi eccezionali: la partecipazione alla coalizione antinapoleonica conclusasi con la sconfitta di Austerlitz e l'invasione della patria da parte dei francesi seguita dall'incendio di Mosca, dalla ritirata e dalla disfatta dell'esercito napoleonico. 

Il vero protagonista della grandiosa epopea è tutto il popolo russo, nobili e contadini, generali e soldati, uomini e donne d'ogni ceto: tra questi emergono i personaggi delle vicende che costituiscono l'ossatura del romanzo, che però senza il calore di quell'atmosfera e di quella folla anonima non si potrebbe realizzare.

Uno dei personaggi chiavi della vicenda è stato spesso considerato il principe Andrej Bolkonskij, che qui troviamo ferito nella battaglia di Austerlitz, dove ha combattuto con generoso eroismo: vedendo in fuga i suoi, egli afferra la bandiera del reggimento e si lancia contro il nemico, finchè a un tratto sente come un pesante colpo di bastone al capo e cade sulla schiena. 

Quando, riavutosi, riapre gli occhi <<sul suo capo non c'era più nulla, tranne che il cielo: un cielo alto, non limpido, ma tuttavia immensamente alto, con un silenzioso scivolare di nuvole grigie.

"Che silenzio, che pace; e che solennità! In tutt'altro modo da come correvo io - pensò il principe Andrej - da come tutti correvano, gridavano e ci battevamo ... in tutt'altro modo scivolano le nuvole per questo cielo alto, sconfinato. Come mai, prima,  non m'accorgevo di questo cielo così alto? E come sono felice d'averlo riconosciuto, finalmente! Sì, tutto è vano, tutto è inganno, fuorchè questo cielo sconfinato. Nulla, nulla esiste, all'infuori di esso ... Ma neanche questo esiste, nulla esiste, all'infuori della quiete, del sentirsi placato.  E grazie a Dio! ... "

In questa frase è l'essenza del brano che segue: il ferito assisterà al passaggio di Napoleone, il suo idolo d'un tempo, ne vedrà l'atteggiamento altero e trionfante e ne udrà le parole fatue e boriose. Ma la contemplazione della sofferenza e il pensiero della morte gli hanno ormai fatto comprendere il vero valore delle cose e degli uomini e il senso più pofondo della vita. 

L'idolo di ieri non è più che un piccolo uomo, le sue imprese anche le più eroiche e gloriose scompaiono di fronte alla pace interiore che lo spirito raggiunge librandosi nel cielo incorrotto dell'eterno. 

Il mito di Napoleone, ripensato da una sensibilità sinceramente e profondamente religiosa che dell'esistenza e dei suoi valori ha una visione più alta e universale, perde tutto il suo fascino e finisce per lasciare insoddisfatti e delusi, rivelando la propria sostanziale fragilità: la vita assume una nuova e più vera dimensione. 

Questa verità anima la concezione storica che sta alla base del romanzo: la storia non è fatta dall'eroe che boriosamente se ne crede artefice, ma dalle masse umili e anonime che giorno per giorno vivono la loro semplice vita con costanza, fatica e sofferenza.

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